PESCARA,
31.1.2013 -
Lunedì
4 febbraio l’Abruzzo tornerà ad ospitare una
manifestazione di carattere nazionale degli
imprenditori balneari. All’interno della Fiera
Adriatica di Silvi Marina, dove si terrà la
ventiduesima edizione della fiera per addetti ai
lavori “Saral”, le associazioni più
rappresentative del settore, ovvero
Fiba-Confesercenti, Sib-Confcommercio, Fab-Cna e
Assobalneari-Confindustria, hanno chiamato a
raccolta gli associati delle regioni
dell’Adriatico per discutere del futuro delle
loro imprese. Alla manifestazione - che inizierà
alle 15.30 - sono invitati i rappresentanti
delle istituzioni locali e nazionali, perché sia
possibile un confronto a viso aperto sul destino
delle oltre 30mila concessioni balneari,
prevalentemente affidate a piccole e medie
imprese.
«Per
l’Abruzzo questa è una partita decisiva – spiega
Antonio La Torre, presidente regionale e
vicepresidente nazionale di Fiba-Confesercenti –
perché la più grande industria non
delocalizzabile viene messa in discussione.
Vogliamo difendere il diritto degli abruzzesi a
fare impresa senza dover cedere il passo alle
multinazionali. La sfida è aperta, se la
politica ci crede è possibile tutelare le 800
imprese abruzzesi non solo a parole. La prossima
legislatura sarà decisiva per liberare l'intero
settore da questa situazione di incertezza e
precarietà che dura oramai da più di quattro
anni con blocco degli investimenti e la
conseguente perdita di competitività».
«Siamo amareggiati dall’atteggiamento assunto
fino ad oggi dalla politica sia a livello locale
che nazionale – sottolinea Riccardo
Padovano, presidente di Sib-Confcommercio – è
il momento di cambiare pagina e chiediamo che
coloro che andranno a rappresentarci in
Parlamento assumano concretamente l’impegno di
dare alle 800 imprese balneari abruzzesi un
futuro certo. Basta con il pressappochismo che
ha dominato la scena politica recente, fatto di
tante promesse ma di pochi fatti. Non faremo
sconti a nessuno: valuteremo se nel programma
politico dei candidati sia inserito un punto
specifico finalizzato alla risoluzione
definitiva del nostro problema che da anni ci
impedisce di pianificare gli investimenti nelle
attività balneari».
«Vogliamo impegni precisi dalla politica per
la tutela dell'attuale sistema turistico
costiero e per la salvaguardia delle 30.000
aziende della balneazione italiana -
aggiunge Cristiano Tomei, coordinatore nazionale
di Fab-Cna - chiediamo gli stessi diritti
accordati ad altri Paesi europei riaprendo il
confronto in Europa sulla direttiva servizi, per
evitare le aste e la liquidazione di migliaia di
imprese familiari. La politica deve darci
risposte chiare e non ambigue». |