PESCARA,
23.3.2013 -
“Abbiamo avvistato il nostro futuro” :
primo appuntamento 2013 del ciclo formativo
“HR in tutti i Sensi – Riflessioni sensate sul
nostro lavoro”, promosso ed organizzato da
AIDP Abruzzo e Molise.
“Aidp ha pensato di dedicare 5 dei 13 eventi
in programma al tema della leadership”
afferma il Presidente AIDP A&M Raffaele
Credidio “e lo fa in modo originale,
partendo dall’idea che per essere leader “in
tutti i sensi” si devono saper sfruttare le 5
caratteristiche sensoriali: vista/visione,
tatto/rispetto, udito/ascolto, olfatto/fiuto e
gusto/forma”.
Il giorno 28 febbraio, presso il Museo d’Arte
Moderna Vittoria Colonna di Pescara, abbiamo
preso il via dalla “Vista” o
metaforicamente dalla “Vision”.
La Vision è la proiezione sul futuro, più
riusciamo a vedere lontano più sarà possibile
scampare il pericolo o cogliere un’opportunità.
Per Wikipedia, enciclopedia online di
riferimento per i nostri giorni, “il termine
visione (Vision) è utilizzato nella gestione
strategica per indicare la proiezione di uno
scenario futuro che rispecchia gli ideali, i
valori e le aspirazioni di chi fissa gli
obiettivi. Con il termine Vision si intende
l’insieme degli obiettivi di lungo periodo che
il Top Management vuole definire per la propria
azienda, comprendere anche la visione generale
del mercato e l’interpretazione di lungo periodo
del ruolo dell’azienda nel contesto economico e
sociale”.
Esempi illustri sono quelli
di Bill Gates (1980) “Un personal computer su
ogni scrivania, e ogni computer con un software
Microsoft installato”, di NOKIA (2005)
“Life goes mobile”, di NIKE “To bring
inspiration and innovation to every athlete* in
the world.”(* if you have a body, you are an
athlete) e di McDonald’s “to be the
world’s best quick service restaurant
experience. Being the best means providing
outstanding quality, service, cleanliness, and
value, so that we make every costumer in every
restaurant smile”.
Che cosa sia, invece, la Vision e come prenda
forma nella quotidianità delle imprese, provano
a raccontarcelo i direttori HR, soci AIDP A&M,
tramite una survey interna.
La vision per il 62% degli intervistati è il
risultato del mix di etica, cultura, strumenti
ed obiettivi aziendali e ben il 54% degli HR
interpellati, condivide quella della sua
impresa.
Per il Presidente Credidio “la vision è un
indirizzo, una meta, una visualizzazione della
realtà che non ancora esiste, è un’intuizione,
un sogno…etica e cultura guidano l’agire di ogni
uomo a prescindere dalla sua capacità di avere
una visione…strumenti e obiettivi sono la
materializzazione del percorso per raggiungere
la vision e quindi lavorano in un’altra
dimensione”.
Ben più difficile è invece raccontare o
sintetizzare la propria Vision, quali persone,
professionisti, contemporanei di un’epoca in
costante mutamento. Ecco alcune opinioni dei
soci, La mia Vision è:
«Creare sinergie per il cambiamento efficace»
Marcello Vinciguerra,«Crescere» Lorenzo
Dattoli, «Ambiente di lavoro condiviso e
pronto a reagire alle mutevoli condizioni che
impattano sull'Organizzazione» Alfonso
Orfanelli, «La mia vision in HR è quella di
raggiungere gli obiettivi prefissati
valorizzando le persone e gestendo ed integrando
tutte le diversità, spesso emarginate solo per
pigrizia, scarsa organizzazione e mancanza di
vision »Dante D’Alfonso, «Responsabilità»
Luca Scipioni, «La mia Vision: LA PERSONA AL
CENTRO attraverso la Valorizzazione, la Fiducia,
la Condivisione. … generare energia positiva e
farla circolare.» Alberta Ranieri, «Pensa ai
sacrifici fatti, impara dagli errori e cerca di
migliorare sempre» Paolo Stanchieri, «La
gestione delle persone al servizio della vision
aziendale» Roberto Minenna,
«Avere un HR che si scrolla di dosso, per
sempre, il ruolo di controllore o depositario
del ruolo di chi fa rispettare le regole.
