GIULIANOVA,
28.11.2016 -
L’ospedale di
Giulianova è a rischio chiusura: prima è stato
ridimensionato e, nell’indifferenza degli
amministratori, lasciato decadere; ora gli
stessi stanno creando le condizioni per
decretarne la chiusura con la scelta
dell’ospedale unico nella provincia di Teramo,
che naturalmente sarà ubicato a Teramo.
COSA DOVREBBE ESSERE L’OSPEDALE DI GIULIANOVA
Il nostro ospedale è un bene
prezioso e irrinunciabile per gli abitanti di
Giulianova, della costa teramana (che durante
l’estate ha una importante presenza turistica) e
del suo immediato entroterra, per l’importante
funzione che ha sempre svolto e per la sua
strategica posizione. Meriterebbe maggiore
attenzione nelle scelte politiche regionali e
provinciali che dovrebbero essere guidate dalla
volontà di garantire al nosocomio giuliese
condizioni ottimali in termini strutturali, di
personale e di attrezzature. Dovrebbe essere uno
dei due ospedali per acuti della provincia di
Teramo, più precisamente
un ospedale di primo livello
(ospedali previsti per bacino di utenza fra i
150.000 e i 300.000 abitanti) e come tale non
solo dovrebbe vedere riaperti i reparti chiusi
negli anni passati come Ostetricia e
Ginecologia, Pediatria e Urologia, ma acquisirne
di nuovi come Neurologia e Oculistica, oltre
all’Osservazione Breve Intensiva accanto al
Pronto Soccorso, tutti previsti dagli standard
per gli ospedali di primo livello.
NUOVO OSPEDALE: UNA STORIA DI PROMESSE NON
MANTENUTE
Siamo invece da
molti anni di fronte ad una preoccupante
condizione di oggettivo disinteresse da parte di
chi si occupa delle scelte di politica sanitaria
riguardanti l’ospedale di Giulianova;
disinteresse che ha portato, e sta ancora
portando, alla chiusura o al ridimensionamento
di vari reparti e servizi, alla carenza degli
organici medici e paramedici (persino nelle
figure mediche apicali), ad attrezzature
insufficienti o obsolete.
Da tempo immemore
i governi regionali, di qualsiasi colore
politico, promettono nuovo ospedale,
ristrutturazione dell’esistente, incremento del
personale, attrezzature più moderne, ma i
deludenti risultati sono sotto gli occhi di
tutti!
IL RISCHIO DI ULTERIORE RIDIMENSIONAMENTO O
CHIUSURA
Addirittura, ora,
paradossalmente, da una parte si forniscono
rassicurazioni in merito ai finanziamenti per un
nuovo ospedale a Giulianova e dall’altra si
viene a sapere che la direzione della ASL di
Teramo ha commissionato uno studio di
prefattibilità per l’ospedale unico provinciale,
scelta condivisa, e forse suggerita, dal Governo
regionale. Ce lo fa sapere lo stesso sindaco Mastromauro
in un comunicato dell’8 novembre quando dichiara
testualmente: “Oggi l'assessore, che più
volte è venuto a Giulianova rassicurandoci, mi
dice invece che è tutto bloccato perché la ASL
di Teramo deve fargli sapere in cosa consti il
progetto dell'ospedale unico...”. Lo ha
confermato l’assessore regionale alla Sanità
Paolucci che il 10 novembre ha dichiarato al
Centro: “Mi sembra
assolutamente condivisibile la tesi di
riorganizzare le infrastrutture di edilizia
sanitaria in provincia di Teramo e concentrarle
in un unico presidio”.
Lo hanno avvalorato diversi esponenti
politici - sia di centro-destra che di
centro-sinistra - che danno per acquisita la
scelta dell’ospedale unico provinciale e
discutono ormai di dove ubicarlo.
Campanilisticamente chi lo tira di qua, chi di
là, ma va da sé che Teramo non rinuncerà mai ad
averlo sul proprio territorio.
Il sindaco ha
affermato che il nuovo ospedale di Giulianova e
l’ospedale unico sono due cose distinte e cioè
che il nuovo ospedale di Giulianova si farà
comunque e prescindere dall’ospedale unico.
