TERAMO,
8.3.2014 -
‘Maia’ è una casa-rifugio per donne vittime di
violenza. E’ la seconda struttura abruzzese (la
prima è in provincia dell’Aquila) ma la prima a
nascere da un ampio partnerariato
interprovinciale con un progetto finanziato (nel
2012) dal Dipartimento per le Pari Opportunità
(400 mila euro). Tante le donne delle
istituzioni e quelle del privato sociale che,
questa mattina, hanno voluto partecipare alla
“inaugurazione virtuale” di casa Maia il cui
luogo, per ragioni di sicurezza, non viene
rivelato.
Del progetto è capofila la Provincia di
Teramo (coordinatrice Roberta Pellegrino di
Ananke Onlus) che ha lavorato insieme al
Comune di Teramo, al Comune di Pescara,
al Comune di Chieti, all’Associazione
Ananke Onlus e alla Cooperativa sociale
Alpha.
Alla presentazione, oltre al presidente Valter
Catarra, al vicepresidente Renato Rasicci e
all’assessore comunale Giorgio D’Ignazio erano
presenti Emilia De Matteo (assessore alle
Politiche sociali e alla Pari opportunità della
Provincia di Chieti); Letizia Marinelli
(consigliera di parità della Regione Abruzzo);
Anna Pompili (consigliera di parità della
Provincia di Teramo); Mirella Marchese
(Assessore del Comune di Teramo); Nausicaa
Cameli (assessore politiche sociali del Comune
di Giulianova); Desireè Del Giovine presidente
della CPO provinciale.
Poi “le protagoniste” del progetto Maia, le
responsabili dei tre Centri antiviolenza (Maria
Laura De Loreto ass. Alfha di Chieti; Roberta
Pellegrino e Rita Pellegrini del centro Ananke
di Pescara; Cristina di Baldassarre (Centro La
Fenice di Teramo); Rita Di Berardino, psicologa,
responsabile della casa, e insieme a lei, le
operatrici che vi lavoreranno.
Casa Maia offrirà ‘protezione’ alle
donne vittime di violenza e ai loro figli e li
affiancherà con un sostegno emotivo e pratico
in un delicato momento di passaggio e di
cambiamento. “La residenza è strutturata
secondo una metodologia “orientata
al genere” che pone al centro la
relazione tra donne, operatrici e vittime e
lavora a rafforzare la soggettività femminile
– ha spiegato Roberta Pellegrino - per questo
il personale è esclusivamente femminile, ha
un’esperienza specializzata e pregressa e ha
collaborato anche con i tre centri antiviolenza
coinvolti: Centro Antiviolenza Ananke di
Pescara, Centro Antiviolenza ‘La Fenice di
Teramo’ e Centro Antiviolenza ‘Consultorio Alpha
‘ di Chieti”.
Il modello di lavoro, che sarà sperimentato in
20 mesi di attività, è pensato per rafforzare
l’indispensabile lavoro di e in rete
tra pubblico e privato sociale e
l’accesso alla Casa avverrà tramite i tre centri
antiviolenza.
La struttura, che dispone di 8 posti, sarà
autogestita con il supporto di 6 operatrici
stanziali e di 3 collaboratrici esterne:
garantirà ospitalità gratuita alle donne
e i/le loro figli/e e una serie di servizi:
1) percorsi di sostegno psico-sociale
alla donna nel suo bisogno di sicurezza e
protezione dall’ambiente di appartenenza, nel
proprio processo decisionale, nella gestione dei
rapporti familiari e nell’attivazione di una
rete di supporto, nella progettazione di
autonoma collocazione abitativa, nella custodia
del/lle figli/e, nel consolidamento di abilità e
competenze in un progressivo percorso di
graduale dimissione dai servizi (percorso di
uscita);
2) percorsi di sostegno psicologico ai/lle
figli che hanno assistito alla violenza;
3) collegamento con le strutture
socio-sanitarie per interventi diagnostici e
specialistici a favore delle ospiti e dei/lle
loro figli/e;
4) sostegno alle ospiti nella gestione e
per disbrigo pratiche presso Enti/Servizi.
Comprensibile soddisfazione è stata espressa dal
vicepresidente Renato Rasicci che ha
seguito il progetto sin dall’inizio: “E’ un
giorno importante per le donne perché colmiamo
un vuoto offrendo un servizio fondamentale per
le donne vittime di violenza e per i loro figli;
donne che spesso non denunciano e non si
rivolgono alle istituzioni per il timore del
dopo, del salto nel buio. In questo caso è stata
determinante le rete fra le istituzioni e il
privato sociale: una formula che va sostenuta”.
Gli auguri e i ringraziamenti del presidente
Catarra “a tutti coloro che hanno reso
possibile l’iniziativa” ha aperto la
presentazione del progetto : “non posso non
sottolineare che, anche in questo caso, le
Province, che si dipingono come inutili, hanno
svolto un ruolo determinante”.
Emilia De Matteo,
assessore alle Politiche sociali e alla Pari
opportunità del Comune di Chieti ha chiosato con
un appello significativo: “Questi progetti
nascono con finanziamenti dedicati, ora, mi
auguro che la Regione si attivi per continuare a
far vivere questa esperienza e farla entrare a
pieno titolo nella rete dei servizi sociali
essenziali”.
Nel 1997, il Consiglio Europeo ha raccomandato
che vi fosse disponibile un posto
in un centro antiviolenza, a carattere
residenziale, ogni 7.500 abitanti.
Con gli avvisi emanati nell’ambito del primo
Piano Nazionale Antiviolenza del
2010, sono state previste azioni specifiche per
fornire alle donne e ai/lle figli/e
vittime di violenza la possibilità di trovare un
rifugio ‘sicuro’. Le strutture, in futuro,
dovrebbero essere finanziate dalla Regione che
si è dotata di una apposita legge.
I DATI SULLE DONNE VITTIME
VIOLENZA ELABORATI DAI TRE CENTRI ABRUZZESI SONO
VISIBILI E SCARICABILI AL SEGUENTE LINK
http://www.provincia.teramo.it/sala-stampa/i-dati-dei-centri-antiviolenza |