Pescara,
24.02.2012
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La grande vittoria dei referendum popolari del
12 e 13 giugno 2011, quando 27 milioni di
cittadini votarono “4 volte sì” in modo chiaro
ed inequivocabile, è in pericolo.
Due dei quattro quesiti referendari riguardavano
la privatizzazione dell’acqua.
Il primo chiedeva di abolire alcune parti del
Decreto Ronchi che prevedeva sia
l’obbligatorietà della privatizzazione dei
servizi pubblici locali in generale, sia la
privatizzazione della gestione dell’acqua in
particolare.
Il secondo quesito chiedeva di eliminare
immediatamente dalla bolletta la quota della
remunerazione del capitale investito, un vero e
proprio premio di profitto garantito al gestore
del servizio idrico.
Questa straordinaria vittoria della democrazia e
della sovranità popolare oggi viene
costantemente disattesa e messa in pericolo
dalla classe politica ed imprenditoriale
italiana.
Per quanto riguarda il primo quesito
referendario, quello contro la privatizzazione
del servizio idrico, esponenti del Governo Monti
hanno manifestato, in varie occasioni,
l’intenzione di cedere ai privati le aziende di
diritto pubblico locali. Con il decreto sulle
liberalizzazioni hanno tentato, e continuano a
tentare in questi giorni, di assoggettare le
aziende speciali al vincolo del patto di
stabilità. Le stesse Società per Azioni in house
vengono messe in discussione dalle proposte di
modifiche su cui ci si sta confrontando in
Parlamento.
Contro questi tentativi, il Forum Italiano dei
Movimenti per l’Acqua si è già attivato
raccogliendo in poco più di una settimana oltre
37.000 firme a dimostrazione che l’attenzione
dei cittadini contro qualsiasi tentativo di
scippo referendario continua ad essere
altissima.
Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua,
promotore del referendum contro la
privatizzazione dell’acqua, ha individuato nelle
aziende speciali lo strumento migliore per
garantire una gestione realmente pubblica e
partecipata del servizio idrico integrato.
Per questo vogliamo riaffermare l’importanza del
processo di ripubblicizzazione, superando le
stesse Società per Azioni in house che sono
sempre soggetti privatistici finalizzati al
profitto.
Il modello di riferimento è quello di Napoli
dove si è avuta una vera ripubblicizzazione del
gestore attraverso la nascita dell’Azienda
speciale “Acqua Bene Comune”.
Per quanto riguarda il secondo quesito
referendario, quello teso a far uscire il
profitto dall’acqua attraverso l’eliminazione
della remunerazione del capitale investito (che
in bolletta significa un aumento della tariffa
da un minimo del 7% fino ad oltre il 20%), si
deve sottolineare che ad oggi nessun gestore
– in Abruzzo, come nel resto d’Italia – ha
provveduto ad applicare il risultato
referendario che, come ha sancito la Corte
Costituzionale, era immediatamente esecutivo.
Dal giorno della pubblicazione del risultato
referendario (21 Luglio 2011) i gestori
avrebbero dovuto cancellare dalle bollette dei
cittadini la remunerazione del capitale
investito. Questo in Abruzzo, non solo non è
stato fatto, ma anzi i gestori stanno
provvedendo ad aumentare le bollette con
pretestuose argomentazioni. Le varie assemblee
dei sindaci (cosiddette “ASSI” che a livello
provinciale hanno sostituiti gli Ambiti
Territoriali Ottimali) hanno espresso pareri
favorevoli sulle proposte di revisione dei Piano
d’Ambito elaborate dal Commissario regionale
dell’ATO Unico Ing. Caputi con revisioni della
tariffa che comportano l’aumento delle bollette
per gli abruzzesi.
Solo l’Assemblea dei Sindaci della Provincia di
Pescara, messa sotto pressione dai cittadini e
dai comitati per l’Acqua Bene Comune che hanno
contestato e diffidato i sindaci a non votare
l’aumento delle tariffe, si è dichiarata
disponibile ad aprire un tavolo di confronto con
le associazioni, i comitati ed i cittadini che
hanno promosso il referendum per giungere ad
un’applicazione reale dei risultati referendari.
Confronto indispensabile anche per superare le
problematiche che da sempre colpiscono la
società di gestione del servizio idrico: l’ACA
S.p.A. (società per azioni “in house” i cui
azionisti sono i Comuni) da tempo è sottoposta a
diverse inchieste da parte dell’Autorità
giudiziaria.
La messa in mora della sovranità popolare non
può essere ulteriormente tollerata!
Se non si applica la volontà di 27 milioni di
cittadini che ne sarà della nostra democrazia?
Per questo motivo il Forum Italiano dei
Movimenti per Acqua ha avviato in tutta Italia
la campagna di obbedienza civile “Il mio
voto va rispettato!” che mira ad ottenere
l’eliminazione della remunerazione del capitale
investito dalle nostre bollette.
La campagna prevede una serie di azioni nei
confronti delle società di gestione fino
all’autoriduzione delle bollette da parte dei
cittadini pari alla componente della
“remunerazione del capitale investito” (dal 7%
in su).
Anche in Abruzzo, i vari comitati locali stanno
organizzando l’avvio della campagna per la quale
si richiede una partecipazione diretta dei
cittadini e dei lavoratori: solo una
partecipazione consapevole garantirà il rispetto
dei nostri diritti e la salvaguardia di una
risorsa fondamentale all’uomo ed all’ambiente
come l’acqua!
In tutti i territori della nostra Regione si
stanno sviluppando azioni di informazione ai
cittadini, di protesta verso chi non applica il
risultato elettorale, di ricorsi alla giustizia
amministrativa, di azioni di reclamo che daranno
vita alla costituzione di veri e propri
sportelli sociali per la campagna.
Quello che sta avvenendo a livello nazionale è
perfettamente in linea con una politica
liberista internazionale di svalutazione,
privatizzazione ed espropriazione delle risorse
del territorio. Pertanto un primo appuntamento
di riflessione regionale sulla campagna e sulle
dinamiche globali di difesa dell’acqua è stata
organizzata per sabato 25 febbraio alle ore
17.00 presso la Libreria Primo Moroni, via
Quarto dei Mille, Pescara. L’iniziativa, aperta
a tutti i cittadini, sarà incentrata sul
prossimo evento internazionale, il FAME – Forum
Alternativo Mondiale dell’Acqua – che si
svolgerà a Marsiglia dal 14 al 17 marzo, dove i
movimenti di tutto il mondo s’incontreranno per
discutere della gestione pubblica e partecipata
dei servizi idrici. |