Roma,
6 giugno 2012 -
Oggi a Scanno, nel Parco Nazionale d’Abruzzo,
Lazio e Molise è avvenuta l’installazione di un
grosso recinto sperimentale fisso a tutela
dell’orso bruno marsicano, nell’ Azienda
agricola zootecnica di Rotolo Gregorio e C.
grazie al progetto
europeo LIFE Arctos.
L’installazione di recinzioni, installate a
costo zero per gli allevatori, ha l’obiettivo
di minimizzare i danni ad allevamenti ed apiari
ed è accompagnato dall’assistenza agli
allevatori che operano nelle zone frequentate
dall’orso bruno negli Appennini e nelle Alpi.
Il progetto europeo vuole promuovere l’uso di
sistemi di prevenzione idonei da parte delle
categorie interessate fornendo assistenza,
informazioni e formazione per incrementare la
conoscenza e facilitare la convivenza tra l’uomo
e l’orso.
L’attuale politica di indennizzo prevista per i
danni dei grandi carnivori in diverse regioni
deve essere necessariamente rivista alla luce
delle esperienze maturate e delle politiche di
prevenzione che devono diventare obbligatorie e
condizione necessaria per potere richiedere il
rimborso di eventuali danni.
Anche l’allevamento nelle zone montane dove sono
presenti i grandi carnivori va regolamentato e
qualificato alla luce delle esperienze e delle
politiche di conservazione in atto. Inoltre va
abrogato l’assistenzialismo che non prevede un
confronto e una evoluzione dei metodi di
allevamento.
Serve un coordinamento strategico ed un
monitoraggio continuo di tutto ciò ma più che
mai serve attivare utili e ben meno costose
politiche di prevenzione, con quei sistemi
oramai ben conosciuti come recinzioni
elettrificate, recinzioni fisse adeguate, cani
da guardiania e sorveglianza perché prevenire
situazioni conflittuali è meglio che intervenire
quando i danni sono ormai sofferti.
“La minimizzazione dei conflitti è alla base delle politiche
di conservazione dell’orso in Italia, nelle Alpi
come sugli Appennini. La prevenzione dei danni
va fatta anche attraverso appositi recinti e la
gestione dei rimborsi che devono essere più
veloci e adeguati in particolare negli
Appennini. Quando i danni comunque avvengono le
azioni di conservazione a favore della specie
sono propedeutiche a qualsiasi altro progetto.
Favorire e premiare gli allevatori custodi del
loro territorio e delle specie selvatiche che ci
vivono è la missione per il futuro”
ha detto Massimiliano Rocco Responsabile
Programma Specie, TRAFFIC e Foreste del WWF
Italia.
Il progetto, cofinanziato con fondi europei e
coordinato dal
Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise vede
la partecipazione di altri dieci enti: Regioni
Abruzzo, Lazio, Lombardia, Friuli Venezia
Giulia, la Provincia Autonoma di Trento, il
Corpo Forestale dello Stato, il Parco Naturale
Adamello Brenta, l' Università di Roma La
Sapienza e il WWF Italia.
LIFE ARCTOS, avviato nel settembre 2010, durerà
4 anni
e vuole facilitare lo sviluppo di azioni
coordinate che possano concretamente favorire la
presenza dell’orso in Italia nel lungo termine,
come ad esempio l’adozione di
buone pratiche per la gestione della zootecnia
in montagna che siano compatibili con la
presenza dei grandi carnivori, l’adozione di
procedure e regolamenti comuni per la
prevenzione dei danni e non da ultimo, una
corretta informazione su questa specie.
In
alcuni casi i danni possono essere causati alle
attività economiche come gli allevamenti
ovicaprini, bovini ed equini (anche se per
questi il rischio è limitato soprattutto ai
nuovi nati), gli apiari, i pollai e le colture
pregiate. Si tratta di danni complessivi
limitati, che però possono essere localmente
significativi e rendere più difficoltosa
l’accettazione di questa specie tutelata a
livello comunitario e la popolazione rurale. La
causa di questi episodi è da ricercare
soprattutto nella mancata adozione di quelle
misure di prevenzione che gli abitanti di molte
zone rurali hanno storicamente messo in atto in
passato, ma che ora sono state pressoché
dimenticate: custodia delle greggi e dei pollai,
recinti , utilizzo di cani da difesa, ecc.
Appennini:
Nonostante la legislazione ne vieti l'uccisione,
la situazione è allarmante: nell’Italia centrale
quasi il 90% delle morti
accertate è dovuta all’uomo, in particolare
oltre il 40% è conseguenza diretta del
bracconaggio. Salvare l’orso significa
mantenere in vita l’ambiente nel quale vive e
tutte le specie animali che abitano con lui: è
l’indicatore naturale dello stato di salute di
un ambiente forestale. Alcune volte la ricerca
di cibo lo porta ad invadere allevamenti di
bestiame, alveari oppure coltivazioni. Per
questo è importante elaborare delle strategie di
buona convivenza tra uomo e orso.
