PESCARA,
1.12.2012
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Il WWF e gli Animalisti Italiani nei giorni
scorsi hanno depositato al TAR L'Aquila il
ricorso contro l'approvazione da parte della
Giunta regionale della Regione Abruzzo di un
regolamento che apre la strada alla caccia al
cervo e al capriolo.
Il Documento “Indirizzi generali per la
gestione delle popolazioni di Cinghiale e
principi generali per la gestione delle
popolazioni di Cervo e Capriolo” era stato
approvato dalla Giunta Regionale nel 2011 ma,
stranamente, la delibera era stata pubblicata
sul BURA solo il 26 settembre 2012 probabilmente
per permettere l'immediata approvazione di
ulteriori provvedimenti attuativi
all'Amministrazione Provinciale di Pescara il 4
ottobre (discussione poi rinviata a causa dei
dubbi insorti tra gli stessi cacciatori).
Alla pubblicazione sul BURA è seguita una forte
presa di posizione da parte dell'opposizione in
Consiglio Regionale sulle modalità di
approvazione del documento che avrebbe leso le
prerogative del Consiglio. I dubbi
dell'opposizione hanno trovato conferma nel
parere del Collegio per le Garanzie Statutarie
della Regione che confermava la natura
regolamentare del provvedimento e, quindi, la
competenza del Consiglio Regionale e non della
giunta per la sua approvazione.
Dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF
Italia “La Giunta Regionale a seguito del
parere del Collegio avrebbe dovuto
immediatamente ritirare la Delibera ammettendo
di aver compiuto un passo falso. Abbiamo
aspettato fino all'ultimo un ravvedimento
operoso che non c'è stato e siamo stati
costretti a depositare l'ennesimo ricorso al TAR
in materia di caccia. E' deprimente pensare
quante risorse pubbliche – tra impegno
dell'avvocatura, dei giudici e dei funzionari –
si devono perdere per un provvedimento che non
solo è stato censurato dal Collegio delle
garanzie Statutarie ma che ha visto una vera e
propria sollevazione popolare dei cittadini
abruzzesi che sono contrari alla mattanza di
animali come cervo e capriolo. Il buon senso
avrebbe consigliato di evitare un inutile
contenzioso visto che il provvedimento, a nostro
avviso, è illegittimo non solo per la procedura
di approvazione seguita ma anche per i
contenuti. Infatti vi sono evidenti contrasti
con la Legge 394/91 sui parchi, visto che il
regolamento prevede che siano le province ad
autorizzare l'ingresso di cacciatori nelle aree
protette in aperta violazione delle norme
nazionali. Purtroppo il Presidente Chiodi ha
perso un'occasione per richiamare il suo
assessore Febbo ad una gestione della materia
venatoria più attenta alla tutela degli
interessi collettivi e non a quella delle parti
più estremiste del mondo venatorio, dopo anni di
sconfitte davanti a TAR, Consiglio di Stato e
Corte Costituzionale, . Ringrazio l'Avv. Michele
Pezone che ha curato l'atto e faccio appello ai
cittadini abruzzesi affinché aiutino le due
associazioni a sostenere le spese per tutti
questi contenziosi”. |