TERAMO,
30.10.2014 -
La realtà, come ci viene consegnata dalla legge
Delrio e dai provvedimenti del Governo, e la
“proposta del Presidente sulle Linee
programmatiche” come ha tenuto a chiamarle il
presidente Renzo Di Sabatino,
consegnano un “complicato cambio di passo
verso un nuovo organismo, ma io non sono un
nostalgico e non mi guardo indietro. Vedo un
ente governato dai Comuni e dai loro Sindaci,
persone che conoscono bene il territorio;
quindi non farò una difesa delle Province ma
chiederò, chiederemo a Renzi, che ci dia gli
strumenti per realizzare bene questa riforma.
Questo significa che ci deve anche dire come
fare con i 5 milioni di euro che ci toglie da
subito a garantire le funzioni che rimangono e
cosa intende fare per quelle funzioni che sulla
carta non abbiamo più ma che invece continuiamo
a sostenere come servizi e come costi”.
Il nuovo Consiglio provinciale – 12 consiglieri
– ha votato a maggioranza questa sera la
“proposta” sulle linee programmatiche di Renzo
Di Sabatino (in allegato).
La Costituente Popolare per Teramo e la
Forza del Territorio per Astolfi si sono
astenuti e si sono riservati di presentare
emendamenti durante il percorso individuato da
Di Sabatino che ha previsto che le sue linee
programmatiche vengano sottoposte anche
all’attenzione dell’Assemblea dei Sindaci.
“Condivisibili le linee – hanno
chiarito i consiglieri Massimo Vagnoni, Franco
Fracassa e Tonia Piccioni – ma la
condivisione deve prevedere anche il
coinvolgimento nella gestione”.
Su questo punto, l’assegnazione delle deleghe ai
Consiglieri e il ruolo della minoranza, Di
Sabatino ha chiarito: “Non potrò
assegnare deleghe prima dello Statuto, così
prevede la legge, ma nel frattempo individuerò
degli incarichi di supporto alla Presidenza. Non
voglio annullare le differenze politiche fra
maggioranza e minoranza ma vorrei arrivare ad un
accordo di alto profilo con tutte e due le
componenti del Consiglio per gestire insieme
questa nuova fase della Provincia. Un accordo
che non si baserà su uno scambio di deleghe ma
sulla condivisione del programma e delle azioni
che dovremo intraprendere. Non chiedo e non
cerco il consenso su ogni scelta che farò ma vi
chiedo comunque di lavorarci insieme:
quella di stasera è la mia proposta che
diventerà defintiva dopo il confronto con i
Sindaci”.
Di Sabatino ha poi designato la sua
vicepresidente, si tratta di Barbara
Ferretti di Atri, architetto: “Ognuno
di voi potrebbe rivestire questo ruolo
per il contributo dato e per i territori che
rappresentate – ha affermato il Presidente –
però, in piena autonomia, mi sono convinto
che è giusto dare un segnale alla rappresentanza
di genere, riconoscendogli il rango di scelta
politica”.
Sulle linee programmatiche c’è un richiamo forte
a ai compiti che rimangono all’ente e a tutti i
servizi diretti e di sportello che la Provincia
assicura: “centinaia di utenti quotidiani,
contrariamente al luogo comune che la Provincia
non ha rapporti diretti con il cittadino, e
dovrà essere un nostro obiettivo primario
“quello di creare le condizioni organizzative e
funionali per migliorare questi servizi e i
tempi di risposta, con interventi
sull’organizzazione”. Centrale nella proposta
il ruolo si “stazione appaltante e di struttura
di supporto ai Comuni”; la risoluzione di
problemi annosi come “la gestione dello
smaltimento dei rifiuti” e la manutenzione delle
strade.
A questo proposito, ha annunciato Di Sabatino: “Abbiamo
già preparato un elenco di quelle che chiederemo
torni alla gestione Anas, si tratta di strade
con particolari caratteristiche come la
Pedemontana, la strada per Prati di Tivo la
provinciale che attraversa la Val Vibrata”.
