Pescara, 28.6.2012
-
Periodo
nero per il Comitato V.I.A. della Regione
Abruzzo e per l'Assessorato all'Agricoltura.
E' stata, infatti, depositata dal TAR
Abruzzo di L'Aquila la sentenza di merito
sul ricorso presentato dal WWF Italia
assieme agli Animalisti Italiani e alla Lega
Anti Caccia. Si ricorderà che il TAR ad
ottobre scorso aveva accolto la richiesta di
sospensiva del calendario venatorio della
Regione Abruzzo. Ora, con la sentenza di
merito, il TAR non solo ha accolto le
principali critiche sollevate dalle
associazioni ma ha anche ritenuto fondata
l'eccezione di costituzionalità della Legge
Regionale 10/2004 sull'attività venatoria in
Abruzzo nella parte che disciplina un
aspetto fondamentale, il cosiddetto Comparto
Unico sulla Migratoria.
Il WWF Abruzzo esprime grande soddisfazione
sulla decisione del TAR. Intanto il Collegio
ha soddisfatto l'esplicita richiesta delle
associazioni di discutere nel merito il
ricorso pur essendo scaduto il Calendario
Venatorio 2011-2012. Infatti ha ritenuto che
sia interesse non solo dei ricorrenti ma
anche della stessa Regione Abruzzo,
conoscere le motivazioni di merito sulle
eccezioni sollevate anche per adeguare i
futuri calendari venatori.
Moltissime erano le criticità evidenziate
dalle associazioni. Tra i punti salienti:
1) SPECIE IN DECLINO:
si era consentita l'apertura alla caccia per
specie in declino e l'ampliamento del
periodo di caccia per queste e altre specie
(come frullino, moretta, marzaiola,
mestolone, codone, canapiglia, fischione,
beccaccino) discostandosi dai periodi e
dalle modalità gestionali indicati dall'ISPRA.
Per il primo punto il WWF aveva sostenuto
che la Regione Abruzzo permetteva la caccia
per diverse specie in declino, soprattutto
acquatiche, nonostante non avesse prodotto
censimenti recenti e nonostante i dati
raccolti dalla Stazione Ornitologica
Abruzzese indicassero una presenza minima in
Abruzzo delle specie in questione (meno di
5.000 unità, per alcune pochi individui). In
una tale situazione non solo la Regione
Abruzzo ha comunque aperto la caccia a
queste specie ma ha anche previsto carnieri
inusitati rispetto alla reale consistenza
numerica delle specie in Abruzzo (il WWF
aveva evidenziato il fatto clamoroso che la
Regione consentiva un prelievo teorico di
3.825.000 individui l'anno per queste
specie!).
Il TAR ha accolto pienamente questa critica ed
ora la Regione Abruzzo dovrà adeguarsi anche per
il futuro chiudendo la caccia a queste specie in
declino (SPEC) e presenti con numeri che non
consentono alcun prelievo.
2) ORSO BRUNO:
il comitato V.I.A. prima aveva vietato l'inizio
dell'attività venatoria nell'area A del PATOM di
massima presenza dell'Orso bruno ma dopo poche
settimane aveva cambiato idea con un secondo
giudizio in cui si consentiva l'attività
venatoria ponendo alcune prescrizioni per la
sola caccia al Cinghiale.
Su questo punto il TAR censura la Regione
Abruzzo e il Comitato V.I.A. sulla tutela del
animale simbolo della Regione, l'Orso bruno
marsicano. Dopo la richiesta pervenuta dall'Ente
Parco nazionale d'Abruzzo che chiedeva di
evitare il disturbo all'Orso in un periodo
delicatissimo come quello che precede il letargo
in cui l'orso è iperfagico, il Comitato V.I.A.
aveva varato un primo parere vietando fino al
primo novembre tutta l'attività venatoria nelle
aree di maggiore presenza della specie. Dopo
poche settimane lo stesso Comitato fece un
clamoroso dietrofront nonostante le precise e
circostanziate diffide inviate dal WWF. Ebbene
il TAR ha bacchettato pesantemente l'Assessorato
all'Agricoltura e il Comitato V.I.A. scrivendo
“Le carenze della valutazione effettuata e la
mancanza di motivazione sui punti specifici
suddetti conduce quindi all’accoglimento delle
censure esaminate relative alla Valutazione di
incidenza.”
3) RELAZIONE TECNICA INIDONEA:
l'assessorato all'Agricoltura aveva allegato al
Calendario Venatorio una relazione tecnica. Tale
relazione, secondo le associazioni, non era
conforme ai requisiti tecnici che deve avere lo
Studio di Incidenza Ambientale secondo quanto
previsto dalle normative comunitarie in materia
di Valutazione di Incidenza Ambientale al fine
di valutare l'impatto della caccia (per disturbo
ecc.) sulle specie particolarmente protette a
livello comunitario (non solo l'Orso, ma anche
il Lupo, il Camoscio, il Falco grillaio ecc.).
Il Comitato V.I.A.- aveva inopinatamente
accettato di valutare tale studio.
