GIULIANOVA,
6.2.2016 -
Dal Signor Fernando Zucconi, genitore presso
l'Istituto Comprensivo 1 di Giulianova,
riceviamo e pubblichiamo:
Partirà lunedì 8
febbraio la cosiddetta “settimana corta” senza
niente di scritto nei documenti ufficiali sulle
motivazioni pedagogiche, didattiche o, più
semplicemente, di crescita dei bambini.
I genitori sono
sempre stati lasciati soli e il “dibattito”, non
poteva essere altrimenti, si è spostato sugli
organi di informazione, ma senza nessuna
proposta utile al confronto avanzata
dall'Istituzione scolastica. A meno che non si
voglia tener conto di una “tabelluccia” oraria
elaborata da un “gruppo di lavoro” il
17/06/2015.
Va anche ricordato
che nel mese di ottobre sparirono prima i
verbali degli ultimi Consigli di Istituto dal
sito web e, dopo pochi giorni, il sito stesso.
E' ricomparso il 4/01, ma è ancora completamente
vuoto.
Ho inviato
numerose mail (alcune anche certificate) ai
Direttori degli Uffici Scolastici provinciale e
regionale e alla Dirigente. Mai nessuna
risposta.
Ci sarebbe ancora
tanto da raccontare da tanti altri genitori. Io
devo fermarmi.
I giudizi dei
genitori, anche se tutti di buon senso, si
avventurano in territori dove, inevitabilmente,
ognuno può dire tutto e il contrario di tutto.
E' anche giusto che sia così! Da quali basi, in
fondo, potrebbero partire? Esiste qualche “pezza
d'appoggio” scritta?
Chi ricomporrà la
gravissima frattura che si è creata tra genitori
favorevoli e genitori contrari? E poi: veramente
qualcuno pensa che proprio tra quest'ultimi
devono essere ricercate delle responsabilità per
la situazione che si è creata?
Con quali
strumenti sarà possibile raccogliere le macerie?
Non tocca sicuramente a noi genitori; così come
non tocca a noi dire quali sono i vantaggi e gli
svantaggi della cosiddetta “settimana corta”.
Possiamo esprimere un parere (se consultati), ma
resta un compito dei professionisti che,
direttamente o indirettamente, si occupano dei
nostri figli.
Forse sarebbe
bastato aprire alcuni siti web di scuole a noi
limitrofe (tanto citate nel “chiacchiericcio”)
per provare a vedere come tali processi di
cambiamento possono essere condivisi, con o
senza sondaggi, per evitare disastri.
Continuo a pensare
che sia un mio diritto conoscere le ragioni del
cambiamento; non dal “chiacchiericcio” (ben
detto!), bensì da voci più autorevoli.
Fernando Zucconi |