Intanto, questa mattina, Renzo Di Sabatino, ha
scritto al Governatore della Regione Abruzzo,
chiedendo di riassegnare alla cabinovia di Prati
di Tivo l’intero finanziamento previsto
inizialmente nel PAR FAS: 12 milioni e mezzo di
euro successivamente ridotti a 11 milioni e 400
mila euro. “Solo così sarà possibile far fronte
integralmente al pagamento dei debiti maturati
per anticipare le spese di costruzione
dell’opera” scrive Di Sabatino.
Proposta delle
Linee Programmatiche del mandato
politico-amministrativo del Presidente Di
Sabatino
1.
La Casa dei Comuni
Prima ancora di ogni altra
considerazione è indispensabile spiegare ai
cittadini, ai quali negli ultimi due anni è
stato trasferito il messaggio che “le province
sono state abolite”, chi siamo, cosa andiamo a
fare e cosa rappresenta questo “Nuovo Ente” che
viene fuori da una riforma sicuramente
frettolosa e pasticciata. Le Province, comunque
le si chiami non sono state abolite; e questo
perché al momento non ci sono chiari indirizzi
su come gestire le funzioni di area vasta
-strade provinciali, territorio, fiumi, ambiente
– che peraltro né i Comuni, né le Regioni in
questo momento sono nelle condizioni di prendere
in carico.
Altro elemento dal quale non potremo prescindere
è quello dei trasferimenti: la bozza di
Finanziaria prevede che dalle Province, in tre
anni, debbano arrivare 6 miliardi di risparmi
che per noi si traduce in un taglio netto di
circa 5 milioni e 400 mila nel 2015; nel 2014
abbiamo già contribuito con un taglio di 2
milioni e mezzo. Con il bilancio attuale e
l’attuale organigramma funzionale questo taglio
comporterebbe il dissesto finanziario.
Mi pare evidente che è necessario ragionare sin
da subito sui settori che non sono di nostra
competenza ma per i quali continuiamo ad
affrontare spese, servizi e personale. Su questo
siamo impegnati sia come UPI che come Upa
regionale.
Chiariti questo aspetti e volendo cogliere la
prospettiva di questa riforma siamo comunque di
fronte a una nuova opportunità e ad un
importante nuovo ruolo che la riforma, combinata
con quella degli enti locali, conferisce ai
Comuni: veri protagonisti nello scenario
funzionale di questo nuovo Ente.
Le amministrazioni comunali, alle prese con una
dissanguante “spending review”, e con poco
personale alle prese con servizi diretti di
enorme incidenza pubblica, possono finalmente
mettere insieme le forze e sedersi attorno a un
unico tavolo per affrontare, e risolvere, annose
questioni, ridotte spesso a paralisi da un
frustrante quanto miope approccio
campanilistico.
La forza della nuova Provincia sarà tutta qui,
se sarà compresa diventerà la leva per conferire
una grande autorevolezza al Teramano, che ne ha
più che mai bisogno in uno scacchiere
regionalistico quanto mai competitivo.
2.
I servizi a gestione diretta e di front office
Pare doveroso, alla luce di quanto detto,
richiamare l’attenzione sulla serie di servizi
diretti e di front office che la Provincia
gestisce e ciò per due ordini di motivi:
sfatare un luogo comune – molto radicato – e
cioè che l’ente non “ha rapporti con il
cittadino” e comprendere bene qual è la
dimensione della nuova Provincia e quanto vasto
è il nostro raggio d’azione. Solo così sapremo
organizzarci meglio e offrire un servizio
migliore: queste attività sono il biglietto da
visita dell’ente, incidono direttamente e
immediatamente sulla qualità della vita di
cittadini e imprese; al loro buon funzionamento
dedicheremo una parte importante delle nostre
energie. Migliaia di cittadini entrano in
contatto ogni giorno con l’ente: noi non
sappiamo nulla di loro non mappiamo le loro
esigenze, non abbiamo le Carte dei Servizi, non
abbiamo servizi on line, con dispendio di costi
vivi e personale e notevoli disagi per i
cittadini che, non dimentichiamolo, devono
recarsi nei nostri uffici da tutta la provincia.
