NEW
YORK, 9.11.2012 -
Diverse domande inviate
dai lettori del nostro sito internet ci hanno
spinti a parafrasare il detto: Giornalisti e
lettori, invertendolo con “i
lettori intervistano il
giornalista”.
Compito non semplice ma gradevole, data la
varietà di soggetti nelle domande che cercheremo
di illustrare, sia pur brevemente.
Dunque
il lettore intervista il giornalista
per“carpire” qualche segreto di vita vissuta, da
un novantaduenne reporter nato a Giulianova
(Teramo) emigrato in America dopo aver sposato
Ada,
una magnifica fanciulla nata nell’Ohio, e dove i
genitori giuliesi avevano piantato le tende
senza peraltro dedicarsi all’arte di minatore
delle eterne miniere di carbone.
Rispondo alla
prima domanda inviata dalla signora
Rose Angelica,
di
Stubenville (Ohio) che vuol
sapere “se
sono mai entrato in una “cava” della miniera e
se ho avuto paura”
«Confesso che soltanto l’incoraggiamento
dell’operatore
RAITV
Aldo
Scarpa, ad entrare
nell’ascensore, mi fece sentire “minatore”. Ma
giuro che a 220 metri di profondità tra il
lacerante rumore delle scavatrici e le lanterne
che fanno girare come ombre, forse oggi non vi
tornerei. Fu uno dei miei momenti memorabili,
irripetibili»
Una gentile
signora ( M.S) di Toronto (Canada) pone questa
domanda:
Quanti divi
italiani si sono affermati a Hollywood?
«Hollywood ne ha attratti molti, specialmente
dive che si distinsero per bellezza e valore
artistico come l’intramontabile
Sofia Loren,
la meravigliosa
Luigina (Gina)
Lollobrigida, e la
Virna Lisi,
fortificando il prestigio del cinema italiano
Aperta, schietta,coraggiosa la prima,”scapricciatella”
la ora 85enne fanciulla di
Subiaco,
definita”la piu’ bella donna del
mondo”, la cui positiva carriera ha prodotto una
cornucopia di film, ricevendoci ben 5 Donatello
ed un Golden Globe. Dopo un’assenza di 14 anni,
impegnata nel Parlamento europeo, Gina e’
tornata alla ribalta con l’amica-rivale Sofia
Loren nel film “L’atelier
della dolce vita “ di
Antonello Sarno.
Tra le varie onorificenze ricevute figura anche
il prestigioso titolo di Cavaliere della legione
d’onore».
L’eclettica
Paola
Branciaroli, dottoressa di
Ricerca in Architettura e Urbanistica di
Pescara, collaboratrice come progettista nel
noto studio di Architettura e Urbanistica del
padre
Flavio, mi chiede:
“Quale è stata la tua più grande soddisfazione e
quale il maggior rimpianto?
«Diversi anni fa, io giovane telecronista della
Voice
of America, venni inviato nel
Massachusett per descrivere le esercitazioni dei
superbombardieri con armi atomiche della SAC (Strategic
Air Comand) presenti senatori e generali,
divenni assistente telemetrista di bordo per
compiere un volo di allenamento durato oltre
quattro ore. Al termine della prova un generale
del comando base mi consegnò una medaglia
ricordo quale premio di “coraggio, generosità e
prontezza” per l‘occasione. Debbo dire che ne
uscì un servizio televisivo interessante e
carico di soddisfazione. Quando si è giovani
questi momenti sono indimenticabili. Dall’altro
canto rimpiango di non aver accettato varie
offerte per “posti di valore” a Roma, nel
Quirinale, dove invece finì l’amico Ias
Gawronsky (Ufficio stampa del Presidente)».
Stringata
la domanda dell’universitaria abruzzese
Alessandra
Liquori che vuol chiarire le
“voci” e i battibecchi sulla famosa giornalista
toscana
Oriana Fallaci.
“Lei
la conosceva, che tipo era?”
«I
nemici la dipingevano come una rompiscatole,
rissosa e dispettosa, mentre si proclamava una
specie di Giovanna d’Arco, vittima di gelosie.
Accattivante, intelligente, Oriana
dall’inseparabile sigaretta, era una cara donna
che non si è mai sposata poichè la sua unione
con
Alekos
(Panagulis;
ndr), la sua anima vivente, l’amore
più bello della sua vita, era in pratica un
matrimonio». I suoi “scritti” han fatto
storia.
Il prof.
Paolo De
Francesco di Atessa, insegnante
d’italiano nell’Università di Monterrey
(Messico), desidera appurare qualche dettaglio
di vita del “maestro”, del “divino”
Salvador Dali,
in una parola, se
Dali fosse
veramente un genio.
«Dali,
come è noto, era un pittore abile e
virtuosissimo,célèbre anche per le immagini
suggestive e bizzarre. I critici lo
consideravano un masochista ma lui si scherniva
dicendo: ”Ma io non sono sadico” Alla domanda se
era superstizioso rispondeva:
"Superstiziosissimo”.
Quando
Salvador si
accorse d’essere un genio?
“Dicendolo, a furia di dirlo lo son
diventato”».
Dalla Florida,
Bruno S.,
ex tecnico addetto al montaggio della
RAI TV,
oggi pensionato, chiede: “In
un incontro di pugilato tra Rocky Marciano e
Muhammad Ali, a pari età, chi avrebbe vinto?
«Bruno
ha bisogno di un chiromante che spieghi come e
perchè
Rocco
Marchegiano
avrebbe vinto il contesto. L’italo americano
possedeva le braccia alquanto corte, ma il suo
sinistro dove giungeva, rovinava. Forse
sarebbero servite 15 riprese come quelle del
match del secolo con Joe Frazier, nello storico
incontro “Thrilla
in Manila” del 1971, quando l’ex
Cassius
Marcellus Clay frantumò quella
roccia umana. I tecnici e gli sportivi pur
rispettando il Grande Ali, salutano il pugile di
Brockton, che appese i guantoni, imbattuto, dopo
48 vittorie per K.o.. Un record».
Mario Andretti, a sinistra, con il compianto
attore Paul Newman.
«Mario
è impareggiabile, una rarità umana», dice
Manocchia del campione automobilistico
Da Montreal,
Piero Facchin, architetto e
compagno di tanti Grand Prix,
vuole dal…
“Guru della penna” un rapido profilo del grande
campione
del
mondo Mario Andretti, che ha vinto tutto quanto
c’era da vincere”.
«Titolo
alquanto
esagerato, penso!
Soltanto il suo arcirivale
A.J.Folyt
si è affiancato a Mario, privo, però,’del titolo
di campione di F.1. che non ha mai trovato. Il
72enne Commendatore Andretti, Sindaco del Libero
Comune di
Montona,
in esilio, con i prestigiosi successi
ottenuti, rappresenta la Leggenda della sua era.
Patriarca dell’automobilismo, vinse la sua prima
500 miglia di Indy (1969) a bordo della vettura
costruita dal magnate
Andy Granatelli,
un altro nome glorioso che il mondo delle
quattro ruote onora. Mario è “impareggiabile”,
una rarità umana, ecco».
Buon ascolto, grazie per l'interesse e buon
principio del 2013.
Lino Manocchia |