TERAMO,
30.6.2014 -
In riferimento al convegno "Emergenza Codice
Rosa, violenza di genere" che si è svolto questa
mattina alla Asl di Teramo, la presidente della
CPO della Provincia, Desiree del Giovine e la
Consigliera di Parità, Anna Pompili, esprimono
la loro perplessità sulle modalità con le quali
l'iniziativa è stata portata avanti.
"Constatiamo con piacere che le buone idee e le
proposte concrete vengono realizzate. Siamo
felici se le donne potranno contare su un nuovo
e valido strumento contro la violenza di genere,
il Codice Rosa, presentato questa mattina in un
convegno organizzato dalla Asl di Teramo -
dichiarano - da rappresentanti di quelle
istituzioni, e sottolineiamo la parola
istituzioni, che questo progetto lo hanno
presentato alla Asl e vi hanno lavorato,
organizzando i primi tavoli di confronto con i
vertici dell’azienda sanitaria e poi con i
dirigenti di riferimento, ci ha sorprese ed
amareggiate apprendere per vie peraltro
assolutamente informali che siamo state
completamente escluse sia dal progetto che dal
convegno che, a quanto ci è dato di capire, è
servito proprio a presentare il protocollo
d’intesa per far partire il Codice Rosa.
Al di là di quello che potrebbe essere lo sgarbo
istituzionale, che pure ha il suo peso, rimane
il fatto che la Provincia ha dato il via, ormai
quattro anni fa, al progetto di rete
istituzionale contro la violenza di genere;
gestisce Casa Maia, casa di accoglienza per
donne e figli maltrattati; gestisce il Centro
Antiviolenza La Felice; ha formato, in questi
anni, delle professioniste specializzate
nell’intervento anti-violenza: presa in carico,
supporto psicologico, supporto sociale,
attivazione della rete di servizi a sostegno
delle donne maltrattate etc etc.
Ci domandiamo come sia stato possibile
dimenticarlo e ci domandiamo come si possa
portare avanti un servizio come il Codice Rosa
senza che nella rete vi siano gli unici servizi
provinciali che di violenza si occupano
professionalmente e quotidianamente con una
esperienza che sul territorio non ha precedenti.
Questi risultati sono stati resi possibili dalla
tenacia di un gruppo “trasversale” di donne,
ebbene si lo rivendiamo, unite con
determinazione solo dall’indirizzo ideale e
programmatico: la Commissione Pari Opportunità
della Provincia, la Consigliera provinciale di
Parità – che non dimentichiamo è un organismo
del Ministero del Lavoro – l’assistente sociale
della Provincia; le professioniste del Centro
Antiviolenza e di Casa Maia.
Quello che ci interessa non è un riconoscimento
formale del lavoro svolto sino ad oggi ma capire
come qualcuno possa pensare di gestire un
servizio come il Codice Rosa senza far
riferimento ad un pezzo fondamentale della rete
di sostegno, protezione e accoglienza delle
donne maltrattate". |