Deana
racconta il fascino di papà Dean Martin
Hollywood (Los Angeles), 5.5.2012 - Il 7
giugno potremmo festeggiare 95 anni della
nascita di Dean Crocetti Martin che nella sua
vita ha fatto il benzinaio, è salito sul
ring, sceso nelle miniere, poi con le canzoni
che gli diedero la popolarità entrò nei night
club, al cinema, in Tv, mestieri che l'oriundo
abruzzese svolse con coraggio sino al tramonto,
triste, disseminato di alcol e malattie. Dino
Paul Crocetti era nato a Steubenville, una
cittadina dell'Ohio. I genitori avevano origini
abruzzesi (Montesilvano), e da loro aveva
imparato qualche frase dialettale bislacca, che
gli strappava grandi risate ogni qualvolta la
ripeteva. Alto, bello con un fascino che le
donne adoravano, seduttore, viveur, amante della
vita libera, cantò e recitò sul palcoscenico e
dinanzi alle cinepresa di Hollywood, pur non
essendo, come egli diceva, un vero attore.
«Ma se vogliamo sopravvivere, bisogna adattarsi
a tutto». Anche filosofo in tanti casi, e
sincero. «Quando ero giovane, io insegnavo
ginnastica, e intanto mi preparavo a salire sul
ring e guadagnare qualche dollaro. Ma io non ero
un campione del mondo. E Rocky (Marciano) me lo
ripetè spesso». Il cronista ebbe il piacere
e la fortuna di conoscerlo a Las Vegas, non
nelle sale-roulette, ma dopo uno show con il suo
più grande amico Jerry Lewis, che l'abruzzese
aveva conosciuto ad Atlantic City nel New Jersey
nel 1946, quando formarono un duo brillante per
night club. Con Jerry, girò una ventina di film
che la Tv oggi "ripete" con successo. Dean
Martin era modesto, a differenza di tanti altri
artisti; passava dal ruolo di viveur al cow boy
alcolizzato e preferiva le interpretazioni
drammatiche, suggerite da Frank Sinatra,
riuscendo a recitare in maniera convincente.
Basti dire che il suo "palmares" artistico
annota 52 film vari. Come "Un dollaro d'onore"
accanto a John Wayne, "I giovani leoni", insieme
a Marlon Brando e "La corsa più pazza d'America"
che fu il suo ultimo film nel 1983, a
sessantasei anni.
Quando gli chiesi: Ma Frank (Sinatra) è
veramente un "grande"?, non fece finire la
frase, che scoppiò a ridere e...«Yes, Franky
is big, ma non di statura, e non ha fatto tutti
i mestieri che ho fatto io». "Franky the
great", come lo chiamavano gli americani,
invitava sovente Martin nei suoi show personali,
col quale improvvisava duetti cantando con la
sua voce melodiosa, piacevole. La carriera di
Dino Crocetti era caratterizzata da successi
facili e divertenti. Del resto il suo volto
simpatico era quello che ci voleva per un popolo
sortito da una guerra che trasuda tutt'ora
strascichi psicologici.
Chi meglio della prima figlia Deana, anche lei
affermata cantante, puo' offrire un quadro
affettuoso che riflette la figura del grande
"Dino" nel suo libro "Memory are made of this",
naturalmente bestseller?
«Papa' - afferma Deana - era proprio
un italiano capace, con il suo sorriso, di
illuminare le sale, come mio nonno Gaetano (Crocetti)
che costrui' la piazza intitolata poi a
Dean Martin nella citta' di Montesilvano. Papa'
amava una pietanza italiana che nonna Angela gli
serviva ogni domenica sera: Pasta e fagioli. Non
sapeva fare senza»
Qual era la canzone preferita da tuo padre?
«"Everybody love sombody somentime", ed io
durante i festival offro questa melodia come
chiusura, e son felice poiche' gli spettatori
applaudono a non finire. Come noto papà si
sposo' 3 volte ed ebbe 8 figli. Era un viveur,
gli piacevano donne eleganti e classiche con i
capelli spinti all'indietro»
Allora Dean oggi avrebbe corteggiato Lady Gaga o
Madonna?
«Per me ambedue hanno talento, ma egli amava
molto Grace Kelly»
Dean, un giorno confesso' al cronista che
preferiva tre canzoni «che gli ricordavano
l'Abruzzo, lu paese di papa' e mamma'»:
"That's amore", "Volare" e "Mambo italiano" che
amava eseguire in qualsiasi spettacolo,
infiammando la platea. Quanto prima forse
vedremo un film sull'attore-cantante, che egli
stesso, prima di morire, suggeri' alla figlia.
Non molti sanno che l'ex pugile, minatore,
barbiere, croupier odiava gli ascensori e questa
fobia la condusse con sè nell'aldilà. Allo
scadere degli anni 70, Dean rallentò la sua
attività a causa di problemi di salute e nel nel
1988, dopo una festosa tournè con Frank Sinatra
e Sammy Davis, Martin esclamò: «sono contento di
aver lavorato con questi due “scansafatiche”,
però' ci siam divertiti più’ del pubblico».
L'anno precedente una tragedia familiare
completò il tracollo fisico del noto personaggio
italo americano: il figlio Dean, di 35 anni
morì’ in un incidente aereo. Il lutto fu un duro
colpo per la sua già' debole salute. A questo
aggiungete il volume di sigarette che Martin
fumava come una ciminiera e l'alcol, che avevano
ridotto ad un vegetale l'artista geniale più
amato dell'epoca. Memorabile la frase che
esclamò in occasione di un party: «Non sei
ubriaco se non riesci a stare sdraiato a terra
senza doverti aggrappare da qualche parte». Poi
rivolto a Jerry Lewis sussurrò: «Puoi dir loro
che ogni volta che bevo un bicchiere sul
palcoscenico, è ricolmo di spremuta di arancio?»
Sempre pronto alla battuta allegra, quando gli
chiedevano «Cosa vuoi che scrivano sulla tua
tomba?», rispondeva: «Everybody loves somebody
sometime» (Tutti amano qualcuno qualche volta),
il titolo della sua famosa canzone. Ora quella
frase si legge davvero sulla tomba nel cimitero
di Westwood in California, dove riposa dal
giorno di Natale del 1995.
Lino Manocchia |