Pescara, 12.12.2012-
La concessione Ombrina Mare, progettata per le
coste d'Abruzzo dalla ditta inglese
Mediterranean Oil and Gas (MOG), è tornata
al vaglio del governo centrale che in queste
settimane raccoglie pareri e osservazioni da
parte di enti, regioni e comuni.
Ombrina Mare aveva avuto un preavviso di rigetto
nel 2010 in sede di V.I.A. dal Ministero
dell'Ambiente a causa del Decreto Prestigiacomo
e degli enormi impatti negativi che avrebbe
comportato ai residenti, al turismo, alla pesca
e alle varie zone protette che sorgono lungo il
litorale della costa teatina. Una decisione che
ricalcava il parere di centinaia e centinaia di
cittadini, associazioni, docenti universitari ed
enti locali che avevano espresso la loro
contrarietà mandando osservazioni in critica ed
organizzando diversi eventi di protesta.
Il progetto della MOG riguarda il litorale fra
Ortona, San Vito, Rocca San Giovanni, Fossacesia
e Torino di Sangro e prevede la costruzione di
un piattaforma per estrazione di petrolio con
annessa nave FPSO, un vero e proprio centro oli
galleggiante per la desolforazione sul posto del
greggio estratto dai fondali marini a soli 9
chilometri dalla riva e nelle strette vicinanze
di una riserva di pesca finanziata dall'UE.
Secondo le stime della stessa MOG ci sarà ogni
giorno l'incenerimento di circa 200 tonnellate
di materiale di scarto da una fiamma perenne
sulla nave FPSO. È bene ricordare che questo
tipo di raffinerie a mare non vengono usate
neanche nel golfo del Messico per la loro
pericolosità.
Il Decreto Sviluppo nell'estate 2012 ha
consentito alla MOG di riaprire nuovamente la
discussione. Questa volta però, secondo un
procedimento che a nostro parere è profondamente
antidemocratico, il governo dei tecnici ha
escluso i cittadini dalla possibilità di inviare
osservazioni |