- Professoressa D'Orsogna,
come è nata la sua convocazione da parte della
Commissione Ambiente del Senato?
«L'audizione al senato e' stata promossa dal
senatore Antonio D'Ali', siciliano del PDL, che
mi ha invitata in Senato durante la consegna del
premio "Ambasciatore della Natura 2012" a
Palermo. L'intento era di illustrare la tematica
delle trivellazioni in mare in Italia. Non me lo
aspettavo, e sono stata molto grata al senatore
D'Ali' per questa occasione».
- Cosa ha significato l’audizione per lei,
considerato che in precedenza nessuno aveva
pensato di convocarla per conoscere le ragioni e
gli scopi della sua azione?
«Ovviamente non ho potuto che pensare ai senatori d'Abruzzo e
a quanto sia stato diverso il loro comportamento
- e quello di quasi tutta la classe politica
d'Abruzzo - nei miei confronti. Ho molti brutti
ricordi di ostilità sia da parte della giunta
Del Turco che di quella Chiodi».
- Si può spiegare meglio, visto che sembra di
intuire che è rimasta particolarmente ferita da
abruzzese?
«Forse sono tutti troppo spaventati all'idea di
dover fare qualcosa di buono che magari e' in
contrasto con i poteri forti, e questo sia da
destra che da sinistra. L'ex assessore
all'ambiente Daniela Stati, anche lei del PDL,
non si e' mai degnata neanche di rispondere
alle mie email. A Gianni Chiodi, PDL anche lui
che non fiata sul tema petrolio se non per fare
propaganda, più e più volte, direttamente e
indirettamente, ho chiesto di sentire, parlare,
in modo di cercare di fare le cose per bene.
Avrei voluto e potuto lavorare con chi ci
governa nell'interesse pubblico e invece loro
sono lì che aspettano infastiditi mentre intanto
incombono molteplici richieste di trivellare
l'Abruzzo, compreso quello teramano di Gianni
Chiodi. Ad esempio, se io o qualunque altra
persona che lavora su questi temi fossimo stati
interpellati a suo tempo, non avremmo la
legge-inganno di Chiodi sul tema estrazioni».
- Una specie di gioco delle tre carte?
«La cosiddetta legge 48 del 2010 e' un’enorme
presa in giro dove si dice “no al petrolio, e si
al gas”, di modo che i petrolieri possano
giocare sulle parole e arrivare ai loro intenti,
usando il gas come cavallo di Troia. Appena
letto il tutto sulla stampa, ho subito capito
che non era una legge fatta per bene: non hanno
voluto ascoltare nessuno. Mi chiedo a volte cosa
pensino Gianni Chiodi, Nicola Fratino e Remo Di
Martino di tutto questo: del fatto che, sebbene
lui e tutto il governo regionale d'Abruzzo mi
abbiano ignorato, continui a parlare in tutta
Italia, a Pechino e se magari provino un po’ di
vergogna. Non dimenticherò mai Remo Di Martino
che diceva che io non esistevo».
- Pensa che la sua audizione sia stata solo una mossa tattica
o l’avvio di un confronto strategico?
« Credo che fossero sinceri».
- Quali sono stati i punti salienti in discussione?
«
Rimandando per gli ulteriori approfondimenti al
mio blog
http://www.dorsogna.blogspot.com/2012/01/altre-ispezioni-sismiche-siclia-marche.html,
in circa 25
minuti di intervento, ai senatori in aula ho
illustrato le mappe di tutte le regioni in
dettaglio: Venezia, l'Abruzzo, la Sicilia, le
isole Tremiti, il Salento, la Basilicata. Ho
concluso che, a mio avviso e secondo il
buonsenso, andrebbe sveltita l'istituzione
dell'area marina protetta a Pantelleria e del
Parco della Costa Teatina per l'Abruzzo, per
creare più “cuscinetti”; che sarebbero da
interdire tutti i mari nazionali alle trivelle;
che, essendo il paese più ricco e più avanzato
di quelli che si affacciano sull'Adriatico,
l'Italia dovrebbe farsi promotore di un’azione
congiunta per chiudere l’Adriatico, e per quanto
possibile il Mediterraneo, alle trivellazioni.
Infine, ho fatto vedere alcune slide sulla
Basilicata, come esempio di società ed ambiente
post-trivelle, sostenendo che non e' giusto
chiedere ancora il raddoppio della produzione e
con essa il raddoppio di inquinamento, malattie
ed emigrazione»
- Qual è stata la reazione dei presenti?
«I senatori sono rimasti molto sorpresi da alcune
informazioni tipo il limite delle 100 miglia
negli Usa, l'annuncio delle ditte petrolifere
sulla stampa della California che le operazioni
petrolifere procurano il cancro, e soprattutto
la chiusura alle trivelle nella mappa della
Florida. Al confronto con gli Usa, il limite
italiano delle 5 miglia, che diventano 12 in
caso di riserve, e' un passo in avanti rispetto
al vuoto legislativo precedente al 2010, ma
dovrebbe essere ampliato. Noi siamo abituati a
copiare tutto dagli Americani, fuorché le cose
sagge e la protezione ambientale. Infine, ho
sostenuto l'opportunità di una moratoria in
Basilicata, dove ENI e Total hanno distrutto
tutto quello che hanno toccato».
- Con quale idea è uscita dall’audizione: che
sia la volta buona?
«Non esistono volte buone, esistono solo
la perseveranza e traguardi che si conquistano
un passo alla volta. Come dico sempre, in
democrazia occorre essere sempre informati,
attivi, presenti e mai adagiarsi pensando che le
cose siano risolte o che adesso ci penserà un
altro. Credo che l'audizione sia stato l'inizio
di una presa di coscienza, da parte di chi ci
governa, che questo e' un problema grave e che
la gente vuole partecipare alle decisioni
pubbliche e avere voce in capitolo. Occorre solo
continuare tutti, senza fermarsi e osando sempre
un po’ di più. Chi l'avrebbe detto mai 4-5 anni
fa che sarei finita in senato?»
- E’ stato un incontro occasionale o lei è
destinata a far parte del tavolo della politica
energetica del nostro Paese?
«Non lo so, so che abbiamo aperto un
canale di comunicazione e vediamo dove questo ci
porterà».
- I prossimi obiettivi, a breve, medio e
lungo termine?
«Voglio che l'Abruzzo ricopi pari pari la
legge del Veneto in modo da avere una vera
protezione dalle trivelle. Voglio che il
Dirigente della Regione Abruzzo, Antonio Sorgi,
bocci la concessione della Forest Oil a Bomba.
Voglio che i mari italiani siano interdetti alle
trivellazioni». |