GIULIANOVA, 8.3.2013 -
Con l'arrivo della
primavera torna, puntuale, la polemica
sull'eventuale pedonalizzazione di via Nazario
Sauro a Giulianova. Il fatto che se ne parli da
anni, senza che sia stato fatto nulla di
concreto, è, di per se', indice di scarsa
attenzione delle varie amministrazioni che si
sono succedute a Giulianova sui temi della
mobilità sostenibile in ambito urbano.
Ma l'elemento che
lascia più perplessi è che, a fronte di un
preciso impegno dell'attuale amministrazione nel
programma proposto ai cittadini in occasione
delle elezioni comunali, denominato Giulianova
2020 (dove si parlava di “modernizzare la rete
infrastrutturale urbana e incrementare la
mobilità ciclo-pedonale in un disegno che si
prefigga la costruzione di una città a basso
tasso di motorizzazione” e, in particolare, in
“Piazza Dalmazia, pinetine circostanti, Nautico,
Via Nazario Sauro e piazza Fosse Ardeatine:
riqualificazione area nell’ambito del progetto
elaborato dalla precedente Ammini- strazione”)
poco o nulla in questi anni è stato fatto.
Eppure più di un anno
fa erano state raccolte, da un comitato formato
da Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano,
Legambiente Giulianova, Italia Nostra
Giulianova, WWF, Centro Educazione Ambientale
Torresi e associazione Ambientiamoci, oltre
1.000 firme a favore della pedonalizzazione di
via Nazario Sauro, firme che erano state
consegnate all'assessore Forcellese che si era
impegnato a procedere, in tempi brevi, alla
pedonalizzazione del breve tratto stradale.
E tra i firmatari
c'erano numerosi esercenti di attività
commerciali che insistono sul corso,
consapevoli, evidentemente, che la
pedonalizzazione è un opportunità e non un
problema.
E' pur vero un’area
pedonale nel cui ambito insistono funzioni
economiche, servizi e consolidate abitudini di
frequentazione e di lavoro non si improvvisa
dall’oggi al domani.
Proviamo quindi a
sostituirci all'amministrazione comunale, finora
inerte, per fare alcune utili considerazioni per
convincere gli scettici e poter realizzare, nel
modo migliore possibile, un'isola pedonale che
sia un vantaggio per utti i cittadini.
Perchè le isole
pedonali?
I centri urbani
consolidati sono nati con funzioni diverse da
quelle odierne in un contesto di circolazione e
spostamenti a misura d’uomo e non si può negare
che, attualmente, tali ambiti non sono in grado
di accogliere senza traumi più che evidenti il
traffico che deriva dalla tendenza alla
motorizzazione individuale che caratterizza i
nostri giorni, anche per la mancanza di sistemi
di trasporto pubblico efficienti.
Ed ecco perché,
soprattutto in considerazione dell’inquinamento,
del rumore, dell’invadenza dei veicoli e, come
si dice, della qualità della vita, sempre più
cittadini chiedono alle amministrazioni a
limitare il traffico veicolare nei luoghi più
pregiati e fragili delle città.
Gli inconveniente
delle isole pedonali.
L’esperienza acquisita
in questi anni, tuttavia, ha dimostrato che
imporre tout court il divieto di circolazione
dei veicoli può causare effetti deleteri, tra i
quali, a volte, l’emarginazione economica e il
degrado sociale di quelle aree urbane che ci si
proponeva invece di valorizzare e restituire a
una migliore fruibilità. L’isola pedonale calata
dall’alto, senza un serio studio di
pianificazione, rischia così dir diventare
un’isola deserta. Nessuno la vive, nessuno la
trova attraente e, quindi, ne risentono gli
esercizi commerciali (che, in questo periodo,
non vivono comunque un periodo felice e non
sembrano, in ogni caso, essere favoriti dal
traffico automobilistico a tutti i costi).
