TERAMO, 21.2.2014
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È stato presentato questa
mattina nella Sala Giunta della
Provincia di Teramo l’aggiornamento
sulle attività e sull’attuazione del
piano di risanamento aziendale di Cirsu
SpA che il Consiglio di Amministrazione
e i Sindaci dei Comuni Soci hanno
avviato nel corso degli ultimi tre anni.
Si tratta di un lavoro complesso
inserito in un contesto di scala
provinciale e regionale a forte
criticità, come testimoniato, non da
ultimo, dalla deliberazione della Giunta
regionale del 2 gennaio scorso che
autorizza, per un ulteriore anno, il
conferimento dei rifiuti urbani in
impianti ubicati al di fuori degli
ambiti provinciali di riferimento.
L’importante lavoro, maturato con
un piano industriale e un piano di
ristrutturazione del debito, ha trovato consenso
unanime da parte di tutti i creditori, che nulla
hanno obiettato nei termini stabiliti dalla
disciplina fallimentare. Il percorso, pertanto,
è stato doppiamente credibile e restituisce
protagonismo alla gestione pubblica degli
impianti di trattamento e recupero dei rifiuti,
con indubbie ricadute in termini sociali ed
occupazionali.
In coerenza con quanto depositato
presso la Camera di Commercio e il Tribunale di
Teramo, a conclusione delle gare ad evidenza
pubblica e di livello europeo, Cirsu SpA ha
sottoscritto i relativi contratti di gestione
con l’aggiudicatario e, in linea con la
riorganizzazione del settore avviata dalla
Regione per la definizione dell’ATO unico
regionale, ha avviato la fase di ricognizione
propedeutica al revamping dell’impianto,
destinatario di una parte importante dei circa
2,3 milioni di euro della programmazione Par
Fas.
Il percorso è stato suggellato
dalle deliberazioni dei consigli comunali di
tutti i Comuni Soci che, tra la fine del 2013 e
l’inizio del 2014, hanno, con convinzione, dato
sostegno ed esempio di come le scelte politiche
volte alla tutela degli interessi generali
uniscono e non dividono il territorio.
Nel merito degli ultimi
avvenimenti di cronaca, che rischiano, per
cattiva informazione, di offuscare il prezioso
lavoro svolto, Cirsu SpA fornisce chiarimenti e
ricostruisce gli accadimenti.
Sulla vicenda della commistione
delle acque bianche con il percolato della
vecchia discarica, Cirsu SpA precisa che
l’incidente, che ha visto lo sversamento di
acque potenzialmente contaminate nel fiume
Tordino, non ha alcuna connessione con la
ripresa delle attività nel polo impiantistico,
ma va ricondotto, a seguito delle approfondite
indagini condotte, a quanto purtroppo già
accaduto in passato (periodo agosto 2005-gennaio
2006) durante la gestione Sogesa SpA. A questa
vicenda, di certo grave e incresciosa, Cirsu SpA
ha posto rimedio in maniera tempestiva, attuando
le dovute misure di prevenzione. A garanzia
dell’operato e al fine di scongiurare
definitivamente il ripetersi di analoghe
circostanze, l’attuale Consiglio di
Amministrazione ha avviato una campagna
ricognitiva sull’intera rete di raccolta e
drenaggio delle acque, realizzata nel tempo da
soggetti diversi senza essere mai stata
aggiornata.
Cirsu Spa sta inoltre
collaborando, con diligenza e continuità, con la
Polizia Giudiziaria e l’Autorità Giudiziaria,
mantenendo sotto costante monitoraggio la
situazione al fine di impedire ogni ulteriore
incidente, garantendo i più alti standard di
tutela ambientale.
All’esito dell’ispezione disposta
dalla Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Teramo, eseguita il 29 gennaio
scorso dal Corpo Forestale dello Stato con il
supporto tecnico dell’Arta Teramo, è stato
riscontrato che nell’impianto Cirsu SpA non è
avvenuto alcuno smaltimento in discarica, mentre
rifiuti urbani provenienti dal Teramano e
dall’Aquilano sono stati trattatati con un
impianto mobile.
