GIULIANOVA,
- Quando arrivano i
risultati definitivi è ormai notte fonda. E
nonostante il pieno di voti nemmeno le ultime
sezioni scrutinate riescono a far volare il
sindaco uscente, Francesco Mastromauro, oltre il
50% necessario per la vittoria al primo turno.
Con il candidato del centrosinistra che
nonostante i suoi 5.973 voti l’8 giugno dovrà
andare al ballottaggio. Ballotaggio in cui a
contendergli la fascia di primo cittadino sarà
Fabrizio Retko, che alla guida della sua "Linea
Retta" e appoggiato da una seconda lista civica
e da Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale ha
fatto registrare al primo turno ben 2.107 voti,
pari al 14,87% dei consensi. Un risultato
personale, innanzitutto, quello di Retko, che
oltre ad aver preso 247 voti in più rispetto al
totale delle liste che lo appoggiavano, ha messo
all’angolo il candidato del centodestra
ufficiale Laura Ciafardoni ferma invece a 1.039
voti, pari al 7,33%, e arrivata dietro alla
candidata del Movimento Cinquestelle, Margherita
Trifoni, che ha raggiunto quota 1.444 voti.
«Credo che aver raggiunto il
nostro livello di consenso sia un grandissimo
risultato - commenta a caldo Francesco
Mastromauro - soprattutto a fronte della
frammentazione delle liste. Io ne avevo cinque
che mi appoggiavano, dall’altra parte c’erano 11
liste, tutte nate non per la città ma contro
Francesco Mastromauro». Insomma, per il
primo cittadino uscente il centrosinistra a
Giulianova non poteva fare di meglio, con il
risultato che confermerebbe l’apprezzamento dei
cittadini per il suo operato e quello della sua
maggioranza. Tanto da prepararsi al secondo
turno senza apparentamenti di sorta. Anche
perchè, ha ricordato Mastromauro, tra lui e
Retko lo scarto al primo turno è di ben 3.866
voti. «Valuteremo il da farsi, ma cinque anni
fa non mi sono apparentato con nessuno e i
risultati sono sotto gli occhi di tutti -
sottolinea Mastromauro - l’unico
apparentamento è quello con i cittadini e con il
territorio».
Ma se Mastromauro guarda con
fiducia al ballottaggio non è da meno il suo
avversario Fabrizio Retko, che invece non
esclude apparentamenti. Ma solo sulla base di
programmi condivisi e con persone pronte a
sposare l’idea di rinnovamento espressa dalla
sua squadra.
«Ci sentiamo come Davide
contro Golia - ha commentato Retko -
siamo un gruppo di biciclette contro un Panzer,
ma nonostante tutto siamo ancora in cammino.
Francesco Mastromauro può contare su un 42%
reale, noi su un 58% virtuale».
E se Retko e la sua compagine,
che guardano con interesse anche al Movimento
cinque stelle, hanno già ricevuto le prime
telefonate volte a tastare il terreno per
eventuali apparentamenti, nessuno avrebbe invece
telefonato a Laura Ciafardoni, che non è
riuscita a far passare il suo messaggio
politico. La mamma avvocata di sconfitta non ne
vuole sentir parlare.
«Auspicavo un coinvolgimento
delle forze di centro e centrodestra che non c’è
stato - ha sottolineato - se fossimo
andati uniti il risultato sarebbe stato
certamente diverso. Io sono quella che fino alla
fine ha cercato di ricompattare le diverse
anime, tenendo toni bassi e non attaccando
nessuno in modo feroce. E ritengo che io e le
mie liste il nostro risultato lo abbiamo
raggiunto».
Il voto e il boicottaggio di
alcuni importanti esponenti del centrodestra non
le hanno dato ragione. E a chi le chiede se
possa aver pesato la sua storia politica, di
militante in un passato non troppo lontano
dell’area di centrosinistra risponde ricordando
come negli ultimi anni abbia fatto opposizione
in consiglio in una lista civica e come la
candidatura a sindaco per il centrodestra fosse
l’unico approdo possibile. «Io penso che la
gente abbia capito il mio percorso - ha
concluso Ciafardoni - Gli avversari hanno
giocato molto su questa cosa. In realtà chi mi
conosce sa che per quattro anni ho fatto
opposizione a Mastromauro e la scelta del
centrodestra di puntare su di me è stata una
scelta fatta con l’obiettivo di allargare il
bacino di consensi, visto che venivo da un
esperienza con una lista civica». E se la
Ciafardoni difende la sua scelta, deciso a
continuare sulla sua strada è anche Franco
Arboretti, al quale hanno dato fiducia quasi
duemila elettori.
«Per quanto ci riguarda ci
siamo battuti fino in fondo - commenta -
ci dispiace questo risultato perchè avremmo
rappresentato la vera alternativa. La nostra
storia parla chiaro. Certo quello degli
apparantamenti è un discorso che riteniamo
possibile, ma non per creare quel mostro che si
chiama centrodestra-centosinistra».
Discorso a parte per Gianluca
Antelli e Nino Bertoni, fermi rispettivamente a
881 e 790 voti. Pochi per renderli "appetibili"
per eventuali apparentamenti. Non sembrerebbero
esserci margini per eventuali apparentamenti con
il Movimento 5 stelle. Di certo il voto a
Giulianova, pur non garantendo a Mastromauro la
vittoria al primo turno, ha confermato come le
divisioni interne al centrodestra siano
difficili da ricomporre. |