TERAMO,
14.11.2014 -
La Corte
d’Appello dell’Aquila ha rigettato
l’impugnazione presentata dalla società Strada
dei Parchi spa. Si tratta della prima sentenza
pronunciata in secondo grado da una Corte
d'appello in ordine alla questione della
assoggettabilità al canone Cosap delle società
private che gestiscono concessioni autostradali
e che con i loro viadotti occupano lo spazio
sovrastante le strade provinciali o comunali.
Con una decisione
destinata a fare giurisprudenza viene ribadita
la non applicabilità della esenzione alle
società concessionarie delle reti autostradali
altrimenti prevista per le "occupazioni
effettuate dallo Stato".
I giudici
definiscono "abusiva" l'occupazione perché
Strada dei Parchi non ha mai chiesto alla
Provincia il rilascio della concessione per
l’occupazione degli spazi sovrastanti le strade
provinciali, “occupati”, per l’appunto, dai
viadotti autostradali.
I principi
giurisprudenziali affermati dalla Corte de
L'Aquila risulteranno utili anche ai fini della
definizione delle ulteriori e analoghe cause
tuttora pendenti in sede di appello ed
instaurate, oltre che dalla società Strada dei
parchi, anche dalla società Autostrade per
l'Italia.
Da un punto di vista strettamente economico, i
canoni annuali a carico delle due società
autostradali ammontano a circa 200 mila euro e
sono stati stati richiesti a far data dal 2007
per un importo complessivo che insieme alle
sanzioni ammonta a 3 milioni e 200 mila euro.
Una parte di
questi canoni sono già stati versati da una
delle due concessionarie, la Società Autostrade
Spa, mentre Strada Dei Parchi, fino ad oggi,
non ha versato nulla.
La Provincia,
rappresentata dall’avvocato interno Antonio
Zecchino, aveva già vinto i primi gradi di
giudizio: le sentenze emesse dal Tribunale di
Teramo avevano sancito che le
società
autostradali pur risultando concessionari
della gestione delle
autostrade,
non avevano diritto all’esenzione prevista “per
le occupazioni effettuate dallo Stato”, in
quanto
società private “che hanno quale proprio
interesse il conseguimento di un corrispettivo
(il pedaggio
autostradale, appunto), al quale
corrispondono il rischio di impresa e i relativi
costi di gestione”.
“Come non
essere soddisfatti per una sentenza che
ristabilisce un principio di equità -
commenta il presidente Renzo Di
Sabatino che lancia una provocazione –
possiamo sederci con le società autostradali e
trattare sul dovuto se queste rivedono i canoni
dei pedaggi autostradali considerando che quelli
praticati da Strada Dei Parchi sulla A/24 sono
fra i più cari d’Italia”. |