La gestione della campagna che ha
seguito le procedure di legge legate al fermo
tecnico dell’impianto fisso del Cirsu SpA è
attualmente al vaglio degli organi competenti.
La questione inerente il divieto di ingresso dei
rifiuti all’impianto, così come disposto
dall’autorizzazione integrata ambientale, è al
momento sotto giudizio del tribunale
amministrativo regionale per l’Abruzzo, a cui di
fatto è stato chiesto di chiarire, trattandosi
di un caso unico su base regionale, la normativa
a cui sottende l’operazione.
Sulla riapertura e sul recupero
dei volumi ancora disponibili nella vecchia
discarica, sulla scorta dei pareri acquisiti
dalla Provincia di Teramo, dall’Arta, dalla ASL
e dal Comune di Notaresco, il 12 febbraio scorso
la Regione Abruzzo ha rinnovato l’autorizzazione
che per gli inizi di marzo consentirà, previa
verifica delle prescrizioni disposte da parte
degli organi di controllo, la ripresa degli
abbancamenti dei rifiuti urbani indifferenziati
trattati e non più recuperabili.
Nel corso del tempo, Cirsu SpA e
i Comuni soci hanno prestato la dovuta
attenzione alla vicenda occupazionale dei
lavoratori ex-Sogesa SpA, che vivono una
oggettiva difficile situazione. L’impegno sarà
certamente rinnovato nei prossimi mesi e ha
consentito, ad oggi, il reimpiego di lavoratori
in numero superiore alle previsioni iniziali.
Pur trovando “singolare”
l’apprezzamento manifestato dalle rappresentanze
sindacali aziendali sulla proposta formulata da
AIA SpA (socio privato di Sogesa SpA), nei fatti
non rispettosa dei dettati di legge e non
soddisfacente in termini economici e finanziari,
Cirsu SpA ha infatti assunto davanti al Prefetto
di Teramo un preciso impegno per il
riassorbimento programmato di almeno il 70% dei
dipendenti in precedenza impiegati.
A tal proposito, Cirsu SpA trova
ancor più singolare l’atteggiamento delle
rappresentanze sindacali provinciali che, molto
probabilmente non sufficientemente informate,
hanno ritenuto di sostenere strade avventurose e
dall’esito del tutto incerto, atteggiamento che,
in un momento così delicato, rischia di
alimentare ancor di più il malessere sociale.
I Comuni soci e il Consorzio
Stabile Ambiente scarl (gestore di parte del
Polo tecnologico) hanno mantenuto pienamente
fede agli impegni presi davanti al Prefetto,
tanto che – come detto – le unità ex Sogesa
attualmente impiegate a tempo pieno sono
superiori e di numero doppio a quanto previsto
nel cronoprogramma. Nello specifico, le unità al
momento reimpiegate a tempo pieno sono 11, di
cui 3 nei servizi di raccolta del Comune di
Bellante e 8 nel polo tecnologico, a cui si
sommano 2 unità a tempo parziale impiegate
sempre nei servizi di raccolta del Comune di
Bellante.
Tutto questo è stato possibile
nonostante il tanto richiamato impegno assunto
da Cirsu SpA e dai Comuni soci davanti al
Prefetto non sia stato mai accettato dalle
rappresentanze sindacali.
La vicenda è nell’insieme ben
documentata e già posta all’attenzione del
Prefetto in occasione della querela sporta dal
Presidente di Cirsu SpA nei confronti di uno dei
lavoratori ex Sogesa SpA.
Il Consiglio di Amministrazione e
i Comuni soci erano, e sono, consapevoli, del
fatto che la ripresa delle attività da parte di
Cirsu SpA avrebbe condotto ad un riequilibrio
del sistema di gestione dei rifiuti in ambito
regionale: un sistema che, anche per
responsabilità della compagine Cirsu-Sogesa, da
oltre 4 anni vede l’intero teramano conferire
fuori provincia, se non fuori regione,
rafforzando le realtà private a danno di quelle
pubbliche.
Cirsu SpA sta tornando
gradualmente a svolgere il proprio ruolo e il
riavvio progressivo delle attività rappresenta
lo strumento di maggior garanzia per dare
risposte adeguate ad un contesto sociale e
territoriale purtroppo da tempo martoriato. |