CANZANO (Te), 16.5.2014 -
Sabato 17 maggio 2014, alle ore 18, nel Palazzo
De Berardinis di Canzano, sarà inaugurata la
mostra “Canzano si racconta. Documenti,
storie e immagini delle famiglie di Canzano dal
XVII secolo”.
La storia di Canzano può essere ripercorsa anche
attraverso la storia delle famiglie, notabili e
rurali, di professionisti e di contadini, che
nei secoli hanno regolato l’economia e la vita
politica, condizionato i mestieri e le attività,
dettato lo sviluppo urbanistico e determinato
l’evoluzione sociale e culturale del paese.
La mostra, a cura di Giovanna Marinelli,
Stefano Saverioni e Gianfranco Spitilli
e promossa in occasione del restauro dei
sotterranei di Palazzo De Berardinis – Le Sale
delle Volte – si concentra per un verso su
alcune delle famiglie più antiche che hanno
segnato la storia di Canzano a partire dal XVII
secolo, ancora presenti in paese con alcuni
degli ultimi eredi.
In ciascuna sono ancora presenti canonici e
pievani, militari e patrioti, magistrati e
notai, farmacisti, medici, geodeti,
amministratori; personalità di spicco,
autorevoli e spesso autoritarie, in grado di
condizionare la vita della comunità.
Ad esse sono state dedicate - al primo piano e
nelle Sale delle Volte del Palazzo - un ricordo,
ripercorrendone la storia o proponendo dei
documenti di particolare interesse accompagnati
da foto degli album di famiglia.
Per questo periodo storico, si può fare
riferimento anche ad una importante
documentazione (catasti, atti notarili, registri
parrocchiali, ecc.), in parte nota e in parte
recentemente ritrovata grazie al lavoro di
recupero e conservazione promosso dal Comune di
Canzano e alla generosità dei discendenti, che
hanno dato accesso ai loro archivi privati.
Per l’altro verso, la mostra propone i primi
risultati di una ricerca sulle fonti orali,
basata sulla raccolta di testimonianze presso
gli attuali abitanti, completando così il quadro
della documentazione con materiali multimediali
audiovisivi, sonori e fotografici, o con
documenti cartacei più recenti, ma non meno
importanti per la definizione di un quadro
complessivo che includa anche le vicende del XX
secolo, denso di radicali trasformazioni
socio-economiche.
Scopriamo così nelle Sale delle Volte, nel
seminterrato del Palazzo, un universo di
famiglie rurali, disseminate nelle contrade e
nelle case sparse, che hanno costruito nei
secoli l’articolata storia quotidiana del
territorio attraverso le loro competenze
artigianali e agricole, le usanze, i saperi e i
sistemi di pensiero, spesso antagonisti, più
frequentemente complementari a quelli delle
famiglie padronali dalle quali dipendevano.
La mostra è il frutto della partecipazione
convinta di tanti cittadini che hanno risposto
all’invito dell’Amministrazione Comunale
contribuendo a fare dell’iniziativa un momento
importante nel processo di ricostruzione
dell’identità storico-sociale di Canzano.
“Canzano si racconta” si propone, dunque, come
un percorso narrativo propedeutico
all’allestimento di un “Museo dei saperi
familiari” che, accanto alla documentazione
d’archivio (Primo piano e Sale delle Volte),
consenta di esporre, negli spazi ampi e
suggestivi di Palazzo De Berardinis, le
testimonianze e gli oggetti di famiglia tramite
installazioni multimediali e un uso evocativo
della rappresentazione fotografica, ma anche di
mostrare l’impegno costante e attuale
dell’Associazione “Ars et Labor” per tramandare
l’arte del ricamo alle nuove generazioni (Piano
terra).
La mostra - promossa dal Comune di Canzano e dal
Ministero dei Beni e delle Attività culturali e
del Turismo, Archivio di Stato di Teramo in
collaborazione Soprintendenza Archivistica per
l’Abruzzo – è stata realizzata dall’Associazione
Bambun e da PTS Art’s Factory, con il contributo
della Fondazione Tercas.
La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta al
pubblico tutti i sabato e domenica fino al 28
settembre 2014.
Storia di Canzano
Canzano
ha una storia fatta di feudi, feudatari e
famiglie a cominciare da Mattaleone che nel 1150
ottiene da Ruggero il Normanno, fondatore del
Regno di Napoli, Canzano, feudo di “tre militi”
(ogni “milite” contava 24 famigie). Ma si
potrebbe partire da più lontano, dalla famiglia
romana degli Attii che ha dato – sembra – il
nome al paese (“ Campus Attianus”) e proseguire
con i potenti feudatari dei secoli XII – XIV.
Dell'incastellamento medievale di Canzano sono
ancora oggi visibili i resti della
fortificazione muraria voluta dagli Acquaviva di
Atri nel corso del XIV secolo e il Torrione del
XV secolo.
Nel XVI secolo Canzano passa dagli Acquaviva
agli Alarcon y Mendoza , nominati marchesi della
Valle siciliana da Carlo V. Fino alla metà del
XVIII secolo il dominio spagnolo e quello degli
Acquaviva su Canzano si alternano sulla base di
un compromesso spesso violato.
Nel ‘700 emergono numerose famiglie
aristocratiche e di professionisti: dai Della
Noce e dagli Scosta fino gli Spinozzi e ai
Mezzaporta, ai Taraschi, ai De Martinis, ai De
Nigris, ai De Berardinis, ai Leopardi e molte
altre che scriveranno la storia del paese dal
XVIII secolo in poi.
La rivoluzione francese e l’occupazione
napoleonica (1806 – 1815) portano a Canzano non
solo un vento di libertà, ma soprattutto la
liberazione dall’oppressione fiscale ed
economica derivante dagli antichi privilegi
feudali. Dal 1816 ritornano i Borboni e Canzano
segue le vicende del Regno delle Due Sicilie
fino al 1860 quando aderisce al Regno d’Italia
con manifestazioni contrastanti che sfociano
anche in violenze e vandalismi. Nel 1868 il
censimento contò a Canzano 1646 abitanti;
all’inizio del XX secolo Canzano ne conta 2179.
Con l’Unità d’Italia si avvia una progressiva
trasformazione urbanistica, economica e della
stessa società civile, ma Canzano conserva
ancora oggi un forte legame con le proprie
tradizioni e la propria storia, avendo saputo
assorbire e fare proprie con saggezza antica e
fertile creatività le tante influenze culturali
subite nei secoli. |