PESCARA,
27.9.2013
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata
dal Forum
Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua
ai partecipanti del 2° Festival dell'Acqua:
A proposito del cosiddetto “Festival
dell'Acqua” il Forum abruzzese dei Movimenti
per l'Acqua ha inviato una lettera a tutti i
relatori rappresentanti di istituzioni e del
mondo dell'informazione per chiarire la
situazione e per invitarli a dissociarsi
dall'iniziativa.
L'Aquila ospiterà dal 6 all'11 Ottobre il
secondo Festival dell'Acqua, nel cui
programma (attualmente disponibile online) le
Vs. persone compaiono come partecipanti. Un
festival organizzato già due anni fa, con
partenza da Genova, e contestato con un nostro
contro-festival popolare nelle piazze che ha
avuto, quello sì, ampia partecipazione di
pubblico.
Il Festival è organizzato da Federutility, la
Federazione delle società che gestiscono il
servizio idrico, controllata dalle aziende
private e “pubbliche” ma di diritto privato (
spa ) più attive nel settore. Federutility si è
mossa contro il referendum per l'acqua pubblica,
quello che ha determinato nel 2011 una
grandissima vittoria democratica e popolare
voluta e ottenuta da 27 milioni di italiani.
In questi ultimi anni Federutility ha difeso
e portato avanti le spinte privatizzatrici del
servizio idrico, ha rappresentato gli
interessi di gestori che non hanno sinora mai
applicato quanto deciso dai cittadini e sono i
primi protagonisti dello sperpero dell’acqua (in
ogni senso) in tutta Italia, Abruzzo compreso.
Non a caso
Federutility è intervenuta ad opponendum in
merito al ricorso promosso dal Forum Italiano
dei Movimenti per l'Acqua sul nuovo metodo
tariffario transitorio predisposto dall'AEEG che
viola palesemente l'esito referendario.
Siamo delusi e amareggiati nel constatare che
esponenti di primo piano delle Istituzioni,
della Chiesa (mentre molti movimenti, diocesi e
associazioni cattoliche tuttora si battono con
noi per la difesa dell'Acqua Bene Comune) e del
mondo della cultura si prestino a quella che
appare come una pura e semplice operazione
propagandistica, volta a mascherare, dietro
slogan accattivanti, l’interesse di chi vuole
lucrare profitti dall’acqua, bene comune
prezioso e indisponibile per il mercato al pari
dell’aria che respiriamo.
Un'operazione che appare ancora più grave in
quanto godrà del sostegno e del patrocinio di
Istituzioni pubbliche cha mai dovrebbero
piegarsi a interessi privati e dovrebbero invece
comportarsi da strenui difensori della
democrazia e dell'interesse della collettività.
Al Festival hanno aderito anche personalità
della Tv pubblica che i contribuiscono alla
divulgazione - anche scientifica - della difesa
dell'ambiente. Perché oggi accettate di
partecipare a questa passerella? Prestando il
vostro volto e la vostra autorevolezza date
credito a chi agisce contro gli interessi dei
cittadini, cercando di privatizzare l’acqua. Un
vostro rifiuto alla partecipazione restituirebbe
speranza a tutti coloro che si sentono traditi
dalle istituzioni e che si chiedono quale peso
abbia la volontà popolare se continua a essere
disattesa anche da coloro che abbiamo eletto per
farla rispettare.
Dal programma apprendiamo che si parlerà anche
di mafia. Ebbene le mafie, come denunciano i
movimenti siciliani e calabresi per l'Acqua
Pubblica, si sono infiltrate nella gestione del
servizio idrico e fanno affari sulla pelle dei
cittadini. Attivisti e giornalisti (pochi)
"scomodi" e liberi, che hanno denunciato questa
infiltrazione e che hanno subito isolamento e
minacce, non sono stati invitati. Così non
verranno denunciate le connivenze tra alcune
società private ed enti pubblici attivi nella
gestione del servizio idrico e le mafie.
Non capiamo perché tanto interesse si apprestano
a dare alla stessa kermesse alcune istituzioni
cittadine, regionali e nazionali, come il Comune
dell’Aquila e la Regione Abruzzo, che hanno
votato mozioni di sostegno e di impegno per
l’acqua pubblica. La stessa Regione che non ha
nemmeno messo in calendario la discussione sulla
proposta di riordino del SII promosso da
centinaia di organizzazioni abruzzesi da un
anno.
Nell'esprimere la nostra delusione, amarezza e
anche indignazione Vi chiediamo, lo chiediamo a
tutti Voi, di recedere dal proposito di
aderire e partecipare al cosiddetto Festival
dell'Acqua e di anteporre gli interessi dei
cittadini e la difesa della democrazia e della
volontà popolare che ha trionfato nel referendum
di due anni fa, alla tutela retorica delle
posizioni privatistiche e di potere che in quel
Festival saranno protagoniste.
Oggi, esattamente come due anni fa e come in
tutti questi anni di lotta civile in difesa
dell'Acqua Bene Comune, SI SCRIVE ACQUA MA SI
LEGGE DEMOCRAZIA. |