PESCARA,
9.12.2013 -
Siamo già in campagna
elettorale?
Evidentemente sì se il
Presidente Chiodi,
intervenuto sulla
rinuncia al permesso di
ricerca Civitaquana da
parte della compagnia
canadese Cygam, ha
affermato che “La
rinuncia delle due
società petrolifere
Cygam Energy Italia e
della Petroceltic
dimostra che la Regione
Abruzzo ha tentato di
sventare tutti i piani
di petrolizzazione ed ha
portato avanti una ferma
opposizione al rischio
petrolizzazione
assumendo una chiara e
univoca posizione contro
le trivellazioni”.
Scrive inoltre il
Presidente sulla sua
pagina ufficiale di
facebook: "Due
compagnie petrolifere
rinunciano alla
concessioni in Abruzzo.
La causa? La legge
regionale 48 del 2010,
varata dal governo
Chiodi, che di fatto
vieta l'estrazione del
petrolio sul territorio
regionale. Ecco come si
difende l'ambiente, con
atti concreti e reali".
Teniamo a precisare
innanzitutto di non
essere interessati alle
contrapposte
strumentalizzazioni
partitiche; siamo anzi
persuasi del fatto che,
anche per “Civitaquana”,
valga per tutti (o
quasi) il precetto
cristiano del "Chi è
senza peccato scagli la
prima pietra".
Veniamo dunque ai fatti.
1) L’area dal permesso
di ricerca “Civitaquana”
ha già conosciuto in
passato numerose
campagne di perforazione
finalizzate sia alla
ricerca sia
all’estrazione di
idrocarburi liquidi e
gassosi, conclusesi con
una rinuncia. I titoli,
allora, avevano altre
denominazioni: Alanno
(1999, coltivazione
olio), Colle Tavo (1977,
coltivazione olio e
gas), Fonte di Moro
(1999, ricerca gas),
Nocciano (ricerca olio e
gas, 1980), ecc..
La domanda sorge
spontanea: anche in
questi casi gli
operatori avrebbero
fatto marcia indietro
scoraggiati dalla
48/2010?
2) La rinuncia ad un
permesso è l’atto finale
di un’attenta
valutazione riguardante
il rapporto tra costi e
benefici nonché la
redditività di
determinati
investimenti.
Evidentemente, il
permesso abruzzese non
rientra tra le priorità
della Cygam.
Dal sito web della
stessa Cygam apprendiamo
infatti che la compagnia
canadese non ha
richiesto la proroga di
un altro suo permesso di
ricerca "C.R148.VG",
scaduto il 27/11/2013,
che interessa il Canale
di Sicilia.
Cosa ha a che fare tutto
questo con la legge
abruzzese n. 48? Niente.
3) Anche "Civitaquana"
era in scadenza al
7/12/2013. A Cygam e
Petroceltic sarebbe
bastato non richiedere
la proroga e gli effetti
sul piano pratico
sarebbero stati gli
stessi dell'istanza di
rinuncia.
Perché invece
sottolineare il loro
disinteresse verso "Civitaquana"
con una istanza di
rinuncia
amministrativamente
inutile e superflua,
presentata appena 12
giorni prima della
naturale scadenza del
permesso, ma tanto
"strombazzato"?
La risposta a questa
domanda sta tutta nei
carteggi depositati
presso il Ministero a
cui è già pervenuta la
nostra richiesta di
accesso agli atti.
Singolare poi che, a mo’
di orologiaio,
Petroceltic evidenzi le
doti taumaturgiche della
legge voluta da Chiodi e
che lo stesso Chiodi
faccia leva sulle
affermazioni di entrambi
gli operatori che nel
mare d'Abruzzo hanno
interessi molto più
importanti di "Civitaquana"
(es.: Elsa 2), per
autoelogiarsi.
Resta infine irrisolto
un dilemma: se la legge
48/2010 è veramente così
efficace come Chiodi
sostiene, perché tutte
le altre società
petrolifere che hanno in
ballo importanti
progetti in Abruzzo non
hanno ancora presentato
istanza di rinuncia al
Ministero?
Spesso le mistificazioni
generano “mostri” e ci
allontanano dal merito
delle questioni da
affrontare e risolvere:
in primis,
l’inadeguatezza della
legge regionale n.
48/2010, da superare con
un nuovo dispositivo più
stringente e penetrante.
In seconda battuta, nel
breve termine, il
“silenzio” della Regione
Abruzzo rispetto alle
Intese che le sono state
sollecitate dal
Ministero per lo
Sviluppo Economico in
relazione ad importanti
progetti legati agli
idrocarburi. A causa
dell’art.38 del Decreto
Sviluppo, voluto e
votato da tutti i
partiti che sostennero
il Governo Monti, quel
“silenzio” ha il valore
di assenso e consente al
Governo di procedere
unilateralmente al
rilascio dell’Intesa e,
immediatamente dopo, al
rilascio del permesso di
ricerca.
Di questo il Presidente
Chiodi, che invitiamo ad
attivarsi per negare le
Intese, non può non
essere consapevole.
Firmano
congiuntamente il
presente comunicato:
Coordinamento Nazionale
NO TRIV – Sezione
Abruzzo
Italia
Nostra Abruzzo |