Alpi:
la popolazione attuale di orso bruno è in gran
parte il risultato dell’incremento numerico a
seguito di una reintroduzione effettuata negli
anni ’90 in Trentino. In Regione Lombardia,
dove per ora la presenza dell’orso è limitata ad
alcuni individui di orso che si spostano dal
nucleo originario trentino, l’allevatore di
montagna ha perso confidenza e abitudine alle
buone pratiche che minimizzano i danni dei
grandi predatori. Il Progetto Life Actos viene
incontro all’agricoltura di montagna fornendo
recinti elettrificati in comodato gratuito e
privilegiando gli apicoltori e gli allevatori
che collaboreranno attivamente alla manutenzione
dei recinti consegnati.
ORSO BRUNO: L’IDENTIKIT
Nome scientifico:
Ursus arctos.
Nome comune:
Orso bruno europeo ed Orso bruno
marsicano.
Caratteristiche fisiche: Nell’Orso bruno
Europeo il mantello è di colore bruno rossastro
e negli individui più giovani non è rara la
presenza sul petto di un collare o una macchia
chiara, a forma di “V”. Il muso è allungato.
Nell’Orso bruno marsicano il mantello è di
colore marrone, più chiaro sulla testa, sul
collo e sul dorso. Il muso è più corto e più
tozzo dell’Orso bruno europeo.
Etologia:
A parte il periodo degli amori, l’Orso
preferisce una vita solitaria. Il letargo
invernale può durare fino a 6 mesi.
Biologia:
Tra i più grandi carnivori esistenti. Ha un
acuto senso dell’olfatto. Le sue dimensioni sono
molto variabili.
Riproduzione:
La stagione degli amori arriva a
primavera inoltrata, quando gli orsi maschi,
seguendo i messaggi olfattivi lasciati dalle
femmine, cominciano a cercare una compagna. Dopo
l’accoppiamento, però, la coppia si scioglie
subito: sarà la mamma da sola ad occuparsi dei
cuccioli.
I piccoli di solito sono uno o due (raramente
tre) e nascono nelle tane tra gennaio e febbraio
dopo 7/10 mesi di gestazione.
Alimentazione:
Mangia di tutto, si ciba di germogli, erbe,
frutta e radici e carne. Nella sua dieta sono
compresi anche api, larve, formiche e miele.
Caccia attivamente prede anche di grosse
dimensioni e può nutrirsi di carcasse.
Distribuzione:
L’Orso bruno europeo sopravive in Italia
sulle Alpi e l’Orso bruno marsicano
sull’Appennino centrale. Le popolazioni contano
purtroppo un numero estremamente esiguo di
esemplari.
Status:
Inserito nella Direttiva Habitat 92/43/CEE
Allegato II come specie prioritaria in via di
estinzione, l’Orso è vittima del bracconaggio,
della distruzione e frammentazione del suo
ambiente naturale.
VADEMECUM WWF: “INCONTRO CON L’ORSO: ISTRUZIONI
PER L’USO”
LUI:
L’orso non attacca se non è provocato
Se l’orso si alza in piedi e annusa è solo per
valutare meglio la situazione, non per
manifestare aggressività.
L’eventuale atteggiamento aggressivo o
minaccioso ha lo scopo di intimidire e
allontanare.
Raramente si possono verificare “falsi attacchi”
che non portano a un reale contatto.
NOI:
Se si avvista un orso a distanza è opportuno:
rimanere sul posto e godersi la vista senza
cercare di avvicinarsi, magari per scattare
delle foto.
In caso di un incontro ravvicinato è opportuno:
far notare la propria presenza, parlando ad alta
voce;
allontanarsi velocemente, senza correre,
lasciando sempre una via di fuga all’orso.
Se l’orso manifesta un atteggiamento minaccioso,
si suggerisce di mettere qualcosa davanti a sé,
come lo zaino e allontanarsi senza correre.
VIDEO E FOTO
Fotogallery della mostra dei fumettisti italiani sull’orso
http://www.wwf.it/client/ricerca.aspx?root=30673&parent=11603&content=1
Video
sull’orso bruno marsicano con immagini catturate da una foto trappola
all’oasi WWF Gole del Sagittario in Abruzzo
http://www.youtube.com/watch
feature=player_embedded&v=E1UqgJaq_LQ
O scaricabili da http://upload.wwf.it/GiornataOasi/file/VIDEO/camera%20trap%20gole%20sagittario/
Dettagli del progetto disponibili
http://www.life-arctos.it/home.html
www.wwf.it
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