A titolo esemplificativo elenchiamo solo i
servizi relativi alle funzioni che la Legge 56
del 2014 fa rimanere in capo alle Province:
Ambiente:
un lungo “pacchetto” di attività a sportello con
rilascio di autorizzazioni ambientali (che
prevedono istruttoria di concerto con altri
enti, Conferenze di servizi sopralluoghi,
verifiche) rilascio Autorizzazione unica
ambientale (utenza: impresa e cittadini)
ACCESSI ANNUALI SERVIZI 500
Istruttorie pratiche Acque reflue domestiche e
industriali
(utenza: impresa e cittadini) ACCESSI ANNUALI
SERVIZI 300
Istruttorie pratiche inerenti l’autorizzazione
alle emissioni in atmosfera
(utenza: impresa e cittadini) ACCESSI ANNUALI
SERVIZI 200
Concessioni:
utilizzo suolo e sottosuolo provinciali
(utenza:
imprese e cittadini ACCESSI ANNUALI AL
SERVIZIO 309;
occupazioni
di suolo pubblico provinciale
(utenza:
cittadini) ACCESSI
ANNUALI AL SERVIZIO
22.000
Uma:
benefici economici a sportello, procedimenti,
controlli e erogazioni. (utenza: cittadini)
ACCESSI ANNUALI AL SERVIZIO 6000
Trasporti:
sportelli autorizzazione e esami di capacità
professionale autotrasportoc/terzi;
autostrasporto pubblico; autoscuole; agenzie
pratiche automobilistiche , autorizzazione
imprese di revisione (utenza: cittadini e
privati) ACCESSI ANNUALI AL SERVIZIO 3000
Genio Civile:
attività di istruttoria e
controllo, ai fini della prevenzione del rischio
sismico e del rispetto della normativa
antisismica, dei progetti edilizi dell’intera
Provincia (utenza: imprese, professionisti,
privati cittadini e pubbliche amministrazioni)
ACCESSI ANNUALI AL SERVIZIO 1.200
Trasporti:
rilascio agenzie partiche auto; officine di
revisione, Autoscuole, licenza c/terzi, licenza
c/proprio (utenza: imprese e cittadini)
ACCESSI ANNUALI AI SERVIZI 3120
Agena:
Gestione controllo caldaie. Banca dati utenza
115.mila
impianti termici (tranne comune di Teramo)
controlli su circa
30 mila utenze l’anno (utenza: privati)
Caccia:
Rilascio e ritiro dei tesserini venatori
regionali (utenza: cittadini) ACCESSI ANNUALI
AI SERVIZI 2.900 danni causati dalla fauna
selvatica (utenza: aziende agricole) ACCESSI
ANNUALI AI SERVIZI 450 Rilascio abilitazione
all'esercizio venatorio (utenza: privati)
ACCESSI ANNUALI AI SERVIZI 50 Rilascio
autorizzazione all'addestramento e allenamento
cani nelle Aree Cinofile (utenza: privati)
ACCESSI ANNUALI AI SERVIZI 320
Pesca:
Rilascio e rinnovo licenze di pesca (utenza:
cittadini) ACCESSI ANNUALI AI SERVIZI 330
Funghi:
Rilascio e rinnovo tesserini di autorizzazione
alla raccolta dei funghi epigei spontanei in
Abruzzo (utenza: cittadini) ACCESSI ANNUALI
AI SERVIZI 720
Relazioni Industrali:
cassa integrazione in deroga, cassa integrazione
straordinaria, esame situazione aziendale, cassa
integrazione speciale, procedure di mobilità:
(utenza: sindacati, lavoratori, impresa e studi
commerciali al 30 settembre 908 esami
congiunti con verbale finale)
Ribadendo che l’elenco non comprende quelle
attività a sportello sulle funzioni che dovranno
essere trasferite ( Centri per l’Impiego,
Cultura, Sociale etc etc) è però evidente il
ruolo che l’ente svolge e continuerà a svolgere
in settori fondamentali della vita del cittadino
e di quella dell’impresa e del sistema
produttivo.
