GIULIANOVA,
6.3.2014
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Il sindaco
Francesco Mastromauro e l'assessore
Archimede Forcellese esprimono la loro
soddisfazione per l'interesse che sta suscitando
l'esperienza dei Comitati di quartiere giuliesi.
“Piace il modello innovativo di democrazia
partecipativa targato Giulianova. Dopo S. Egidio
alla Vibrata, Teramo e Bussi sul Tirino –
dicono il sindaco e Forcellese – sono infatti
previsti incontri ed assemblee in altre località
abruzzesi per discutere delle nostre
realizzazioni e per capire meglio come la
politica possa tornare nelle mani dei cittadini
anche imparando dalle criticità di
un’esperienza, la nostra, che non ha ancora
nemmeno un anno. Evidente come intorno a questi
contenuti politici di grande innovazione si sia
creato l’interesse di amministrazioni comunali,
gruppi politici, associazioni e movimenti civici
di altre città che guardano all’esperienza
giuliese come a un modello ripetibile. A Teramo,
è cosa nota, sono stati migliaia i cittadini che
avevano chiesto l’attivazione di un referendum
consultivo previsto nello Statuto comunale,
salvo poi scoprire che non era possibile farlo
per la mancanza di un regolamento attuativo e di
un organismo indipendente di garanzia. Messa
alle strette, l’Amministrazione comunale ha poi
approvato un regolamento attuativo, ma era
congegnato in maniera tale da impedire in ogni
caso lo svolgimento dello strumento
partecipativo pur previsto dalla Statuto. Che
dire? La democrazia – proseguono il sindaco
e l'assessore - evidentemente fa paura alle
forze politiche che guardano al passato. A noi
no. Grazie all’Associazione Demos a Giulianova,
unica città in Abruzzo, sono possibili e
attuabili referendum consultivi, propositivi e
abrogativi. Ma anche proposte d’iniziativa
popolare e tutte le consultazioni previste nei
comitati di Quartiere. Questi ultimi, a
differenza di altre realtà vicine, sono
organismi indipendenti dal Comune, liberi di
autoregolamentarsi, eletti a suffragio
universale su auto-candidature e lontani dai
partiti politici tradizionali. L’esperienza
giuliese in molti casi è presa a modello; in
altri stupisce e infastidisce quanti non si
aspettavano che un’Amministrazione in carica
potesse decidere di attivare gli strumenti della
democrazia partecipativa e diretta, avviando
così un percorso irreversibile di trasformazione
del rapporto fra i cittadini e la politica”. |