Arrivare ad una gestione delle risorse umane in
cui c’è una totale sovrapposizione tra vita
privata e vita professionale... nel senso che si
arrivi a valorizzare la persona attraverso il
lavoro e valorizzare il lavoro attraverso la
persona, si arrivi a star bene lavorando e
lavorare per star bene»
Raffaele Credidio.
Per avere una Vision però occorre essere un
Visionario, che secondo Gianluca Nardone, è
«colui che riesce a vedere il futuro credendoci
come se fosse presente» e ciò è proprio quello
che ha fatto
Lorenzo
Dattoli
(Managing Director di Carbotech), che ha
portato la sua azienda da una chiusura già
annunciata ad
uno sviluppo senza eguali,
partendo dal ruolo di dipendente esterno.
L’hanno intervistato per AIDP, Elisa
Antonioni (vice presidente di Aidp A&M) e
Silvia Mattioli (consigliere Aidp A&M).
Carbotech srl, azienda tutta “Made in
Italy”, con sede a Martinsicuro (Te), è
produttore di spazzole elettriche e sistemi per
il mercato automotive e consumer appliance. Nata
nel 1962, negli anni l’azienda ha avuto varie
evoluzioni fino alla svolta nel 2009 con l’Ing.
Dattoli. Il 12 febbraio infatti la Energy
Conversion Systems Italy viene acquistata dalla
ECS Holdings dal management italiano, che ne
acquista anche tutti i diritti di utilizzo delle
mescole sviluppate dal sito italiano nel tempo e
quelle degli altri siti mondiali della ECS. Nel
maggio dello stesso anno, viene definita nella
Logotec Solution il partner commerciale di
rappresentanza per il territorio tedesco,
svizzero e austriaco (zone di maggior sviluppo
del mondo automotive). Nel gennaio del 2010 la
ECS Italy srl cambia nome in “Carbotech srl”.
Il suo
fatturato è passato dai 5,6 milioni di euro del
2009 (anno di svolta dell’azienda) ai 12 milioni
del 2012. Anche il numero dei dipendenti è
aumentato, passando dai 45 del 2009 agli 85 del
2012.
E’ una chiara dimostrazione che in Europa, in
Italia ma ancor più in Abruzzo (dove questo
esempio nasce) si può produrre e si può fare
impresa. Carbotech, grazie al suo imprenditore,
ha saputo rinnovarsi rispetto al passato,
applicando una “Vision” che da lì a poco
sarebbe diventata realtà.
Cosa quindi ha visto
Lorenzo
Dattoli nel 2009
e come è nata la sua Vision?
“è nata con un
tocco di follia, in modo improvviso dopo averla
cercata nel tempo. Volevo cercare di costruire
un’azienda in cui i collaboratori potessero
sentirsi sicuri di lavorare con continuità.
Inizialmente ho convocato tre persone di fiducia
a cui ho comunicato il mio piano di cambiamento
e da lì siamo partiti”.
Partendo da questo stimolante Case History, il
Presidente Credidio, ci propone l’esempio di
Grandi Visionari del passato, allora incompresi:
Galileo Galilei che dovette abiurare le
sue scoperte scientifiche; Martin Luther King
che fu assassinato per aver visto un mondo in
cui bianchi e neri potessero facilmente
integrarsi; ed in fine Van Gogh, che
sfidò la società e la cultura del tempo, sicuro
di vincere con la sua pittura rivoluzionaria,
morendo solo ed in povertà.
Storie di Visionari, che hanno deciso di fare la
storia del loro tempo piuttosto che viverla bene
senza contribuire al cambiamento.
Vittime delle
“visioni a corto raggio” dei loro contemporanei,
sono diventati i riferimenti dei posteri.
La conclusione è lasciata ad un interrogativo:
Preferiamo vivere bene la storia dei nostri
tempi… Oppure … fare la storia dei nostri
tempi…?
Aidp A&M vi invita al prossimo evento di “HR in
tutti i Sensi”,
il 27 maggio,
per parlare di
tatto,
quel senso che a volte è mancato proprio
ai Grandi Visionari. |