GIULIANOVA,
3.11.2017 -
Il fatidico 30 Ottobre e’ passato. In tale data
si e’ svolto il tavolo di confronto tra i
rappresentanti del gruppo di lavoro del Comune
di Giulianova e il Presidente della Regione
D’Alfonso sulle sorti del nostro nosocomio. Il
Comitato non e’ stato invitato, nonostante
rappresenti una forza popolare che raccoglie le
volontà e le adesioni di migliaia di utenti
dell’area vasta. Ma non ci rammarichiamo,
poiche’ sin dal primo giorno abbiamo tenuto a
dirci che ci presentavamo come una forza
popolare che volesse fare sensibilizzazione
sociale attorno a un problema che stava passando
in sordina,e che questa forza non credeva
assolutamente in questo tipo di tavoli. La
dimostrazione, puntuale, è arrivata subito.
Mentre la palla passa di nuovo a Fagnano, in un
gioco teso a fare una spasmodica melina in
attesa delle future elezioni regionali del 2019,
il nostro ospedale continua silenziosamente a
perdere pezzi, con l’unico primario rimasto che
farà ora la spola tra Teramo e Giulianova.
Adesso, quindi, possiamo parlare liberamente,
senza che nessuno possa rimproverarci di
esasperare gli animi della politica,e possiamo
ribadire che il disegno e’ chiaro ormai da
tempo, ed abbiamo l’ennesima riprova. La riprova
di una politica lontana dal popolo, ma
soprattutto lontana da ogni criterio di
ragionevolezza amministrativa. L’obiettivo
finale è quello di creare una struttura unica
provinciale con 600/650 posti letto, qualche
centinaio al di sotto di quelli che ci
spetterebbero. L’idea, che sia per la questione
posti letto sia per una questione di efficacia
della rete ospedaliera provinciale non e’
sicuramente la migliore percorribile (ribadiamo
fermamente la volontà di avere due ospedali di I
livello , uno nel comune capoluogo e uno sulla
costa,come ci spetterebbero per legge ), è stata
ulteriormente aggravata dalla paventata idea di
spostare il sito nemmeno più nel centro esatto
della provincia (Mosciano Stazione/Selva Piana)
a pochi passi da un’uscita autostradale, bensì
in località Piano d’Accio/Sant’Atto. Non ci
vuole molto a comprendere come in ogni caso la
provincia teramana uscirebbe sconfitta e
depauperata a livello sanitario da tali scelte,
con le Marche pronte ad assorbire sempre più la
mobilità passiva causata dalle nostre scelte
suicide e con privati che gongolano nell’attesa
di mettere la mani su strutture strategiche come
il nosocomio giuliese. Crediamo inoltre che fino
al 2019 la sanità teramana, continuerà ad essere
depotenziata silenziosamente, il tutto senza
prendere vistose decisioni che potrebbero
portare a risultati catastrofici in sede
elettorale. Ma non si può star fermi, e ora più
che mai facciamo appello a tutte le forze
politiche, associative e alla società civile
affinchè il problema venga affrontato a dovere,
e si possa concertare tutti insieme le azioni
che si rendano necessarie a tentare di fermare
questo massacro. Il Comitato Intercomunale
continua a svolgere azioni mirate di
sensibilizzazione sul tema. In accordo con
diversi rappresentanti degli istituti dell'area
coinvolta, saremo presenti nel corso delle
assemblee d'Istituto per spiegare cosa realmente
sta accadendo. Purtroppo nello scorso mese
abbiamo dovuto affrontare problemi logistici
causa distruzione-sequestro del nostro
materiale. Per ovviare in maniera tempestiva
abbiamo svolto una raccolta fondo che ci sta
permettendo di riacquistare gazebi, tavoli ed
altre cose a noi tolte. Nel corso di questa
raccolta fondi, come spesso accade, c'è chi non
ha perso tempo per tacciarci di “sfruttatori
della politica” in vista di elezioni. Abbiamo
preferito non alimentare sterili polemiche
investendo le nostre energie per rimanere
costantemente sul tema.
Firmato
Comitato Intercomunale per la
salvaguardia dell'ospedale costiero di
Giulianova
Addetto stampa
Dott. Lorenzo Garbatini |