Sarà quindi obiettivo prioritario
dell’amministrazione quello di creare le
condizioni organizzative e funzionali per
migliorare questi servizi, migliorare i tempi di
risposta al cittadino, semplificare passaggi e
procedure attraverso adeguati investimenti sugli
strumenti tecnologici, con interventi sulla
dotazione organica, con la formazione del
personale.
3.
La Provincia Stazione Appaltante dei Comuni
La riforma “Del Rio” consegna al nuovo Ente
Provincia una funzione molto significativa:
quella di stazione appaltante; d’intesa con i
Comuni la Provincia quindi potrà esercitare una
vera e propria “governance” degli investimenti,
dei Progetti comunitari e dei servizi di
rilevanza economica (questi ultimi oggi spesso
non vantaggiosamente esercitati da
sovraorganismi o agenzie operanti in ambito
provinciale o subprovinciale).
Il punto nodale consiste dunque nella piena
presa di coscienza da parte di tutti che la
Nuova provincia di Teramo non sarà più ente
intermedio tra Regione e Comune, bensì “la casa
dei Comuni”, ossia il luogo in cui troveranno
elaborazione, sintesi e risoluzione le esigenze
e i bisogni che oggi provengono dal territorio,
e rispetto ai quali la dimensione comunale non è
più in grado di dare, da sola, risposte
risolutive.
4.
Una razionale e gestione e manutenzione della
rete viaria
È esperienza
comune e quotidiana di ogni teramano la
condizione divenuta davvero insostenibile della
rete viaria provinciale.
Né l’impresa, né
il turismo, né la qualità della vita dei
cittadini potranno essere rilanciate se non si
affronta in maniera decisa e netta la questione
nodale della mobilità, cioè anzitutto del
risanamento della rete viaria provinciale.
Da dieci anni né
la Regione né lo Stato hanno mantenuto i loro
impegni sui trasferimenti delle risorse per la
manutenzione ordinaria e straordinaria; la
farraginosità e la lentezza degli iter
procedurali e progettuali, l’assenza di
un’autorevole “governance” degli investimenti,
hanno fatto il resto.
La nuova
Provincia vanta numerosi crediti verso gli enti
sovraordinati: insieme con i Comuni la prima
azione sarà quella di aprire una vertenza per
farsi restituire quanto dovuto, e di studiare
una razionale suddivisione del territorio
provinciale per aree d’intervento, in maniera da
procedere secondo priorità e con certezze
determinate.
Non dovrà più
accadere che interventi e finanziamenti vengano
realizzati sulla base di scorciatoie
opportunistiche o accordi di parte; abbiamo la
possibilità di creare un unico grande team di
progettazione che includa e armonizzi le risorse
professionali della Provincia e quelle dei
Comuni in maniera da eliminare tutte le lentezze
e gli ostacoli che oggi rendono
insopportabilmente lunghi e tortuosi tempi e
iter dalla programmazione alla realizzazione
degli interventi. A questo socpo non è più
rinviabile la gestione informatica del catasto
delle strade: unico strumento per garantire una
gestione oculata, tracciabile e trasparente dei
finanziamenti.
Stesso discorso
di cooperazione andrà fatto per la manutenzione
delle strade. Comuni e Provincia potranno far
confluire e unire le forze in un’unica squadra
tecnica di manutenzione, che potrà avvalersi di
un parco automezzi da mettere a disposizione
delle Amministrazioni Comunali.