Non ha senso, infatti,
parlare semplicemente di isole pedonali o di
“pedonalità riconquistata" senza collegare
questo concetto a una pluralità di altri
interventi coordinati senza i quali non solo
essa non è realizzabile, ma è anche inutile e
controproducente: si tratta di organizzare il
traffico che comunque esiste e va disciplinato
(e nel caso di Via Nazario Sauro il tutto
sarebbe semplice, vista la presenza parallela
alla strada da pedonalizzare di due strade
carrabili a senso unico); si tratta di
introdurre forme diversificate ed efficienti
d'accessibilità, potenziando e qualificando il
trasporto urbano pubblico (collettivo e
individuale); si tratta di restituire alle
porzioni di città così "salvate" dalla invadenza
veicolare, anche sotto il profilo estetico, un
volto il più possibile articolato e accogliente,
poiché questi spazi costituiscono il salotto
collettivo di tutta la cittadinanza.
Insomma non è vero che
le isole pedonali diventerebbero dei deserti,
bisogna creare le condizioni affinché tali aree
vengano riconsegnate alle attività sociali di
tutti i cittadini. Insomma va creata un'area
dove convivano pedoni, ciclisti, negozi, bar
ristoranti e attività temporanee che animino la
zona tutto l'anno.
Proposte per una
progettazione efficace.
Un nuovo ambiente
urbano, pedonale, razionale, efficiente,
caratteristico, attraente e produttivo dovrebbe
quindi articolarsi, a nostro avviso, secondo un
iter progettuale che preveda i seguenti
passaggi:
• Ogni isola pedonale
idealmente e materialmente deve essere
collegabile con l’intero contesto cittadino, con
gli altri percorsi pedonali e ciclabili della
città (lungomare, viale Orsini, i parchi
cittadini, ecc.);
• Valorizzare al
massimo l’area e, in particolare,riqualificare
le quinte edilizie favorendo il recupero degli
edifici e l'uso dei piani terra a scopo
commerciale e ricreativo;
• Dare vita a eventi
di animazione e di richiamo (mercatini, eventi
culturali, mostre, ecc.) durante tutto l'anno;
• Riorganizzare il
suolo urbano che accoglierà l'isola. In
particolare dovranno essere eliminate eventuali
barriere architettoniche e realizzate
pavimentazioni sulle quali sia piacevole
camminare;
• Creare elementi di
arredo urbano funzionali e decorativi (fioriere,
fontane, sculture, ecc.);
• Prevedere aree
specializzate per varie funzioni: caffè
all'aperto, mercati, mostre, spazi adeguati per
rappresentazioni o trattenimenti vari, spazi per
la sosta-gioco di bambini e anziani;
• Studiare
l'illuminazione in modo da soddisfare i
movimenti o la sosta dei passanti e la sicurezza
notturna dell'area. Non dimentichiamo che
l'illuminazione che oggi prevale all'interno
delle città è quella necessaria ai rapidi e
massicci spostamenti veicolari non già a sereni
e lenti percorsi pedonali;
• Studiare le migliori
possibilità di collegamento dell'area con i
servizi di trasporto urbano;
• Studiare la
segnaletica, a cui va affidata anche la
divulgazione delle attività che via via trovano
posto nell'isola;
• Tener conto che tra
le cause capaci di esercitare un forte richiamo
pedonale vengono per prime le attività
commerciali, di ristoro e di servizi. Un’isola
pedonale senza bar, ristoranti e negozi
difficilmente presenta quella animazione che è
indispensabile al successo della “scena”.
I consigli di cui
sopra, che valgono non solo per via Nazario
Sauro, se applicati, potranno far si che,
finalmente, la nostra città sia dotata di aree
di socializzazione utili per residenti, turisti
e anche commercianti, che avrebbero solo
vantaggi dall'essere ubicati in un'area
piacevole, vivibile e frequentata tutto l'anno. |