PESCARA,
10.9.2013
-
Riteniamo che La documentazione depositata
dalla GTM, nel vano tentativo di sanare le
criticità già rilevate nella precedente seduta
del Comitato V.I.A. (a seguito delle puntuali
osservazioni delle associazioni e dei
comitati), non soddisfi le esigenze di
chiarimenti richiesti attraverso precise
prescrizioni. Anzi, i consulenti fiduciari
certificano indirettamente l'impossibilità di
trovare soluzioni tecniche alle varie
criticità.
Ci
riferiamo in particolare alla eliminazione
delle barriere architettoniche con conseguente
adeguamento dell'opera alla normativa vigente in
materia e all'impatto sull'inquinamento
atmosferico e acustico.
Da un attenta analisi dello studio della GTM
abbiamo evidenziato errori interpretativi di
alcune norme.
E' evidente la
forzatura (pg 28 dello studio in oggetto sulle
Barriere Architettoniche) quando si definisce il
marciapiede lato mare come un
“percorso”.
Il percorso secondo la L. 236/89 deve
avere larghezza non inferiore a 90 cm. Mentre il
marciapiede deve avere una larghezza non
inferiore ai 150 cm (DM 05-11-2001).
Lo studio GTM
definisce tutti i tratti di percorrenza per
pedoni e carrozzine come percorsi per
poter rientrare nella misura di 90cm.
Per il codice
della strada e per la normativa vigente in
materia di sicurezza tali tratti però sono a
tutti gli effetti dei marciapiedi quindi
devono avere una larghezza NON inferiore a 150
cm.
L' ex tracciato ferroviario a tutti gli effetti
è una strada di scorrimento (nel caso
dell'attuale progetto GTM da dedicare al
transito esclusivo di tram su gomma) con
relative banchine di atterraggio da entrambi i
lati di percorrenza, che devono essere
raggiungibili in sicurezza attraverso appositi
marciapiedi. Marciapiedi necessari a maggior
ragione visto che, anche e soprattutto sul lato
mare, insistono numerosi accessi di abitazioni.
Quindi, la parte della strada ospitata
all’esterno della carreggiata lato mare e
citata nel documento GTM a pag. 5 come “
camminamento pedonale”, altro non è che un
marciapiede, proprio per la presenza di
tutte le caratteristiche appena descritte che ne
identificano la sua natura senza ombra di
dubbio. La definizione di “percorso”
data dai consulenti della GTM appare in tutta
evidenza impropria e fuorviante. Una vera
forzatura!
In ogni caso non esiste possibilità alcuna di
allargare i marciapiedi qualsiasi sia la
dimensione presa in considerazione per la
presenza di abitazioni, strade parallele di
servizio, muraglione della ferrrovia (tratto di
Montesilvano).
Altro problema:
i consulenti ammettono che la gran parte delle
rampe di accesso al tracciato ha una pendenza
non a norma (superiore all' 8 %) quindi da
adeguare. Non danno alcuna soluzione su COME si
possano adeguare.
Manca totalmente
lo spazio necessario per: 1) addolcire le
pendenze 2) portare la larghezza delle stesse a
150 cm per l'incontro tra due carrozzine e una
carrozzina e un pedone o ancora una carrozzina
ed un passeggino; 3) avere la lunghezza
necessaria per permettere ogni 10mt alla
carrozzina di fare manovre di inversione di
marcia.
Sono risibili anche le soluzioni proposte per
superare altri ostacoli che insistono sul
percorso (vedi dossier).
Anche le numerose pagine scritte dai consulenti
riguardo l'impatto atmosferico e acustico e la
riduzione del traffico non sono munite di
riscontri oggettivi.
Ancora una volta emerge la totale
superficialità con cui si è proceduto
nell'elaborazione del progetto e nella messa in
opera dei lavori.
Riteniamo che il progetto sia da rigettare.
Prima di tutto
perché si sta valutando un progetto in
“sanatoria” in contrasto con la normativa
vigente nazionale e comunitaria, come peraltro
ammesso e dichiarato ufficialmente dalla stessa
Provincia di Pescara (membro del Comitato) nel
verbale VIA del 18 luglio scorso.
In secondo luogo perchè non ci sono soluzioni
alla eliminazione delle barriere architettoniche
e alle problematiche che rendono, ormai in
tutta evidenza, inadeguato il tracciato scelto.
Domani saremo in audizione al L'Aquila al
Comitato VIA. |