4. Ambiente
Il Settore
Ambiente della Provincia di Teramo ha ottenuto
in questi anni importanti risultati, grazie
anche alla collaborazione e dei Comuni. Come
abbiamo visto, oltre ai progetti, gestisce un
pacchetto molto significativo di servizi diretti
all’utenza.
Di contro,
permane da anni uno dei problemi che più
incidono nella vita dei cittadini, sia a livello
di costi che di sostenibilità ambientatale:
quello della gestione del ciclo dei rifiuti.
Non esiste
l’autonomia impiantistica; e pur a fronte di un
alto livello di raccolta differenziata, che
peraltro facciamo pagare assai salatamente ai
cittadini, continuiamo a trasportare i rifiuti
fuori provincia e fuori regione; un fattore,
questo, che incide pesantemente sul reddito
complessivo sulla comunità teramana e sugli
indicatori di occupazione.
Dal 2006 milioni
di euro vanno altrove, e sono di fatto sottratti
alle nostre risorse: sfida ineludibile della
nuova Provincia sarà unire tutti i Comuni per
far ripartire un virtuoso ciclo di gestione dei
rifiuti, mirando all’autosufficienza degli
impianti di trattamento e smaltimento
all’interno del territorio provinciale.
Le funzioni
della Provincia in materia di rifiuti sono
disciplinate all’articolo 5 della legge
regionale n.45 del 19.12.2007 che possiamo così
sintetizzare:
·
Controllo,
verifica e bonifica dei siti
·
Vigilanza e
controllo su tutta l’attività di gestione dei
rifiuti ( coadiuvata dall’ARTA)
·
Osservatorio
provinciale dei rifiuti
·
Rilascio
autorizzazione unica dei nuovi impianti di
smaltimento riciclaggio e di stoccaggio
·
Disciplina del
tributo speciale
La legge
regionale n.36 del 2013 ha modificato la legge
n.45 sostituendo le Autorità D’ambito
provinciali con l’ AGIR: in sostanza il piano
d’ambito ottimale per la gestione dei rifiuti
non è più il territorio provinciale ma l’intera
Regione. L’ AGIR( autorità per la gestione
integrata dei rifiuti) sarà composta da tutti i
comuni dell’ATO Abruzzo e avrà un direttore, un
consiglio direttivo, e un revisore unico dei
conti. Compito dell’AGIR sarà l’affidamento
unico del servizio e la gestione del contratto
di servizio. I comuni avrebbero dovuto già
deliberare l’adesione all’ AGIR.
Altro aspetto
importante: Le Province hanno sottoscritto il
03 maggio del 2013 un accordo di programma con
la Regione Abruzzo affinché collaborino per la
realizzazione del PAR FSC 2007-2013 OBIETTIVO DI
SERVIZIO-RIFIUTI- SISTEMA IMPIANTISTICO
REGIONALE DI TRATTAMENTO-RIUSO/RECUPERO. Tale
linea d’azione ha un finanziamento di €
7.840.000 (revamping impianto di compostaggio,
digestore anaerobico, piattaforma tpo A del
Cirsu, piattaforma tipo A Mote, piattaforma
tipo B Sant’Omero; centri raccolta-riuso
a.adriatica, tortoreto, roseto, silvi,
castiglione, teramo, civitella, pineto -atri e
sant’omero, giulianova).
Il compito che
ci attende, quindi, è quello di rendere
concretamente operativo, il nostro obiettivo
sarà quello di vedere avviato l’intero ciclo di
gestione e smaltimento entro il 2015.
Altro nodo, e
altro paradosso: la Provincia abruzzese più
ricca d’acqua soffre di un grave problema
idrico, dalla montagna alla costa.
