PESCARA,
15.2.2013
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Arriva un primo e
significativo stop sul
percorso del grande
metanodotto SNAM
Brindisi-Minerbio: pochi
minuti fa la conferenza
dei servizi convocata
dalla Regione Abruzzo
per il rilascio
dell'Autorizzazione
Integrata Ambientale
della Centrale di
Compressione di Sulmona
si è chiusa negando
l'autorizzazione alla
SNAM. Il WWF ha
partecipato al sit-in
promosso dai comitati
locali.
La centrale di compressione è un tassello
importante per il funzionamento complessivo del
metanodotto lungo 687 chilometri che la SNAM,
tra mille contestazioni, vuole costruire
seguendo l'Appennino incrociando così zone di
altissima sismicità.
L'opera è fortemente contestata dai cittadini e
dagli enti locali, come il Comune di L'Aquila.
Anche diversi consigli regionali e la stessa
commissione ambiente della Camera hanno votato
mozioni contrarie all'opera per il rischio
sismico e l'enorme impatto sull'ambiente (basti
pensare che dovrebbe interessare 3 parchi
nazionali e 21 siti di interesse comunitario).
Alla base del parere negativo della Conferenza
dei Servizi è la legge 28/2012 della Regione
Abruzzo che, in maniera sacrosanta, vieta il
rilascio dell'intesa con lo Stato per la
realizzazione di grandi metanodotti e opere
accessorie come la centrale di compressione di
Sulmona in aree ad alta sismicità.
Una legge che appare di buon senso; non è stato
dello stesso avviso il Governo Monti che ha
incredibilmente promosso un ricorso alla
Consulta che ora si dovrà esprimere. In caso di
bocciatura della Legge regionale, magari solo
per questioni relative al riparto delle
competenze e non già per i contenuti, il
procedimento potrebbe ripartire. La SNAM in
conferenza dei Servizi, contando proprio su
questo ricorso, ha provato a chiedere la
sospensione del procedimento per non giungere
alla chiusura in senso negativo della stessa in
attesa del giudizio. La conferenza dei servizi
ha invece dato parere negativo e ora la SNAM
dovrà iniziare di nuovo l'intero iter qualora la
Consulta dovesse bocciare la legge regionale.
Il WWF
ritiene sconcertante la mossa del Governo volta
a rimuovere una legge regionale dai contenuti
ineccepibili per la tutela della sicurezza del
territorio e promuovere un'opera che nessun
cittadino vuole e che interessa solo ai grandi
affari delle multinazionali dell'energia. Per
questo il WWF chiederà al nuovo Governo di
ritirare il ricorso alla Consulta. I disastri
del terremoto di L'Aquila e dell'Emilia Romagna
dovrebbero aver insegnato che non si può sempre
pensare di sfidare la Natura. |