GIULIANOVA,
7.11.2017 -
Semaforo verde da parte
della Giunta allo schema
di convenzione relativa
alla variante al Piano
di recupero del
quartiere Annunziata
approvata dal consiglio
comunale il 30 luglio
2015.
«E'
una storia che viene da lontano, precisamente
dal 2008", dichiarano il sindaco
Francesco Mastromauro e l'assessore
all'Urbanistica Fabio Ruffini. «L'8
luglio di quell'anno, infatti, il consiglio
comunale ratificò l'accordo con i proprietari
del comparto edificatorio di tipo 2
salvaguardando così tutto il patrimonio arboreo
e di verde esistente in quell'area mediante la
delocalizzazione delle aree edificabili in aree
comunali poste più a sud. Un accordo assai
favorevole per l'Amministrazione comunale
giacchè, oltre al valore ambientale, il Comune
cedeva ai privati poco più di 4.000 mq.
ricevendo in cambio dal privato quasi 8.000 mq.
di superficie da destinare a parco. Non solo.
L'accordo prevedeva poi la trasformazione della
destinazione d'uso dell'area destinata ai
privati, da ricettiva a residenziale, diminuendo
del 20% le superfici edificabili. Non è stato
facile sbloccare l'iter del Piano di recupero in
quanto per dare attuazione all'accordo occorreva
riperimetrare l'area PAN del Borsacchio che per
una modesta porzione includeva, cosa veramente
assurda, la parte già urbanizzata del quartiere,
di fatto bloccandone lo sviluppo armonico e
paradossalmente impedendo la conservazione di
una amplissima area di verde pubblico. E
riperimetrazione fu nel 2012, cosa che permise
di estromettere la parte sud di Giulianova dalla
riserva individuando la zona ad ovest del
parcheggio del lungomare Rodi da destinare alle
costruzioni. Nel 2013 - continuano il
sindaco e l'assessore -
adottammo la variante al
Piano di recupero del quartiere Annunziata.
Obiettivo per nulla facile da conseguire
considerando lo stop dalla commissione di
vigilanza regionale presieduta da Mauro Febbo.
Per il quale, analogamente a quanto
sostenuto anche da qualche forza di opposizione
a Giulianova, si trattava di una "vera e propria
sanatoria a vantaggio di un imprenditore". Non
era ovviamente così. E lo capirono perfettamente
i membri della commissione quando, carte alla
mano, evidenziammo che l’altezza degli edifici
sarebbe stata di due piani invece dei tre
previsti in precedenza, con diminuzione dei
volumi del 20%. Per cui il 12 maggio del 2013 il
Consiglio regionale, allora con maggioranza di
centro-destra, dette via libera alla variante.
Febbo e tutti coloro che avevano gridato allo
sfregio del territorio vennero sonoramente
sconfessati, e noi evitammo di dover restituire
al Ministero i 6 milioni di euro impegnati per
il quartiere. Il 30 luglio 2015 si ebbe quindi,
da parte del Consiglio comunale, l'approvazione
definitiva del Piano di recupero. Ed oggi
finalmente l'ok allo schema di convenzione del
Piano di recupero dell' Annunziata che
assicurerà un nuovo rilancio del quartiere». |