GIULIANOVA, 13.5.2014
-
La
notizia del probabile mancato conferimento, per
l'anno in corso, della bandiera blu al Comune di
Giulianova, al di là delle facili polemiche che
si potrebbero innescare verso un'amministrazione
sempre molto attenta a sottolineare i presunti
successi conseguiti e poco incline ad ammettere
le proprie carenze, rende necessaria una
riflessione.
Va
innanzitutto chiarito
che il conferimento
dell'importante
riconoscimento,
assegnato da un
organismo privato, la
FEE (Foundation for
Environmental Education),
con sede in Danimarca,
tiene conto di una serie
di fattori, tra i quali,
oltre alla qualità delle
acque di balneazione,
troviamo anche
l'educazione e
l'informazione
ambientale, la gestione
ambientale e i servizi e
la sicurezza delle
spiagge.
Dalle notizie trapelate
dagli organi di stampa
sembra che, per il 2014,
Giulianova sia stata
esclusa a causa di
valori delle acque di
balneazione non conformi
ai limiti di legge per
quanto riguarda sostanze
inquinanti, e a poco
giova la giustificazione
dell'assessore
competente sul fatto che
condizioni climatiche
avverse, come le forti
piogge degli ultimi
mesi, abbiano portato a
sforare “di poco” i
valori massimi dettati
dalle norme, o il fatto
che Comuni limitrofi al
nostro abbiamo ottenuto
il riconoscimento pur
essendo bagnati, di
fatto, dallo stesso
mare.
Per il bene di
Giulianova occorre, da
subito, agire sui
fenomeni che rendono il
nostro mare un
ricettacolo di sostanze
inquinanti di ogni
genere, agendo, in
primis, a casa nostra,
risolvendo, cioè, i
problemi legati al
probabile sversamento di
acque reflue nei canali
a mare, e ancora
eliminando le discariche
che si trovano, sul
territorio comunale, in
prossimità dei nostri
fiumi. Va poi affrontato
il problema più vasto
dell'inquinamento dei
fiumi stessi, problema
di portata provinciale
se non addirittura
regionale, facendosi
sentire, con forza,
presso gli Enti
competenti, pretendendo
che le norme vadano
rispettate, a tutti i
livelli.
Quali le soluzioni?
Efficienza dei
depuratori, eliminazione
delle discariche lungo i
fiumi, controllo degli
sversamenti nei canali a
mare, ma anche
realizzazione, in
prossimità delle foci di
Tordino e Salinello, di
vaste aree di
fitodepurazione, che
oltre a creare zone
umide utili a realizzare
un parco fluviale,
servirebbero a tamponare
l'eventuale arrivo di
inquinanti. Inoltre va
incentivata la
realizzazione, sulle
sponde fluviali, di
"fasce tampone
boschive", che
eviterebbero l'arrivo
nelle acque dei fiumi di
inquinamento derivante
dai fertilizzanti o
dalle sostanze che si
depositano sulle strade.
Ma non ci si può
limitare solo a far
tornare i valori “nei
limiti della norma”,
accaparrandosi magari la
bandiera blu, per poi
dare ai turisti che
arrivano, anche attirati
dal riconoscimento
internazionale, servizi
non all'altezza di una
città come Giulianova.
Le condizioni pessime
della spiaggia, del
verde urbano, del
traffico e dei
parcheggi, dell'assetto
urbanistico della città;
e ancora la mancanza di
servizi di educazione ed
informazione ambientale,
con un C.E.A. (Centro
Educazione Ambientale)
sottoutilizzato,
alloggiato in locali
inidonei (per il quale è
stato anche dato lo
sfratto al casotto
informativo che sorge
nei pressi della
pinetina adiacente il
Kursaal); la mancanza di
percorsi ciclabili e
pedonali, di luoghi di
socializzazione, di
servizi per residenti e
turisti, sono tutti
elementi che, al di là
del riconoscimento o
meno della bandiera,
sono sotto gli occhi di
tutti, tranne, forse,
degli attuali
amministratori.
Non basta un pezzo di
tessuto di color blu per
affermare che Giulianova
sia al top della
ricettività turistica e
del rispetto
dell'ambiente, e questo,
cittadini e turisti, lo
percepiscono, a
prescindere
dall'ottenimento di
“medaglie” buone solo a
soddisfare l'ego di
qualche amministratore.
Occorre lavorare, da
subito, affinché
Giulianova raggiunga
livelli altissimi di
sostenibilità
ambientale, non solo per
quanto riguarda la
spiaggia e il mare ma
per tutto l'ambiente
urbano, sia del lido che
del Paese.
Quest'anno, se non
avremo la bandiera blu,
sarà un'occasione per
riflettere su quello che
è stato fatto (poco) e
su quello che occorre
fare (molto) per
riportare la nostra
città ad essere la
“perla dell'Adriatico”.
Se si avrà l'umiltà di
riconoscere i propri
errori ed i propri
limiti forse, la
bocciatura della FEE,
sarà servita a qualcosa.
Associazione Gente in
Comune
www.genteincomune.org |