Noi riteniamo che
non sia affatto così. Lo smentisce quanto detto
il 6 novembre sul Centro dal direttore generale
della ASL di Teramo Roberto Fagnano: “ L’idea
a cui si sta lavorando riguarda la sostituzione
dei tre ospedali esistenti a Giulianova, Atri e
Teramo con un ospedale unico baricentrico”.
Quindi Giulianova
in futuro non avrà più l’ospedale e non ce
l’avrà nemmeno al confine, perché, alla fine la
spunterà Teramo, in quanto capoluogo.
E semmai dovesse rimanere un
presidio ospedaliero a Giulianova non potrebbe
che essere un
ospedale di base
che per legge è costituito
solamente dal Pronto Soccorso e dalle specialità
di Medicina interna, Chirurgia generale,
Ortopedia, Anestesia, Radiologia, Laboratorio:
sarebbe quindi un ospedale dimezzato rispetto a
quello attuale, che a sua volta è già dimezzato
rispetto all’importante realtà ospedaliera
giuliese degli anni 70-80-90! Ma visto che è
stato già deciso che l’ospedale di Sant’Omero
resterà aperto, noi crediamo che anche questa
ipotesi minimale sia molto remota.
LA PROPOSTA DEL CITTADINO GOVERNANTE
Davanti alla prospettiva
dell’ospedale provinciale unico e a tutto quello
che comporterebbe, noi riteniamo che onde
evitare il peggio per la sanità giuliese e del
territorio limitrofo si debbano
unire tutte le forze politiche ed
istituzionali, in raccordo con la forte domanda
che viene dalla cittadinanza, con l’obiettivo
comune di difendere e potenziare l’ospedale
giuliese e la sanità sul territorio.
Occorre rivendicare con forza il diritto di
dire la nostra e di contare come Città di fronte
a scelte strategiche riguardanti il futuro di
tutta la sanità teramana.
Per essere incisivi è necessario,
però, prima
definire una piattaforma di
richieste razionale, responsabile, realistica e
convincente da presentare al governo regionale
ed alla ASL, parlando un linguaggio univoco, col
sostegno di tutta la popolazione.
I punti su cui incardinarla, sarebbero:
· in provincia non basta un
ospedale unico: già adesso (nonostante altri
presidi ancora aperti) quello di Teramo non
regge la domanda esistente. Nella provincia
occorrono due ospedali per acuti:
uno di primo livello a Giulianova,
luogo strategicamente collocato in maniera
baricentrica sulla costa teramana e molto ben
collegato con le altre località;
l’altro di secondo livello a
Teramo,
magari complementare a quello dell’Aquila;
· per
conseguire tale risultato occorre che tutti i
politici e le forze politiche sappiano parlare
lo stesso linguaggio a Giulianova come ad Atri o
a Sant’Omero, cioè che sappiano parlare un
linguaggio scevro da campanilismi;
· la domanda
dev’essere chiara: a Giulianova non si possono
chiedere risorse per la ristrutturazione
dell’ospedale esistente e contemporaneamente
fondi per la costruzione del nuovo ospedale. O
l’una o l’altra.
· Secondo noi,
però, la scelta migliore è ristrutturare e
mettere a norma l’esistente (su cui recentemente
sono già stati fatti costosi interventi): si
farebbe prima (si pensi a quanto tempo
occorrerebbe per reperire tutti i fondi
necessari, per la progettazione e per la
realizzazione), costerebbe meno, non
necessiterebbero nemmeno tutte le risorse
stanziate con l’art. 20, non sarebbe necessario
ricorrere al project financing, né alle
alienazioni.
Proponiamo quindi di tenere
una riunione in Comune con la
presenza del sindaco e di tutti i capigruppo per
lavorare intorno alla definizione di un’incisiva
piattaforma di richieste inerenti l’ospedale e
la sanità giuliesi nell’ambito di quella
teramana da presentare alla cittadinanza e poi,
forti delle argomentazioni, sostenere con
determinazione di fronte alla Regione e alla ASL
di Teramo. |