GIULIANOVA, 20.7.2013 -
Con l'arrivo della primavera torna, puntuale, la
polemica sull'eventuale pedonalizzazione di via
Nazario Sauro a Giulianova. Il fatto che se ne
parli da anni, senza che sia stato fatto nulla
di concreto, è, di per se, indice di scarsa
attenzione delle varie amministrazioni che si
sono succedute a Giulianova sui temi della
mobilità sostenibile in ambito urbano.
Ma l'elemento che lascia più perplessi è che, a
fronte di un preciso impegno dell'attuale
amministrazione nel programma proposto ai
cittadini in occasione delle elezioni comunali,
denominato Giulianova 2020 (dove si parlava di
“modernizzare la rete infrastrutturale urbana e
incrementare la mobilità ciclo-pedonale in un
disegno che si prefigga la costruzione di una
città a basso tasso di motorizzazione” e, in
particolare, in “Piazza Dalmazia, pinetine
circostanti, Nautico, Via Nazario Sauro e piazza
Fosse Ardeatine: riqualificazione area
nell’ambito del progetto elaborato dalla
precedente Ammini- strazione”) poco o nulla in
questi anni è stato fatto.
Eppure più di un anno fa erano state raccolte,
da un comitato formato da Coordinamento
Ciclabili Abruzzo Teramano, Legambiente
Giulianova, Italia Nostra Giulianova, WWF,
Centro Educazione Ambientale Torresi e
associazione Ambientiamoci, oltre 1.000 firme a
favore della pedonalizzazione di via Nazario
Sauro, firme che erano state consegnate
all'assessore Forcellese che si era impegnato a
procedere, in tempi brevi, alla pedonalizzazione
del breve tratto stradale.
E tra i firmatari c'erano numerosi esercenti di
attività commerciali che insistono sul corso,
consapevoli, evidentemente, che la
pedonalizzazione è un opportunità e non un
problema.
E' pur vero un’area pedonale nel cui ambito
insistono funzioni economiche, servizi e
consolidate abitudini di frequentazione e di
lavoro non si improvvisa dall’oggi al domani.
Proviamo quindi a sostituirci
all'amministrazione comunale, finora inerte, per
fare alcune utili considerazioni per convincere
gli scettici e poter realizzare, nel modo
migliore possibile, un'isola pedonale che sia un
vantaggio per tutti i cittadini.
Perchè le isole pedonali?
I centri urbani consolidati sono nati con
funzioni diverse da quelle odierne in un
contesto di circolazione e spostamenti a misura
d’uomo e non si può negare che, attualmente,
tali ambiti non sono in grado di accogliere
senza traumi più che evidenti il traffico che
deriva dalla tendenza alla motorizzazione
individuale che caratterizza i nostri giorni,
anche per la mancanza di sistemi di trasporto
pubblico efficienti.
Ed ecco perché, soprattutto in considerazione
dell’inquinamento, del rumore, dell’invadenza
dei veicoli e, come si dice, della qualità della
vita, sempre più cittadini chiedono alle
amministrazioni a limitare il traffico veicolare
nei luoghi più pregiati e fragili delle città.
Gli inconveniente delle isole pedonali.
L’esperienza acquisita in questi anni, tuttavia,
ha dimostrato che imporre tout court il divieto
di circolazione dei veicoli può causare effetti
deleteri, tra i quali, a volte, l’emarginazione
economica e il degrado sociale di quelle aree
urbane che ci si proponeva invece di valorizzare
e restituire a una migliore fruibilità. L’isola
pedonale calata dall’alto, senza un serio studio
di pianificazione, rischia così dir diventare
un’isola deserta. Nessuno la vive, nessuno la
trova attraente e, quindi, ne risentono gli
esercizi commerciali (che, in questo periodo,
non vivono comunque un periodo felice e non
sembrano, in ogni caso, essere favoriti dal
traffico automobilistico a tutti i costi).
