PESCARA, 27.6.2013 -
La Direzione dell’ARTA
Abruzzo ritiene doveroso, per favorire una
corretta informazione ambientale, fare qualche
precisazione sull’etichetta di “Abruzzo maglia
nera in Italia per la qualità delle acque di
balneazione” attribuita dalla stampa alla
regione dopo la presentazione del
Rapporto 2013
da parte del Ministro della Salute Beatrice
Lorenzin.
In realtà, i
commenti al dossier del Ministero hanno
“bollato” negativamente il litorale abruzzese
perché non si è tenuto conto che i controlli
effettuati da ARTA secondo il programma di
monitoraggio stabilito dalla Regione hanno
interessato anche le zone con divieti di
balneazione “temporanei” per motivi
igienico-sanitari, situate in genere in
adiacenza alle zone interdette “permanentemente”
alla balneazione che sono localizzate alle foci
dei fiumi. Alcune regioni italiane, invece, non
hanno inserito tali punti nel proprio calendario
di controlli, limitando il monitoraggio alle
zone storicamente balneabili.
Il criterio
adottato in Abruzzo, se da una parte ha prodotto
una fotografia senza dubbio più attendibile
dell’esistente, ha determinato inevitabilmente
una valutazione finale a svantaggio del mare
abruzzese perché il confronto con altre regioni
italiane è stato effettuato tenendo conto di
dati non omogenei. Se avessimo utilizzato lo
stesso criterio di altre regioni, anche la
situazione dell’Abruzzo nel 2012 sarebbe
risultata nettamente migliore:
Chilometri di costa
abruzzese = 125,6
Chilometri di costa
interdetta permanentemente alla balneazione =
8,1
Chilometri di costa
interdetta temporaneamente alla balneazione per
motivi igienico-sanitari = 3,2
Chilometri totali
di costa balneabili = 97,4 (100% di conformità)
Numero totale di
punti di monitoraggio = 118
Numero di punti
ubicati nei 3,2 Km di costa con divieto
temporaneo per motivi igienico-sanitario = 19
Numero di punti
balneabili = 99
Le motivazioni che
hanno spinto la nostra regione a non eliminare
dal monitoraggio i tratti di costa con divieto
temporaneo per motivi igienico-sanitario sono
legate all’esigenza dei Comuni costieri di
tenere sotto costante controllo l’inquinamento
di tali aree, spesso caratterizzate dalla
presenza di strutture ricettive ad ampia valenza
turistica, e alla possibilità di verificare
l’efficienza delle misure di risanamento locale
intraprese per tentare il recupero della
balneabilità nei tratti di costa temporaneamente
interdetti. Negli ultimi anni in
effetti sono stati recuperati circa 2 chilometri
di costa balneabile e non sono pochi i casi in
cui le zone di divieto temporaneo di anno in
anno cambiano, sia in positivo che in negativo,
in punti diversi della costa abruzzese.
L’analisi dei dati
ARTA 2012 evidenzia la sostanziale stabilità
della qualità delle acque abruzzesi.
Fanno
eccezione alcune situazioni anomale determinate
da casi di inquinamento occasionale e/o
temporaneo, talvolta legati a intensi
fenomeni temporaleschi che interferiscono con
l’efficienza degli impianti di depurazione delle
acque reflue urbane non servite da un sistema
fognario separato.
E’ dunque
scorretto, oltre che fuorviante, definire
l’Abruzzo “maglia nera” per la qualità del mare
sulla base di dati statistici che non tengono
conto delle sopra esposte variabilità, quando
invece il numero di Bandiere Blu della regione è
rimasto invariato.
Per quanto riguarda
le possibili cause della non balneabilità di
alcuni tratti costieri abruzzesi, si precisa che
nel 2012 ARTA ha effettuato 837 sopralluoghi
agli impianti di depurazione e ha analizzato
1.032 campioni di acque di scarico. Per
l’anno 2013 l’Agenzia ha previsto tra i proprio
obiettivi un incremento del 10% dei controlli
sui depuratori e il censimento delle cavate di
acque bianche a mare. |