TERAMO, 5.12.2014
-
La riduzione alle imprese del 35% del
Diritto Camerale applicata dal Governo
Renzi è stata compensata dalla Camera di
Commercio di Teramo riducendo
drasticamente, da € 1.900.000,00 ad €
160.000,00, le risorse messe a
disposizione negli anni passati per le
attività promozionali alle imprese.
Nonostante la decisione di accorpare le Camere
di Commercio che non superano gli 80.000
iscritti, la Camera di Commercio di Teramo, con
poco più di 40.000 iscritti, procede
speditamente verso il rinnovo delle cariche. Da
diversi mesi il Consiglio Camerale e la Giunta
vengono convocate il medesimo giorno permettendo
ai consiglieri componenti di Giunta di percepire
2 gettoni nello stesso giorno.
Nel Consiglio Camerale del 25
novembre 2014 il Presidente dell’UPA
Confartigianato Teramo, prof. Luciano
Di Marzio, nel
suo intervento manifesta soddisfazione
circa la riduzione del Diritto Camerale annuale
operata dal Governo “che porterà una
diminuzione del carico fiscale a favore delle
imprese”.
Quanto alle società partecipate, dopo le varie
sollecitazioni effettuate nei consigli
precedenti dal Presidente Di Marzio, finalmente
prendiamo atto della decisione di uscire dal
capitale di tali società.
Per quanto riguarda il Centro Fieristico,
rimarca che l'Università, nonostante gli impegni
assunti, non ha mai messo a disposizione delle
imprese uno spazio attrezzato per l'esposizione
dei prodotti tipici della provincia. Ritiene che
la messa in liquidazione di tale Centro
continuerà ad aggravare la situazione economica
della provincia di Teramo. Evidenzia, vista la
scarsità delle risorse disponibili, che sarebbe
opportuno presentare progetti all’Unione Europea
per accedere alle risorse messe a disposizione
dei paesi membri.
Di
Marzio nel leggere il bilancio preventivo 2015
nota che nella relazione previsionale e
programmatica sottoposta all'approvazione del
Consiglio nulla è riportato circa la situazione
della Società Gran Sasso Teramano S.p.a.. Di
Marzio evidenzia che dai quotidiani locali si è
appreso che le attrezzature della società, ad
esempio battipista ed altro, sono in stato di
abbandono. Sarebbe stato opportuno che tali
mezzi, così come da tempo rimarcato, fossero
stati messi a disposizione dal soggetto
aggiudicatario del servizio e non acquistati
dalla Società Gran Sasso Teramano S.p.a.. In tal
modo si é consentito che la Società privata
aggiudicataria del servizio ottenesse utili a
danno dell'Erario pubblico. Inoltre, in base ad
una relazione della Regione Abruzzo sulle
società partecipate, pare che la società Gran
Sasso Teramano S.p.a. abbia un debito di €
2.500.000,00 derivante dal fatto che l'opera
pubblica è stata, a suo tempo, realizzata
nonostante la mancanza di una adeguata copertura
finanziaria. Sembrerebbe, altresì, che sia stati
aperto uno scoperto di conto corrente di oltre
10 milioni di euro che genera ogni anno
interessi esorbitanti. Sicuramente si sarebbe
potuto procedere con soluzioni alternative e ad
un minor costo. I Fondi FAS, se e quando saranno
trasferiti dalla Regione alla società,
serviranno, ad avviso del Presidente Di Marzio,
solo a pagare gli interessi bancari.
È
notizia di ieri l’accordo sulla gestione degli
impianti di Prati di Tivo, che passa da €
250.000,00 a poco più di € 50.000,00. Ancora una
riduzione dei costi di gestione a favore del
privato e che peserà su un bilancio ormai grave
della Gran Sasso Teramano S.p.a.. Come in
passato, sembrerebbe interessata alla gestione
sempre la società SIGET. Che fine ha fatto la
finalità di rilancio della montagna teramana
voluta fortemente dalla Camera di Commercio di
Teramo al momento della costituzione della
società Gran Sasso Teramano S.p.a.?
Ci
auspichiamo, pertanto, soprattutto da parte del
nuovo Consiglio Camerale, una riflessione
globale sulla vicenda, oltre all’eventuale
azzeramento dei gettoni di presenza e delle
indennità degli organi Camerali, al fine di
ottenere risorse disponibili per l'economia
provinciale e per le attività promozionali che
nel 2015 verranno quasi azzerate. |