GIULIANOVA,
14.12.2017 -
Riorganizzazione e
ottimizzazione della rete ospedaliera teramana
tesa all’eccellenza e al contenimento della
mobilità passiva. Si può sintetizzare in questi
due punti fondamentali, focalizzati da Dr.
Ginesio Picchini, consulente M5S nel Gruppo
Tecnico, l'esito dell'incontro che
si è tenuto ieri a
Teramo, Mercoledì 13 Dicembre, in un clima
cordiale tra il Direttore Generale della ASL
avv. Roberto Fagnano e il tavolo tecnico
dell’Ospedale Civile di Giulianova presieduto
dal sindaco Francesco Mastromauro.
Scopo dell’incontro era quello di
verificare i dati relativi alle attività
sanitarie dei 4 nosocomi teramani e di formulare
strategie per ottimizzare costi e benefici
conseguenti ad una riorganizzazione di questa
rete ospedaliera.
Il Direttore Generale Fagnano ha
esordito presentando il documento di
rendicontazione dei dati 2014-2015 e 2016 che la
ASL di Teramo ha prodotto su specifica richiesta
scaturita durante l’ultimo incontro avuto a
Pescara tra entrambe le parti insieme al
governatore D’Alfonso.
Ricordato che le leggi nazionali
prevedono 3,7 posti letto (3 per acuzie e 0,7
per lungodegenza ) per 1000 abitanti e che
attualmente i 4 nosocomi offrono nel complesso
841 posti letto rispetto ai potenziali 931, il
direttore ha precisato che per costituire una
UOC ( unità operativa complessa ) necessitano
almeno 17 posti letto mentre molti altri servizi
possono essere offerti in Day-Hospital e
Day-Surgery.
In assoluto, il dato più
preoccupante che è emerso è quello che vede
l’attuale offerta ospedaliera, che definire
dispersiva è un eufemismo, totalmente
inappropriata in termini quantitativi e
qualitativi rispetto ai reali bisogni dei
cittadini.
Tutto questo non depone certo a
favore degli attuali ospedali che, il prossimo
anno, dovranno inevitabilmente fare i conti con
la mannaia del decreto Lorenzin che prevede la
chiusura dei servizi e dei reparti che non
raggiungono il 90 % degli obiettivi previsti per
legge.
Per questo sono stati attentamente
valutati gli accessi ai servizi di pronto
soccorso e i ricoveri ospedalieri divisi per
reparti.
Si è notato che, per quanto
concerne il servizio di pronto soccorso, tutti
gli ospedali hanno raggiunto gli obiettivi
prefissati ( 20.000 accesso per gli ospedali di
base di Atri, Giulianova e Sant’Omero e 40.000
per quello di Teramo ) ma che oltre la metà
degli accessi con codice bianco e verde sono
risultati inappropriati e, per questo,
conteggiate solo per far tornare conti.
In questo caso e nonostante le note
problematiche, il pronto soccorso dell’ospedale
di Giulianova ha offerto un numero di
prestazioni appropriate maggiore di quelle
effettuate negli altri due ospedali di base di
Atri e Sant’Omero.
A proposito, invece, dell’analisi
dei ricoveri, si è visto che, per quanto
riguarda l’ortopedia, solo l’ospedale di Teramo
raggiunge l’obiettivo mentre gli altri ospedali
di base no.
Per quanto riguarda invece i
ricoveri in Cardiologia e Medicina, tutti gli
ospedali hanno raggiunto gli obiettivi
prefissati mentre nessuno dei quattro ha
raggiunto quelli relativi alla chirurgia
generale che, peraltro, si basa solo su
interventi di ordinaria amministrazione, come ad
esempio la colecistectomia.
In pratica, non vengono offerti
interventi di eccellenza nel settore; interventi
che, invece, potrebbero contribuire ad invertire
il costosissimo trend della mobilità passiva che
ogni anno ci costa oltre 60 milioni di euro.
Alla luce dei dati esposti e
dell’eccessiva dispersione di servizi e reparti
presenti negli ospedali teramani, il Direttore
Generale ha convenuto che quattro nosocomi sono
troppi.
E’ necessaria una non più
procrastinabile riorganizzazione e riduzione
della rete ospedaliera che, altrimenti, rischia
di finire nelle mani di commissari ministeriali
se la politica dovesse continuare a fallire in
questo intento solo per continuare a difendere,
in maniera vergognosamente palese, miserevoli e
controproducenti interessi elettorali.
Anche per evitare questo e per
soddisfare fino in fondo la richiesta fatta
sempre da D’Alfonso nella precedente riunione di
Pescara, la ASL di Teramo ha formulato tre
ipotesi riorganizzative della rete ospedaliera
teramana che sono state messe al nostro vaglio:
ipotesi riorganizzative che tengono conto
dell’esistente e della necessità di produrre una
sanità sicura, efficiente ed efficace.
Prima di iniziare l’esposizione, il
Direttore Fagnano ha precisato che, essendo
impossibile la messa a norma antisismica
dell’attuale ospedale di Teramo, sarebbe
necessario spostarlo a ridosso della
superstrada.
Ipotesi 1: Ospedale di 1°
livello a Teramo (zona san Nicolò con 36 UOC ),
Sant’Omero ospedale di base ( perché il più a
norma dei tre con 7 UOC ) e con gli due ospedali
a vocazione internistica, specialistica e
riabilitativa.
La criticità di questa ipotesi sta
nel fatto che fotografa grosso modo la
situazione attuale che, come abbiamo visto, è
insostenibile sia in termini qualitativi che
quantitativi.
Ipotesi 2: Senz’altro è
quella che si avvicina alla proposta nostra di 2
ospedali di 1° livello, uno a Teramo e l’altro
sulla costa a Giulianova, con 18 UOC ciascuno.
Gli altri due nosocomi verrebbero riconvertiti
in presidi di lungodegenza.
La criticità di questa ipotesi è
politica ed anche economica visto che l’ospedale
di Teramo prevede altissimi costi di messa in
sicurezza che, comunque, sarebbero solo di
miglioramento sismico. Sui costi, è stato
comunque osservato che basterebbe limitare
almeno della metà la mobilità passiva per poi
investire i relativi utili nelle strutture
ospedaliere.
Ipotesi 3: Costruzione di un
ospedale nuovo di 2 livello a Selva Piana, con
Atri e Sant’Omero ospedali di base, e Giulianova
che diventa struttura ospedaliera per
riabilitazione e lungodegenza con circa 217
posti letto.
La criticità di questa proposta sta
nel fatto che Teramo dovrebbe rinunciare
all’ospedale per trasferirlo a Selva Piana di
Notaresco.
L’ampio dibattito che è poi
scaturito ha fornito ulteriori elementi utili
che arricchiranno il documento prodotto dalla
ASL: documento che, ricordiamo, dovrà avvalorare
la richiesta di riordino delle rete ospedaliera
teramana.
Un ulteriore confronto tra le parti
si terrà a gennaio appena dopo la festa
dell’Epifania in quell’occasione il documento
verrà ulteriormente rifinito ed integrato per
poi passare all’attenzione del governatore
D’Alfonso. |