PESCARA,
17.6.2013
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L'Abruzzo è maglia nera in Italia per la qualità
delle acque di balneazione secondo il rapporto
presentato oggi dal Ministro Lorenzin e per
questo dato sconfortante assurge oggi agli onori
delle cronache nazionali.
Per il WWF Abruzzo si sta pagando la pervicace
volontà di non affrontare con la dovuta energia
la mala-gestione del settore delle acque e del
territorio. I fiumi sono ridotti a fogne e la
costa (e non solo) è stata quasi completamente
urbanizzata senza pensare ai servizi di base
come la depurazione con ovvie conseguenze sul
nostro mare.
Dichiara Augusto De Sanctis, referente acque del
WWF regionale: “L'Abruzzo del turismo
balneare si presenta con questi dati
sconfortanti sul palcoscenico nazionale, frutto
di una gestione scriteriata del territorio e
dell'incredibile situazione dei fondi connessi
alla gestione delle acque. Moltissimi depuratori
sono abbandonati o mal-funzionanti; gli
investimenti non sono stati fatti e nonostante
ciò le aziende che gestiscono la depurazione
hanno centinaia di milioni di euro di debiti. In
questo contesto, che penalizza fortemente
l'economia, le strutture regionali e in
particolare l'assessorato ai Lavori Pubblici e
il Comitato VIA, hanno varato, tra le
contestazioni dei soli ambientalisti e di due
comuni, Fossacesia e Farindola, un Piano di
Tutela delle Acque che rimanda addirittura al
2027 il risanamento di molti fiumi, per i quali
le normative europee prevedrebbero invece il
raggiungimento dello stato “buono” delle loro
acque entro il 2015. A parte le ovvie
considerazioni sulla situazione ambientale che
pare interessare solo gli ambientalisti, i
balneatori e gli albergatori sanno che la
Regione ha chiesto decine di deroghe rispetto
agli obiettivi di qualità comunitari? Sanno che
sono stati privilegiati gli interessi dei
concessionari per l'idroelettrico rispetto al
loro comparto? In tale disastro, oltre a
stigmatizzare l'atteggiamento dilatorio di chi è
preposto a far rispettare le norme sulla qualità
dell'ambiente, è sconfortante pensare che si
destinano oltre 500 milioni di euro alla
realizzazione della famigerata e inutile strada
pedemontana Abruzzo-Marche e alla depurazione
1/10 di queste risorse. Ora il Piano di Tutela
delle Acque, adottato nel 2010, dovrebbe essere
approvato dal Consiglio Regionale. In quella
sede è urgente apportare profonde modifiche per
cambiare strada seriamente”. |