Ancora più grave appare quindi la censura del
TAR sull'operato del Comitato VIA e dei
funzionari dell'assessorato all'Agricoltura su
questo punto, quando conferma che l'intera
relazione tecnica allegata al Calendario non
permetteva di valutare gli effetti della caccia
sulle specie protette a livello comunitario.
4) COSTITUZIONALITA' DEL COMPARTO UNICO SULLA
MIGRATORIA:
il comparto unico sulla migratoria, introdotto dalla legge
regionale 10/2004, definendo l'Abruzzo come
unico comparto, nega il legame
cacciatori-territorio richiesto dalla legge
nazionale sulla caccia rendendo possibile ai
cacciatori non solo di andare a caccia anche
fuori dall'ATC in cui è iscritto ma anche di
cacciare per più giorni la settimana.
Il TAR ha emesso un'ordinanza con la quale
chiede alla Corte Costituzionale di esprimersi
sulla costituzionalità della norma regionale.
5) USO DELLE MUNIZIONI AL PIOMBO: la Regione ha consentito l'uso delle munizioni al piombo (pallini e
cartucce di piombo) per i quali l'ISPRA aveva
evidenziato l'esistenza di gravi problemi
sanitari derivanti dalla contaminazione da
questo metallo pesante, non solo per le rare
specie necrofaghe come Nibbio reale e Grifone ma
anche per l'uomo stesso. Invece di vietarlo la
Regione ne aveva semplicemente “sconsigliato”
l'uso.
Anche su questo aspetto il TAR ha dato ragione
al WWF sostenendo che la Regione Abruzzo non ha
correttamente valutato la necessità di vietare
l'uso delle munizioni al piombo nonostante la
loro pericolosità.
6) ALTRI ASPETTI:
il TAR ha anche accolto la parte del ricorso
sulla definizione degli orari di caccia. Altri
aspetti marginali non sono stati accolti (come
l'indicazione chiara delle mappe delle aree
incendiate e alcuni giorni in più sulla caccia
alla Beccaccia) ma è tale il numero di punti su
cui è stata data ragione alle associazioni che
viene minato alla base l'intero apparato del
calendario.
Dichiara Michele Pezone, avvocato che ha curato
il ricorso al TAR per le associazioni “Il
ricorso era molto complesso ma, come ricordato,
5 erano i punti principali e generali oltre ad
alcune situazioni più puntuali. Il TAR non solo
ci ha dato ragione sulle questioni più
importanti ma ha anche accolto le nostre tesi su
punti, come gli orari di caccia, che paiono più
marginali ma che hanno comunque importanza, ad
esempio per i controlli da parte degli organi di
polizia. Assai rilevante l'accoglimento da parte
del TAR della questione di legittimità
costituzionale del comparto unico sulla
migratoria prevista dalla normativa regionale: è
un successo enorme che apre la strada,
finalmente, ad una sentenza chiarificatrice
della Corte Costituzionale. Nonostante la
regione Abruzzo continui a varare i calendari
all'ultimo secondo invece di approvarli entro il
15 giugno come prevede la legge, complicando e
rallentando la nostra azione, abbiamo ottenuto
un risultato straordinario. Inoltre lo scorso
anno sono arrivati addirittura a cambiare il
calendario venatorio “in corsa” e alla fine,
dopo la prima sospensiva del TAR, abbiamo anche
dovuto presentare diffide formali e un “ricorso
per ottemperanza” perché l'assessorato tardava
nell'applicazione puntuale della sospensiva del
TAR. La sentenza in un punto chiarisce che era
necessario entrare nel merito anche perché è
bene chiarire vicende che potrebbero avere
rilevanza anche sotto altri aspetti, come, a mio
avviso, quello del danno al patrimonio
indisponibile dello Stato costituito dalla fauna
selvatica. Ora potremo lavorare anche in tal
senso affinché chi deve prendere decisioni sulla
biodiversità che è patrimonio di tutti lo faccia
per il bene comune e non per avvantaggiare
l'interesse di parte dei cacciatori”
Dichiara Augusto De Sanctis, membro per il WWF
della consulta venatoria regionale “E' un
successo clamoroso che ha alla base un nostro
lavoro capillare su un argomento su cui ci sono
continui tentativi di derogare alle normative
esistenti. Dispiace che l'assessorato
all'Agricoltura e il comitato VIA non ascoltino
le puntuali osservazioni inviate per tempo dal
WWF. Eviterebbero brutte figure e pesanti
censure ma soprattutto, dimostrerebbero di
gestire correttamente il patrimonio che è
affidato alle loro cure. Le scelte che hanno
fatto questi organismi “sulla pelle dell'Orso
bruno”, simbolo della nostra regione, erano
veramente inconcepibili, soprattutto per una
regione che ha sottoscritto un impegno formale,
il PATOM, per salvare l'orso. Ora riteniamo che
il prossimo calendario venatorio debba adeguarsi
fino all'ultima virgola alla sentenza del TAR
Abruzzo: il WWF vigilerà attentamente anche
perché dai primi segnali si sta predisponendo un
calendario venatorio con le stesse criticità
dello scorso anno”.
|