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  No all'Italia petrolizzata
  Maria Rita D'Orsogna: «In Senato mi hanno ascoltato, in Abruzzo no» 

di Ludovico Raimondi

Giulianova, 28.01.2012 - Abbiamo raggiunto Maria Rita D'Orsogna, la docente lancianese docente di Matematica presso l'Università della California a Los Angeles e promotrice della battaglia "No all'Italia petrolizzata", per un'intervista sull'esito e sulle prospettive dell'audizione alla quale ha partecipato presso la Commissione Ambiente e Industria del Senato lo scorso 18 gennaio. Ringraziamo la Professoressa per la solita disponibilità che ne rivela l'umiltà, lo spessore intellettuale e la genuinità della passione e della determinazione con le quali conduce la sua azione, lodevole indipendentemente dalla posizione di ciascuno.

Los Angeles (California), 14.12.2011 - L'Abruzzese-americana Maria D'Orsogna, Docente di Matematica presso l'Università della California, Usa, paladina della battaglia contro la petrolizzazione in Abruzzo e in Italia, ha pubblicato, sul suo blog, una lettera aperta al sindaco di Giulianova, Francesco Mastromauro, sulla riperimetrazione del Borsacchio

- Professoressa D'Orsogna, come è nata la sua convocazione da parte della Commissione Ambiente del Senato?

«L'audizione al senato e' stata promossa dal senatore Antonio D'Ali', siciliano del PDL, che mi ha invitata in Senato durante la consegna del premio  "Ambasciatore della Natura 2012" a Palermo. L'intento era di illustrare la tematica delle trivellazioni in mare in Italia. Non me lo aspettavo, e sono stata molto grata al senatore D'Ali'  per questa occasione».

- Cosa ha significato l’audizione per lei, considerato che in precedenza nessuno aveva pensato di convocarla per conoscere le ragioni e gli scopi della sua azione?
«Ovviamente non ho potuto che pensare ai senatori d'Abruzzo e a quanto sia stato diverso il loro comportamento - e quello di quasi tutta  la classe politica d'Abruzzo - nei miei confronti. Ho molti brutti ricordi di ostilità sia da parte della giunta Del Turco che di quella Chiodi».

-  Si può spiegare meglio, visto che sembra di intuire che è rimasta particolarmente ferita da abruzzese?

«Forse sono tutti troppo spaventati all'idea di dover fare qualcosa di buono che magari e' in contrasto con i poteri forti, e questo sia da destra che da sinistra.  L'ex assessore all'ambiente Daniela Stati, anche lei del PDL, non si e' mai degnata neanche di  rispondere alle mie email. A Gianni Chiodi, PDL anche lui che non fiata sul tema petrolio se non per fare propaganda,  più e più volte, direttamente e indirettamente, ho chiesto di sentire, parlare, in modo di cercare di fare le cose per bene. Avrei voluto e potuto lavorare con chi ci governa nell'interesse pubblico e invece loro sono lì che aspettano infastiditi mentre intanto incombono molteplici richieste di trivellare l'Abruzzo, compreso quello teramano di Gianni Chiodi. Ad esempio, se io o qualunque altra persona che lavora su questi temi fossimo stati interpellati a suo tempo, non avremmo la  legge-inganno di Chiodi sul tema estrazioni»

- Una specie di gioco delle tre carte?

