PESCARA, 5.11.2012-
I materiali tossici della megadiscarica
“Tremonti” posta a pochissimi metri dal Fiume
Pescara nel Sito Nazionale di Bonifiche di Bussi
rischiano di rimanere lì per i prossimi decenni,
come una spada di Damocle per l'intera Val
Pescara.
Domani presso il Ministero dell'Ambiente si
terrà la Conferenza dei Servizi istruttoria sul
Sito di Interesse Nazionale per le Bonifiche di
Bussi, riunione che dovrà approfondire una serie
di progetti di messa in sicurezza e piani di
caratterizzazione presentati da enti pubblici e
privati.
Tra gli altri si discuterà un progetto
presentato dal Commissario Goio riguardante la
famigerata mega-discarica di rifiuti tossici
“Tremonti” dove, a pochi metri dal fiume
Pescara, sono presenti centinaia di migliaia di
mc di materiale contaminato da sostanze tossiche
e/o cancerogene. Dopo aver già provveduto al
cosiddetto “capping” (la copertura con teli per
evitare l'infiltrazione delle acque piovane
dall'alto) questo nuovo intervento prevede il
posizionamento attorno al perimetro del sito di
una palancolatura con profondità di 20 metri. Si
tratta di una barriera di metallo che, secondo
il progetto, dovrebbe evitare il contatto tra
rifiuti e acqua di falda. L'intervento ha un
costo di 4 milioni di euro.
Dichiara Luciano Di Tizio, presidente del WWF
Abruzzo “Il WWF parteciperà alla conferenza dei
servizi con un proprio rappresentante che
esprimerà fortissimi dubbi sulla soluzione
prospettata dal commissario. In primo luogo non
appare idonea a raggiungere lo scopo di impedire
il contatto tra acqua di falda e materiale
inquinato vista la particolare condizione di
complessità idrogeologica del sito. Il progetto
non prevede simulazioni sul comportamento della
falda dopo l'intervento e, quindi, non offre
sicurezze sulla sua efficacia. Tra l'altro nelle
premesse del progetto si sostiene che il
“capping” già realizzato ha risolto gran parte
dei problemi di contatto tra acqua e rifiuti.
Allora perché intervenire con un progetto che
costa quasi tre volte il “capping” stesso? In
realtà i dati contenuti negli elaborati mostrano
come effettivamente ancora oggi il materiale
tossico è a contatto con l'acqua di falda visto
che in alcuni punti dell'area questa è a
profondità di poco più di un metro, a fronte di
accumuli di materiale tossico di diversi metri.
La questione che ci preoccupa di più è che la
costruzione di questo tipo di barriera, per
stessa ammissione dei progettisti, è un
intervento che di solito viene attuato quando si
decide di far rimanere in loco il materiale
inquinato con la cosiddetta Messa in Sicurezza
Permanente, che è la seconda fase della
procedura di bonifica. In maniera fuorviante qui
invece viene presentato nell'ambito della
cosiddetta Messa in Sicurezza d'Emergenza che
corrisponde alla primissima fase delle procedure
di intervento in un sito inquinato. Vorrebbe
dire che il Commissario sta predisponendo il
sito della discarica “Tremonti” affinché i
materiali tossici rimangano lì per i prossimi
decenni, a pochi metri dal principale fiume
abruzzese. Il WWF ritiene questa scelta
inaccettabile anche perché una decisione del
genere dovrebbe coinvolgere la popolazione
dell'intera val Pescara e non avvenire in una
conferenza dei servizi che non è stata neanche
pubblicizzata adeguatamente dal Ministero
dell'Ambiente”. |