ROMA,
12.3.2013
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Dalla Fnsi-Unci riceviamo e pubblichiamo:
Il web disarciona il
giornalismo
di Romano Bartoloni
Presidente Sindacato cronisti romani
Una volta il giornalismo aveva il polso della
situazione del Paese, oggi non più. Terremotando
la politica, le ultime elezioni hanno segnato il
trionfo di Internet, mentre il boom del web ha
spuntato le armi dei giornalisti che non ne
hanno azzeccata più una. Persino i talk-shaw
sono stati battuti dall’euforia del digitale,
dalla voglia di contare di più da parte degli
eserciti di internauti. Lo choc ha disorientato
i pezzi da novanta del giornalismo, e con loro
il codazzo di opinionisti di ogni peso e di ogni
livello di presunzione. Li ha traditi la
supponenza del saccente e la miopia
autoreferenziale. Nonostante in molti
origliassero fra gli anfratti della rete dal
buco della serratura, non si è saputo cogliere
la dimensione dei cambiamenti e l’impeto
sconvolgente della demo! crazia diretta, e si è
continuato a inseguire sondaggi surreali. A
rimorchio del Palazzo della politica in mano a
gente screditata, si è smarrita la bussola
dell’opinione pubblica, e si è finito con il
navigare a vista nel virtuale.
I mass-media tradizionali stanno perdendo il
controllo della notizia che il web produce e
auto produce da sé a ritmi incontenibili,
stritolandola in mezzo alle ruote di una
comunicazione prodotta da una miriade di
protagonisti. Si fatica a intercettare i flussi
delle fonti di informazione moltiplicatisi in
misura esponenziale, e che ti passano sotto il
naso a velocità supersonica. Si cerca di
cogliere, fior da fiore dalla montagna
interattiva, almeno gli spunti che possano
soddisfare la spettacolarità degli eventi
secondi canoni del mestiere avviati al tramonto.
Il ruolo di mediatori tra i fatti e i cittadini
si è indebolito al tal punto che i grillini
dell’ultima ora hanno trovato la sfacciataggine
di sfotterci. Peraltro, si rischia di ammainare
la bandiera del giornalismo in un mo! ndo edi
toriale che, invece, di mettersi al passo con i
tempi, si illude di salvare la pelle
smantellando le migliori energie professionali.
Diventa follia suicida restare a guardare la
grande vetrina interattiva senza entrarci dentro
con la forza dell’esperienza e l’autorevolezza
del cronista. Non basta che lasciamo ai lettori
l’opportunità di interagire con noi, con i
nostri blog e con le nostre piattaforme
digitali. Di questo passo, ci si infila in un
ruolo di nicchia. Per raggiungere le grandi
masse di navigatori, bisogna invertire la rotta.
Non aspettarle nei nostri acquartieramenti, ma
interloquire, con tenacia e spirito di servizio,
in casa loro, dentro i siti, i social network, e
i blog più frequentati assicurandoci ovviamente
il rimbalzo sui mass-media multimediali. Ad
esempio, ! che si aspetta a spiegare nei
territori di M5stelle dove porta l’antisistema e
raccontare come il fascismo conquistò il potere
grazie all’ignavia dei partiti? Probabilmente si
incavoleranno per l’interferenza, ma qualcuno
comincerà ad aprire gli occhi e forse a
ragionare sui valori della democrazia e a
rispettare il ruolo del giornalista. |