«La cosiddetta legge 48 del 2010 e' un’enorme presa in giro dove si dice “no al petrolio, e si al gas”, di modo che i petrolieri possano giocare sulle parole e arrivare ai loro intenti, usando il gas come cavallo di Troia. Appena letto il tutto sulla stampa, ho subito capito che non era una legge fatta per bene: non hanno voluto ascoltare nessuno. Mi chiedo a volte cosa pensino Gianni Chiodi, Nicola Fratino e Remo Di Martino di tutto questo: del fatto che,  sebbene lui e tutto il governo regionale d'Abruzzo  mi abbiano ignorato, continui a parlare in tutta Italia, a Pechino e se magari provino un po’ di vergogna. Non dimenticherò mai Remo Di Martino che diceva che io non esistevo».
- Pensa che la sua audizione sia stata solo una mossa tattica o l’avvio di un confronto strategico?
« Credo che fossero sinceri».
- Quali sono stati i punti salienti in discussione?
«
Rimandando per gli ulteriori approfondimenti al mio blog  http://www.dorsogna.blogspot.com/2012/01/altre-ispezioni-sismiche-siclia-marche.html, in circa 25 minuti di intervento, ai senatori in aula ho illustrato le mappe di tutte le regioni in dettaglio: Venezia, l'Abruzzo, la Sicilia, le isole Tremiti, il Salento, la Basilicata. Ho concluso che, a mio avviso e secondo il buonsenso, andrebbe sveltita l'istituzione dell'area marina protetta a Pantelleria e del Parco della Costa Teatina per l'Abruzzo, per creare più “cuscinetti”; che sarebbero da interdire tutti i mari nazionali alle trivelle; che, essendo  il paese più ricco e più avanzato di quelli che si affacciano sull'Adriatico, l'Italia dovrebbe farsi promotore di un’azione congiunta per chiudere l’Adriatico, e per quanto possibile il Mediterraneo, alle trivellazioni. Infine, ho fatto vedere alcune slide sulla Basilicata, come esempio di società ed ambiente post-trivelle, sostenendo che non e' giusto chiedere ancora il raddoppio della produzione e con essa il raddoppio di inquinamento, malattie ed emigrazione»

- Qual è stata la reazione dei presenti?
«I senatori sono rimasti molto sorpresi da alcune informazioni tipo il limite delle 100 miglia negli Usa, l'annuncio delle ditte petrolifere sulla stampa della California che le operazioni petrolifere procurano il cancro, e soprattutto la chiusura alle trivelle nella mappa della Florida. Al confronto con gli Usa, il limite italiano delle 5 miglia, che diventano 12 in caso di riserve, e' un passo in avanti rispetto al vuoto legislativo precedente al 2010, ma dovrebbe essere ampliato. Noi siamo abituati a copiare tutto dagli Americani, fuorché le cose sagge e la protezione ambientale. Infine, ho sostenuto l'opportunità di una moratoria in Basilicata, dove ENI e Total hanno distrutto tutto quello che hanno toccato».
- Con quale idea è uscita dall’audizione: che sia la volta buona?
«Non esistono volte buone, esistono solo la perseveranza e traguardi che  si conquistano un passo alla volta. Come dico sempre, in democrazia occorre essere sempre informati, attivi, presenti e mai adagiarsi pensando che le cose siano risolte o che adesso ci penserà un altro. Credo che l'audizione sia stato l'inizio di una presa di coscienza, da parte di chi ci governa, che questo e' un problema grave e che la gente vuole partecipare alle decisioni pubbliche e avere voce in capitolo. Occorre solo continuare tutti, senza fermarsi e osando sempre un po’ di più. Chi l'avrebbe detto mai 4-5 anni fa che sarei finita in senato?»
- E’ stato un incontro occasionale o lei è destinata a far parte del tavolo della politica energetica del nostro Paese?
«Non lo so, so che abbiamo aperto un canale di comunicazione e vediamo dove questo ci porterà».
- I prossimi obiettivi, a breve, medio e lungo termine?
«Voglio che l'Abruzzo ricopi pari pari la legge del Veneto in modo da avere una vera protezione dalle trivelle. Voglio che il Dirigente della Regione Abruzzo, Antonio Sorgi, bocci la concessione della Forest Oil a Bomba. Voglio che i mari italiani siano interdetti alle trivellazioni».

D'Orsogna: «Non ho potuto che pensare ai senatori d'Abruzzo e a quanto sia stato diverso il loro comportamento - e quello di quasi tutta  la classe politica d'Abruzzo - nei miei confronti. Ho molti brutti ricordi di ostilità sia da parte della giunta Del Turco che di quella Chiodi».

 
 
 
 

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