L'Aquila, 26.9.2012
- Dall'ex Parlamentare Pio Rapagnà, coordinatore
regionale del Movimento Mia Casa d'Abruzzo,
riceviamo e pubblichiamo:
Il Mia Casa
d'Abruzzo chiede alla Giunta Regionale il ritiro
del “Progetto di Legge” n. 428 del 21 giugno
scorso, letteralmente “copiato” dalla Regione
Lombardia, con il quale si stabiliscono criteri
per il calcolo dei canoni che, con tutte le sue
“criticità” già evidenziate da un apposito e
qualificato “Osservatorio”, non si adattano in
alcun modo ad una regione “diversa” come
l'Abruzzo.
Saranno
praticamente “raddoppiati” tutti i canoni, e in
particolar modo alle fasce sociali più deboli ed
ai nuclei famigliari composto da anziani e
giovani coppie con ridotte capacità economiche.
Contestualmente,
in presenza di una gravissima crisi economica e
sociale, e con la imminente esplosione della
“bolla” speculativa e finanziaria legata alla
edilizia privata e abitativa, la Regione Abruzzo
vorrebbe immettere “sul mercato” gli alloggi
pubblici invece di consentirne il “riscatto
graduale e sociale” a quelle famiglie di
lavoratori e pensionati che, con i loro
“contributi GESCAL” e con il pagamento del
canone di locazione, hanno partecipato, con il
loro risparmio e il loro sacrificio, alla
realizzazione di un prezioso patrimonio
abitativo pubblico che, prime gli IACP e poi le
ATER non hanno saputo gestire, amministrare e
conservare nel loro “spirito originario”.
E così, con tutti gli scandali che stanno
emergendo circa l'uso dei fondi pubblici nelle
varie regioni, a fini diversi da quelli sociali
ed istituzionali, la Regione Abruzzo, senza
alcuna forma di vergogna morale, di equità e di
giustizia,
“dimostra” con i fatti di essere interessata più
a “coprire e sanare” i “bilanci deficitari”, le
spese e gli sprechi delle 5 ATER, piuttosto che
a tutelare i diritti ed i bisogni fondamentali
di migliaia e migliaia di famiglie abruzzesi.
La Giunta Regionale,
invece di assumersi la responsabilità della
“situazione disastrata” in cui versa ed è
abbandonata l'intera Edilizia Popolare della
Regione Abruzzo, è impegnata a fare saltare una
“pace sociale” che, nella sostanza, ha resistito
per circa 16 anni, dopo tanti conflitti e
contenziosi con le ATER e, sul piano della
corretta legislazione, con lo stesso Consiglio
regionale, davanti al quale gli
Inquilini e gli Assegnatari abruzzesi sono
costretti a portare, ancora una volta, la
“indignata” protesta.
Una delegazione del Mia Casa
d'Abruzzo, nella giornata di martedì 2 ottobre,
sarà presente ai lavori del Consiglio Regionale
e rinnoverà la richiesta di “non approvare” il
famigerato progetto di legge presentato dalla
Giunta Regionale, per consentire una necessaria
riflessione sulla intera materia della Edilizia
Residenziale Pubblica e sulla inevitabilità
dello “scioglimento” dei 5 “carrozzoni mangia
canoni” rappresentati dalle attuali 5 ATER della
Regione Abruzzo.
Piuttosto, il Consiglio Regionale
e la Giunta si impegnino a fondo e diano un
“contributo fattivo”, legislativo, di indirizzo
e di controllo, per la “ricostruzione e la messa
in sicurezza simica” di quelle abitazioni
pubbliche colpite dal terremoto e costruite in
Comuni e zone ad alto e altissimo rischio.
Non si capisce però il perché, proprio in questi
giorni, una Giunta Regionale di centrodestra
guidata da un Presidente come Gianni Chiodi già
Commissario straordinario alla ricostruzione, e
su proposta “addirittura” dello stesso Assessore
Regionale alla Edilizia Residenziale Pubblica
Angelo Di Paolo abbia deliberato un “Progetto di
Legge” con il quale, tra l'altro, si “abroga”
(cioè si annulla) quella stessa Legge Regionale
n. 96 del 1996 della quale il Sindaco
dell'Aquila e quelli del cratere dovrebbero
“tenere conto” nello stabilire e calcolare un
eventuale “canone provvisorio di locazione” per
le famiglie ancora. |