TERAMO,
26.6.2014 -
In riferimento a
quanto affermato dalla Cgil e dalla Uil sul
rinnovo dei contratti del Direttore Generale e
del Dirigente dei Lavori Pubblici, il presidente
Valter Catarra, dichiara quanto segue con
preghiera di pubblicazione:
"Non ho affatto rinnovato l'incarico al
direttore generale Gianna Becci e al dirigente
Danilo Crescia. Nel caos più totale, non della
Provincia di Teramo ma di tutte le Province
italiane, ed essendoci degli atti di competenza
di ambedue da portare avanti, mi sono limitato a
prendere atto, come sta accadendo ovunque,
dell'interpretazione che ha dato l'UPI sul
concetto di continuità amministrativa contenuta
quest'ultima nella legge di riforma delle
Province. Forse non è chiaro ma le Province non
scompaiono, così come non è chiaro, ma dovrebbe
esserlo soprattutto ai sindacati che si occupano
di funzione pubblica, che proprio nelle
propagini non elettive dello Stato la figura del
direttore generale è irrinunciabile.
Io, non ogni caso, non ho preso alcuna posizione
limitandomi ad una presa d'atto
dell'interpretazione fornita dall'UPI sul
concetto di continuita' fino all'elezione di
secondo livello, entro settembre: non ho sposato
alcuna causa e come tutti i Presidenti nelle mie
condizioni sono in attesa di sapere cosa
dobbiamo fare.
La nostra è una situazione originale, nè la
Becci nè il dirigente Crescia sono risorse
esterne all'ente - la Cgil mi invita a
valorizzare le risorse interne e nel caso
specifico si tratta proprio di risorse interne -
giacchè nè io nè la mia amministrazione -unico
caso in tutto l'Abruzzo - non abbiamo fatto
nomine di staff o di personale estraneo
all'amministrazione.
Voglio solo ricordare che io come gli altri
assessori purtroppo possiamo essere solo
marginalmente presenti in Provincia visto che
siamo tornati a svolgere le nostre professioni
abituali. Allargare quella che è già una
"voragine" amministrativa e funzionale lasciando
vuota la dirigenza tecnica dei lavori pubblici e
la direzione dell'ente, mi pare un bel passo
verso il caos assoluto. Detto questo non è nelle
mie competenze nè nelle mie intenzioni assumere
decisioni diverse da quelle delle altre Province
italiane e da quello che i dirigenti, quando
esprimeranno un parere come di loro competenza,
decideranno di fare.
Prendo atto che i sindacati, nel silenzio più
assordante silenzio sui dipendenti della
Provincia - la cui sorte meriterebbe quanto meno
la stessa attenzione che quasi ossessivamente
dedicano ad ogni mio passo o presunto tale viste
le oggettive incertezze sulla loro sorte -
preferiscono evocare nemici e misfatti
immaginari mentre mi pare che l'unico vero
problema è che si avvicina velocemente l'8
luglio, data entro la quale le Regioni dovranno
legiferare sulle nuove funzioni, e che al
momento nessuno ha chiaro dove andremo a
parare". |