Non ha senso, infatti, parlare semplicemente di
isole pedonali o di “pedonalità riconquistata"
senza collegare questo concetto a una pluralità
di altri interventi coordinati senza i quali non
solo essa non è realizzabile, ma è anche inutile
e controproducente: si tratta di organizzare il
traffico che comunque esiste e va disciplinato
(e nel caso di Via Nazario Sauro il tutto
sarebbe semplice, vista la presenza parallela
alla strada da pedonalizzare di due strade
carrabili a senso unico); si tratta di
introdurre forme diversificate ed efficienti
d'accessibilità, potenziando e qualificando il
trasporto urbano pubblico (collettivo e
individuale); si tratta di restituire alle
porzioni di città così "salvate" dalla invadenza
veicolare, anche sotto il profilo estetico, un
volto il più possibile articolato e accogliente,
poiché questi spazi costituiscono il salotto
collettivo di tutta la cittadinanza.
Insomma non è vero che le isole pedonali
diventerebbero dei deserti, bisogna creare le
condizioni affinché tali aree vengano
riconsegnate alle attività sociali di tutti i
cittadini. Insomma va creata un'area dove
convivano pedoni, ciclisti, negozi, bar
ristoranti e attività temporanee che animino la
zona tutto l'anno.
Proposte per una progettazione efficace.
Un nuovo ambiente urbano, pedonale, razionale,
efficiente, caratteristico, attraente e
produttivo dovrebbe quindi articolarsi, a nostro
avviso, secondo un iter progettuale che preveda
i seguenti passaggi:
• Ogni isola pedonale idealmente e materialmente
deve essere collegabile con l’intero contesto
cittadino, con gli altri percorsi pedonali e
ciclabili della città (lungomare, viale Orsini,
i parchi cittadini, ecc.);
• Valorizzare al massimo l’area e, in
particolare,riqualificare le quinte edilizie
favorendo il recupero degli edifici e l'uso dei
piani terra a scopo commerciale e ricreativo;
• Dare vita a eventi di animazione e di richiamo
(mercatini, eventi culturali, mostre, ecc.)
durante tutto l'anno;
• Riorganizzare il suolo urbano che accoglierà
l'isola. In particolare dovranno essere
eliminate eventuali barriere architettoniche e
realizzate pavimentazioni sulle quali sia
piacevole camminare;
• Creare elementi di arredo urbano funzionali e
decorativi (fioriere, fontane, sculture, ecc.);
• Prevedere aree specializzate per varie
funzioni: caffè all'aperto, mercati, mostre,
spazi adeguati per rappresentazioni o
trattenimenti vari, spazi per la sosta-gioco di
bambini e anziani;
• Studiare l'illuminazione in modo da soddisfare
i movimenti o la sosta dei passanti e la
sicurezza notturna dell'area. Non dimentichiamo
che l'illuminazione che oggi prevale all'interno
delle città è quella necessaria ai rapidi e
massicci spostamenti veicolari non già a sereni
e lenti percorsi pedonali;
• Studiare le migliori possibilità di
collegamento dell'area con i servizi di
trasporto urbano;
• Studiare la segnaletica, a cui va affidata
anche la divulgazione delle attività che via via
trovano posto nell'isola;
• Tener conto che tra le cause capaci di
esercitare un forte richiamo pedonale vengono
per prime le attività commerciali, di ristoro e
di servizi. Un’isola pedonale senza bar,
ristoranti e negozi difficilmente presenta
quella animazione che è indispensabile al
successo della “scena”.
I consigli di cui sopra, che valgono non solo
per via Nazario Sauro, se applicati, potranno
far si che, finalmente, la nostra città sia
dotata di aree di socializzazione utili per
residenti, turisti e anche commercianti, che
avrebbero solo vantaggi dall'essere ubicati in
un'area piacevole, vivibile e frequentata tutto
l'anno. |