Lavorando con
applicazione su questo fronte, all’interno del
quale peraltro esistono
ampi spazi di miglioramento e di
razionalizzazione rispetto a costi di gestione
sproporzionati e reti di distribuzione non più
adeguate, potremmo ribaltare una situazione che
oggi è incomprensibile e inaccettabile.
Sugli ambiti
fluviali va immediatamente superata la
schizofrenica gestione imposta dal modello
attuale, che prevede che sullo stesso ambito
intervengano più soggetti istituzionali con
competenze frammentate e sovente conflittuali, a
tutto discapito di interventi veloci, efficienti
e razionali.
Infine ma non da
ultimo, tutto il settore Energia. Paride e Patto
dei Sindaci per continuare a lavore sulla
diffusione delle fonti rinnovabili, sulla
mobilità sostenibile, sull’efficientamento
energetico. Sarà uno dei settori dove dovremo
sviluppare una decisa progettazione comunitaria
non per progetti pilota ma per finanziare
avviando e completamento la prima rete di
ricariche per automobili elettriche, progetto
già finanziato dal Ministero dell’Ambiente.
5.
Scuola
Nonostante le
difficoltà, abbiamo il patrimonio scolastico più
importante e moderno d’Abruzzo: 27 istituti
suddivisi in 8 poli scolastici.
Ma una
irrazionale gestione di questo patrimonio non
ha tenuto conto, negli anni, dei profondi
mutamenti intervenuti sulle iscrizioni, ciò ha
determinato costi di gestione sui quali esiste
un margine di , di manutenzione, di spese
energetiche, a discapito di risorse che potevano
essere utilizzate per salvaguardare e
implementare i servizi degli studenti.
Andrà dunque
messo in pista un razionale piano di
riorganizzazione, accorpando laddove è
necessario, e mettendo in comune - laddove è
possibile - strutture di servizio e strutture
amministrative.
Quello che fino
a oggi non è stato fatto anche per il mancato
accordo fra territori, oggi può trovare
soluzione nel tavolo comune della nuova
Provincia.
6.
Trasporti
Sul sistema di trasporto
pubblico la Regione Abruzzo registra un forte
ritardo, sia strutturale che gestionale. E’
mancata, in termini di rappresentanza
istituzionale, la partecipazione propositiva
della Provincia sulla
pianificazione dei servizi di trasporto publico;
esistono
interi territori che non hanno nessun
collegamento con i centri comunali di erogazione
di servizi ( scuole, ospedali, poste....).
Da anni la Regione Abruzzo procede per proroghe
e viene rinviata la procedura di gara per la
gestione integrata del trasporto pubblico. La
Provincia di Teramo, con la rete stradale più
lunga d’Abruzzo e suoi 47 Comuni metà dei quali
dislocate in aree interne vive con particolare
disagio questa situazione. L’ente non ha
competenza ma attraverso un lavoro di condivione
con tutti gli stakeholder si è dotata di una
piano di bacino che studia soluzioni ottimali.
Da quello bisogna ripartire per dialogare con la
Regione.
Così come per
altri tipi di servizi pubblici economici, la
nuova Provincia potrà vericare la possibilità
di mettere in sinergia tutto il sistema di
trasporto scolastico comunale, attraverso una
unica gara per tutti i Comuni che vorranno
partecipare unitariamente all’affidamento del
servizio.
7.
Pianificazione e
programmazione
Da molti anni la
Provincia è impegnata in un processo di
pianificazione e programmazione territoriale
all’interno del quale armonizzare gli strumenti
comunali e le recenti modifiche normative, sia
statali che regionali, vanno nel senso di
privilegiare la pianificazione vasta rispetto a
quella comunale. La provincia, intesa come
territorio, è solo lo snodo di politiche
regionali, transfrontaliere ed europee.
Coerentemente, la Provincia dovrà svolgere un
ruolo fondamentale per passare dalla logica
della pianificazione a quella dell’attuazione.
In passato Provincia e Unioni di Comuni hanno
predisposto diversi piani strategici che non
hanno mai superato la fase dell’elaborazione.
