Pescara, 27.3.2012 -
Il WWF interviene sulla decisione del collegio
del Tribunale di Pescara di dichiararsi
incompetente sul processo per il disastro
ambientale di Bussi in quanto il reato da
contestare doveva essere quello di avvelenamento
e non già quello di adulterazione, rimandando
gli atti al PM.
Dichiara Dante Caserta, consigliere nazionale
del WWF "La decisione del GUP che aveva
derubricato il reato da avvelenamento a semplice
adulterazione delle acque non ci aveva convinto
e, anzi, ci preoccupava per le potenziali
ripercussioni di tali valutazioni anche per
altre vicende in Italia. A caldo, dopo le
decisioni del GUP, avevamo subito fatto notare
questo aspetto e il potenziale impatto negativo
di quella decisione anche sulla possibilità di
ottenere giustizia per i gravissimi fatti di
Bussi. Infatti l'ipotesi di adulterazione delle
acque, molto meno grave del reato di
avvelenamento, avvicinava i termini di
prescrizione e rischiava di avviare su un
binario morto la vicenda processuale per uno dei
peggiori disastri ambientali europei. Ricordo
che nelle falde acquifere sottostanti l'area di
Bussi sono stati riscontrati valori per alcuni
inquinanti tossici, come il cloroformio, di 3
milioni di volte oltre i limiti di legge. Viene
così avvalorato il lavoro del PM Mantini che ha
con forza difeso l'impostazione originaria
dell'inchiesta. Auspichiamo che ora si chiuda
velocemente la nuova fase di udienza
preliminare". |