TERAMO, 4.12.2014 -
Yacouba
Coulibaly e Souleymane
Diarra
sono i primi due
richiedenti asilo che
hanno esordito come
assistenti arbitrali nei
campionati ufficiali del
CSI di Teramo.
Bandierine alla mano,
lunedì sera hanno
coadiuvato Rocco Zarulli,
direttore di gara di
Amatori Piane 90-Viro
Carni, partita valida
per il campionato di
calcio a 11 Over 35 che
si è disputata sul campo
di Montorio al Vomano.
La prima in campo per i
due diciottenni
rappresenta un evento
importante per la vita
associativa del comitato
provinciale del Centro
Sportivo Italiano. Si
tratta della naturale
conseguenza della
partecipazione di un
nutrito gruppo di
migranti ospitati a
Teramo al progetto
“Passaggi di Speranza”,
che vede coinvolti i
richiedenti asilo
africani nelle attività
del CSI. Alcuni di loro,
tra i quali Yacouba e
Souleymane, hanno preso
parte al corso per
arbitri nei mesi di
ottobre e novembre,
conseguendo la qualifica
di arbitro CSI. Altri
stanno frequentando il
corso per allenatore di
primo livello, iniziato
il 24 novembre.
Yacouba Coulibaly
e Souleymane Diarra provengono dal Mali, in fuga
da guerra civile e povertà. Sono sbarcati in
Sicilia lo scorso aprile dopo aver attraversato
il Mediterraneo in uno dei tanti viaggi della
speranza sulla rotta verso il sogno di una vita
migliore in Europa. Dopo il primo periodo
trascorso a Palermo, sono arrivati a Teramo in
attesa di ottenere asilo politico dalle autorità
italiane.
Il progetto “Passaggi di
Speranza” conferma la visione solidale dello
sport incarnata dal CSI:
“Le grandi potenzialità dello
sport in tema sociale non hanno pari e a volte
certe esperienze di integrazione non vengono
alla luce – dichiara il presidente provinciale
del CSI, Angelo De Marcellis – Possiamo
affermare, da situazioni come questa, che
un’accoglienza reale è possibile non creando
iniziative specifiche, ma plasmando l’esigenza
della persona all’attività del nostro Ente di
Promozione che, per storia e definizione, è già
tutta welfare, cioè totalmente fondata sul
diritto di uguaglianza. Accogliendo l’invito di
Papa Francesco a 'giocare all’attacco'
decliniamo i suoi grandi 'messaggi di speranza'
in gesti concreti. I 'Passaggi di speranza' li
detta quindi il nostro Capitano – conclude De
Marcellis – e quando in gioco sono i diritti
umani, con lui diventa più facile trovare la via
del gol”. |