Pescara, 11 Gen. 2012 - La famosa massima secondo la quale
“una buona minoranza contribuisce a realizzare
una buona maggioranza” si è ancora una volta
confermata veritiera nel momento in cui il
Consiglio regionale ha approvato - si spera
definitivamente! - il progetto di fusione delle
società pubbliche di trasporto.
La maggioranza, infatti, che pur aveva nel suo
programma tale obiettivo, pressata anche dalle
Organizzazioni sindacali che si sono pronunciate
da tempo in tal senso, ha accettato con qualche
condizione il ricatto della minoranza [fatto
negativo per la democrazia e la trasparenza del
dibattito democratico!] che, a sua volta, pur di
ottenere tale risultato ha ritirato una serie di
emendamenti sul bilancio. Emendamenti che, a
questo punto, i cittadini non sapranno mai se
sarebbero stati migliorativi delle scelte
finanziarie ed operative che Governo regionale e
maggioranza hanno servito per il 2012 alla
collettività abruzzese.
A mio modesto parere, ha fatto bene comunque la
minoranza ad insistere su un progetto per il
quale si era già speso – vedi studio KPMG – ed
ha fatto bene la stessa maggioranza a votarlo,
essenzialmente per due motivi :
1)
ha dato così prova – anche se con
notevole ritardo – di coerenza con quanto
promesso ai cittadini, perché il progetto era
stato già recepito nel programma elettorale e
nel documento programmatico che il Presidente
Chiodi aveva illustrato all’atto del 1°
insediamento dell’attuale Consiglio regionale;
2)
perché oltretutto l’unificazione delle
Società di Trasporto va nel senso della
riduzione dei costi della politica (3 C.d.A., 3
Collegi sindacali, 3 Direttori generali e 3 Vice
Direttori generali), contribuendo al
contenimento e alla razionalizzazione delle
spese di gestione di un pubblico servizio quale
quello del trasporto pubblico locale.
Il risparmio di 6-7 milioni di euro previsto
dallo studio KPMG rappresenta tra l’altro il
minimo del risparmio annuo conseguibile, perché
non tiene conto per esempio dei doppioni e delle
triplicazioni che la Regione paga come
contributo chilometrico sulle stesse tratte a
diverse Società concessionarie.
Il Presidente Chiodi sa benissimo, perché in
possesso di altri studi di settore, che il
risparmio potrebbe arrivare anche a 10 milioni
annui.
Al riguardo meraviglia l’insistenza di alcuni
Presidenti che dovrebbero limitarsi ad esprimere
a bassa voce un loro parere, se richiesto,
evidenziando il problema delle diverse
retribuzioni e dell’eventuale allineamento in
alto e dimostrano invece con le loro
dichiarazioni pubbliche di voler difendere lo
status-quo o di non conoscere l’istituto degli
assegni ad personam per
l’allineamento in basso, che produrrebbe
ulteriori risparmi in sede di rinnovi
contrattuali.
E’ da interpretare ancora il pensiero del
Senatore Tancredi, che condivide le posizioni di
alcuni dei suddetti Presidenti ma sposta
abilmente il tema sulla privatizzazione delle
Società stesse.
C’è piuttosto da chiedersi se alla Regione
Abruzzo, proprietaria quasi unica delle tre SpA
dei trasporti convenga, anche in termini di
servizi pubblici da garantire, privatizzare
prima o dopo la liberalizzazione, prima o dopo
il Piano Regionale dei trasporti, prima o dopo
la decisione di indire la gara d’appalto su un
bacino unico o meno.
Sono questi, a parere, dello scrivente, i ‘nodi’
che la Giunta Regionale deve sciogliere nella
considerazione che la liberalizzazione prima o
poi si dovrà fare, che la privatizzazione prima
o poi potrà essere imposta dal Governo nazionale
e soprattutto nella consapevolezza che la
Regione deve assicurare i servizi minimi
essenziali sull’intero territorio regionale e
disciplinare (Piano dei Trasporti) la
intermodalità ferro-gomma (Sangritana) e gli
altri servizi a noleggio che le Società
pubbliche svolgono già in concorrenza, anche se
non perfetta, con altre Aziende private.
Rimane da interpretare e valutare infine il
‘macigno’ – anch’esso previsto nel provvedimento
approvato dal Consiglio Regionale - della
scissione del trasporto su ferro della
Sangritana. Va compreso infatti se con un solo
ramo d’azienda, quello su ferro appunto,
permarrebbero le condizioni minime di
sopravvivenza per la Società frentana, che si
troverebbe così ad operare con un servizio molto
costoso in un territorio privo di utenza dove si
è già speso tanto e si sta ancora spendendo
tantissimo (tratta Bomba-Quadri ed unificazione
Stazione Castel di Sangro).
Continuare a speculare, come sostiene il
Senatore Di Stefano, sui contributi statali per
le ex gestioni commissariali non è sicuramente
un ottimo modo di organizzare l’intero sistema
del trasporto pubblico locale in Abruzzo, ed è
peraltro di dubbia durata.
Ritengo che il Presidente Chiodi debba uscire
allo scoperto e dichiarare cosa vuole fare e
come per governare il Sistema, anche
politicamente, a prescindere dalle posizioni
personali dei Senatori e dei Presidenti. |