Con questa amministrazione dobbiamo superare
questa fase e passare a quella concreta
attuazione di quanto previsto, utilizzando gli
strumenti adottati, come la variante al PTP (che
ha già previsto regole e strumenti per la
riduzione del consumo di suolo, per la
salvaguardia e il rilancio delle aree agricole,
per la riconversione industriale, per i
contratti di fiume etc etc) per progettare
azioni e cercare risorse. Ed è chiaro, in questo
senso, che il concetto di “pianificazione e
programmazione territoriale” deve uscire dal
mero ambito urbanistico e dovrà racchiudere in
un’unica visione strategica: pianificazione
territoriale, ambiente, attività produttive
svluppo economico, politiche comunitarie.
Una
politica reattiva, invece che proattiva, ci ha
portato al disastro che tutti vediamo nell’uso
dei fondi comunitari: è necessario cambiare
verso e partire dalla visione strategica per
arrivare ai progetti.
La
progettazione e la partecipazione ai bandi
comunitari dovrà partire dalle esigenze che
vengono preventivamente rappresentate dal basso
e sintetizzate dall’amministrazione, con
attività che hanno reali ricadute sui territori
e sui cittadini per evitare che risorse
comunitarie, soldi nostri, vengano spesi in
azioni generiche che non hanno una rilevanza
strategica, sprecando, di fatto, risorse
finanziarie e professionali che andrebbero più
razionalmente impiegate.
8.
Lavoro Sociale e
Cultura
Sono deleghe e competenze che secondo la legge
Del Rio la Provincia non gestirà più; di fatto
però non sono ancora state destinate ad altri
Enti.
I centri per l’impiego secondo il Jobs-Act
torneranno alle Regioni, mentre sociale e
cultura dovrebbero essere gestite direttamente
dai Comuni. Il rischio in questa fase di
incertezza è che ci si trovi senza un’agenda che
definisca con chiarezza tempi e modalità dei
trasferimenti e che la Provincia debba
continuare a far fronte a servizi che sono di
fatto depotenziati dalla mancanza di risorse
(quelle che il Governo già non ci trasferisce
più). E’ chiaro che questi passaggi avranno
bisogno di una specifica attenzione: pensiamo al
trasporto disabili, ad esempio, servizio di
livello essenziale oggi senza risorse. Sarà
compito della nuova Provincia monitorare
attentamente questa fase di transizione per
evitare che si dilatino i tempi delle scelte.
Priorità assoluta per la sorte dell’enorme e
autorevole patrimonio rappresentato dalle
istituzioni culturali gestito direttamente, come
nel caso della Biblioteca Delfico, o sostenuto
indirettamente – Musei, Istituto Braga etc etc –
che da troppo tempo vivono una situazione di
totale e insopportabile incertezza. In ogni
caso, ai fini della valorizzazione di tutto il
patrimonio storico e culturale esistente, la
Provincia lavorerà per mettere in rete le
strutture gestite dai singoli Comuni.
Per quanto riguarda lo specifico
settore Lavoro, anche alla luce della drammatica
condizione occupazionale e della difficile
congiuntura imprenditoriale, è chiaro che si
impone un’attenzione politica ed istituzionale
straordinaria che va al di là delle deleghe di
settore. Pertanto le Relazioni Industriali e le
Aree di Crisi saranno seguite direttamente dalla
Presidenza almeno fino a quando non ci saranno
disposizioni dverse da parte del Governo.
9.
Sanità
L’Ente non ha
competenze dirette, ma ce l’hanno i Sindaci. La
Provincia, quindi, ha il dovere di interessarsi
degli indirizzi generali della politica
sanitaria.
