PESCARA,
2.5.2013
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Il WWF, dopo aver
partecipato ad una prima
conferenza dei servizi,
è intervenuto con una
dettagliata nota per
scongiurare l'ipotesi,
avanzata dal comune di
Ortona, di utilizzare lo
splendido tratto di
costa tra la stazione di
Tollo e la foce dell'Arielli
come cava di sabbia da
utilizzare più a sud per
il ripascimento.
La
zona è caratterizzata da una rarissima
vegetazione dunale, protetta in Abruzzo dalla
legge regionale 45/1979, ormai scomparsa dalla
gran parte del restante litorale abruzzese. Una
flora così interessante si ritrova in Abruzzo
solo a Casalbordino e a Vasto-S.Salvo. Infatti
lo stesso Piano del Demanio del Comune di Ortona
identifica la zona come area di elevato pregio
naturalistico da conservare.
Il
comune vorrebbe cavare migliaia di metri cubi di
sabbia direttamente dalla spiaggia davanti alle
dune lasciando un franco di 15 metri dal piede
della duna, una fascia del tutto insufficiente
per evitare che alla prima mareggiata le onde
arrivino direttamente sulla vegetazione
devastandola. Il WWF ha fatto notare che per un
intervento del genere è prevista dal Testo Unico
dell'Ambiente, il D.lgs.152/2006, la procedura
di Verifica di Assoggettabilità a Valutazione di
Impatto Ambientale, che in questo caso non è
stata espletata. Inoltre, proprio in questo
periodo stanno nidificando, proprio al piede
della duna, diverse coppie di fratino. Tra
l'altro, a conferma dell'importanza della zona a
scala sovra-regionale, una delle femmine in
riproduzione è già inanellata, essendo nata a
Senigallia lo scorso anno. Dati preziosi che
confermano la necessità di adeguate misure di
conservazione della costa abruzzese che, finora,
sono state intraprese esclusivamente dalle
associazioni e non dagli enti, come la Regione
Abruzzo, preposti alla tutela delle specie di
interesse comunitario, quale è, per l'appunto,
il Fratino.
Il
WWF auspica che nella prossima conferenza dei
servizi, prevista per domani 3 maggio, la
proposta venga respinta anche in considerazione
dell'elevato pregio paesaggistico e turistico
dell'area, che viene utilizzata da migliaia di
turisti, soprattutto di fuori regione,
interessati alle spiagge più conservate della
costa abruzzese e non certo a quelle trasformate
in cantiere e in cava.
Il
problema dell'erosione non si risolve aumentando
lo stress ambientale a cui viene già sottoposto
il litorale ma con interventi sui fiumi (il cui
apporto solido è drasticamente calato a seguito
di captazioni incontrollate), sulla gestione
delle spiagge (ad esempio, lasciando i detriti
naturali per più tempo; evitando la
compattazione con i mezzi meccanici pesanti) e,
soprattutto, proprio con la tutela della
vegetazione dunale che trattiene la sabbia in
maniera formidabile. |