GIULIANOVA,
13.1.2020 -
Il
12 gennaio scorso si è chiuso a Giulianova il
secondo Forum cittadino, convocato dal Sindaco,
stavolta, su richiesta di due gruppi consiliari
di opposizione come previsto dal regolamento
comunale.
L’evento,
durato due giorni (sabato 11 e domenica 12), era
stato convocato per consentire ai cittadini di
discutere su tre illustrazioni: una riguardante
un progetto già in
itinere,
essendo stato dato l’incarico per la
progettazione definitiva da parte del Comune;
un’altra su un’idea progettuale del gruppo
politico Il Cittadino Governante; la terza di un
architetto giuliese. Non torno sul tema
dell’opportunità di avviare un procedimento
deliberativo su un progetto che si trova già
nella fase della progettazione definitiva: mi
sono già espresso in altre occasioni. Anche
perché di questa vicenda sono altri gli elementi
che mi preme evidenziare.
Il
Forum si è aperto con una plenaria che ha
riempito il Kursaal di Giulianova con molte
persone rimaste in piedi; si sono formati sei
tavoli da dieci partecipanti ai quali
l’Assemblea ha deciso di permettere l’adesione
ai soli cittadini diciamo così “normali”: né
assessori, né consiglieri comunali, né gli
espositori delle tre soluzioni in discussione.
Non lo dico perché siano solo i numeri gli
elementi della sua riuscita (per la nostra
Costituzione la partecipazione democratica
comincia da due), ma solo perché di tempo ne è
passato da quando nel lontano 2012 iniziammo a
Giulianova i primi esperimenti di partecipazione
popolare fra perplessità, dubbi e scetticismi,
nelle migliori delle ipotesi; attacchi, insulti
e calunnie in quelle peggiori. Questi ultimi ci
sono stati anche stavolta, ma sono cambiati i
soggetti. Non li perdoniamo e aspettiamo le
scuse, ma sappiamo che si taceranno da soli o
cambieranno opinione se hanno un minimo di
onestà interiore.
Fra
i vari profili del procedimento deliberativo
svoltosi questa volta a me preme, per essere
breve, evidenziarne due, forse i più
caratterizzanti. Parto da uno scenario: si sono
formati sei tavoli da circa dieci persone
ciascuno, essi hanno studiato attentamente i
caratteri dei tre progetti/idee progettuali
illustrati in plenaria di apertura, hanno
ascoltato di nuovo a turno gli espositori, hanno
svolto il loro lavoro di approfondimento in
tutta autonomia e, nei rispettivi tavoli, hanno
preso la parola tutti. Questo anche grazie
all’opera di facilitatori preparati ed istruiti
per svolgere questa funzione. Bene, non esito ad
affermare che per Giulianova questa sia la prima
esperienza di democrazia reale mai esistita. Si
può migliorare, ma è così. Altrimenti qualcuno
mi dica in quale altro comizio o assemblea di
partito, nel presente e nel passato, sessanta
persone (di quelle che abbiamo definito, forse
banalizzando un po’ ma per capirci, “normali”)
abbiano avuto la possibilità, nella stessa
assemblea, di informarsi, esaminare le questioni
in discussione ed esprimere una propria
opinione. Forse qualcosa di simile accadeva nel
primo trentennio della storia della Repubblica
ne partiti di massa, ma lentamente quell’”abito”
(direbbe Aristotele) della politica è andato
inesorabilmente scemando. Aggiungo solo che il
dibattito nei tavoli è stato pacato, sereno,
corretto, inclusivo e propositivo.
Il
secondo carattere che mi preme evidenziare è nel
merito: sono stati proposti tre progetti/idee
progettuali, uno della maggioranza già in
itinere,
come abbiamo detto, uno di un gruppo politico di
opposizione richiedente il Forum, il terzo
proposto personalmente da un architetto. Chi si
aspettava che i deliberanti come proposta
popolare avrebbero scelto uno dei tre è andato
deluso: informazione, esame, confronti, spirito
inclusivo, correttezza e dialettico hanno invece
orientato i deliberanti a rifiutare la scelta
secca di uno dei tre (pochissimi di essi si sono
così orientati nei tavoli). In plenaria di
chiusura, infatti, la grande maggioranza di essi
ha approvato una mozione che impegna il
Presidente del Forum e i tre espositori dei
progetti a costituire un’equipe per
lo studio e la verifica di tutte le indicazioni
di arricchimento, proposte, integrazioni, e
modifiche da inviare al Sindaco per il possibile
recepimento nell’unico progetto esistente, in
fase di elaborazione del definitivo.
Oggi
a Giulianova si apre una nuova stagione della
politica sul substrato della cultura
partecipativa divulgata in oltre dieci anni di
attività, anche grazie al coraggio di alcuni
partiti di potere che dopo si sono pentiti come
apprendisti stregoni. Ma perché non accada di
nuovo in quei partiti e negli altri si raggiunga
la convinzione che fare politica CON i cittadini
e non SU di essi, può comportare un solo
rischio: che i cittadini premino chi li vuole
veramente attivi e partecipi. |