La provincia di
Teramo potrebbe essere il luogo dove finalmente
superare quelle barriere territoriali che nel
corso degli anni si sono rivelate perdenti,
rilanciando l’idea di un’unica Azienda Sanitaria
provinciale strutturata sui quattro plessi di
Teramo, S.Omero, Giulianova e Atri, ciascuno con
le proprie eccellenze e specificità. Accanto ad
essa andrà perorata e difesa l’istituzione di
una indispensabile rete di servizi territoriali:
unica vera soluzione ai costi impropri di una
eccessiva ospedalizzazione.
10.
L’Ente Provincia
L’organizzazione dell’Ente Provincia, così come
accade per tutta la pubblica amministrazione
italiana, è chiamata a un salto di qualità nel
segno dell’innovazione e della razionalizzazione
dei costi.
Un risultato che può essere raggiunto non
attraverso tagli lineari ma solo attraverso la
formazione e la riqualificazione del personale,
la riorganizzazione dei settori sulla base dei
nuovi compiti provinciali: la natura di stazione
di appaltante unica e il supporto
amministrativo, progettuale e programmatorio
alle amministrazioni comunali. Un processo di
qualificazione che non può che passare,
recuperando il tempo perduto, attraverso la
digitalizzazione dell’Ente e dei servizi, e la
messa in rete con tutte le amministrazioni
locali.
In questo contesto i settori andranno
necessariamente riorganizzati e accorpati,
applicando alla dirigenza i criteri previsti
dalla legge – e fra questi quello della
rotazione -, prevedendo meccanismi premianti
unicamente collegati ai risultati effettivamente
raggiunti.
In un quadro
di costante riduzione delle risorse trasferite
agli Enti Locali bisognerà poi affrontare il
problema dei costi complessivi del personale,
recuperando risorse sulle figure apicali e
lavorando, anche in vista della riduzione dei
settori, sull’istituzione di macro-aree
dirigenziali. Inoltre bisognerà definire
un’agenda stringente per una verifica sulle
partecipate – costi, funzioni, servizi – e sulla
congruenza della permanenza dell’ente alla luce
della riforma.
La nuova
pubblica amministrazione, così come ci viene
consegnata dalle recenti riforme e dalle istanze
pressanti dei cittadini, non potrà che essere
fondata sull’aumento della complessiva
produttività dell’Ente, che andrà raggiunta con
un’organizzazione interna più equa, più solidale
e più motivata.
Organizzazione e risorse per il personale
saranno quindi determinati sulla base dei
progetti che migliorano la vita dei cittadini e
non più sottomesse a una vecchia logica, non più
funzionale, autoreferenziale e burocratica.
Sotto il
profilo finanziario, fermo restando l’impegno
prioritario di cercare e trovare fonti di
finanziamento, sarà ineludibile la
razionalizzazione del consistente patrimonio
immobiliare al fine di ridurre le spese per
affitti e utenze e la dismissione delle
strutture non più funzionali alle competenze
dell’Ente.
11.
L’Agenda
Digitale e la trasparenza per un ente aperto e
funzionale
Insieme a partecipazione e collaborazione,
parole d’ordine dell’Open
Government,
la trasparenza è un requisito essenziale per
realizzare quella profonda innovazione
istituzionale, organizzativa e tecnologica della
PA, necessaria oggi per far ripartire il Paese e
intraprendere un percorso di crescita.
Trasparenza
come banco di prova dell’innovazione
istituzionale, per “normalizzare” i rapporti tra
cittadini e amministrazione prima di tutto, ma
anche per eliminare le opacità nei finanziamenti
pubblici e lo spreco dei privilegi; trasparenza
come linea guida dell’innovazione organizzativa,
per liberare i dati in forma comprensibile ai
cittadini, parametrare costi e benefici,
introdurre la cultura della valutazione, del
confronto e del merito; trasparenza, infine,
come obiettivo dell’innovazione tecnologica, che
aiuta la cooperazione tra enti e sistemi e
orienta il rilascio dei “dati aperti”.
Le idee, i
progetti e le singole iniziative che si sono
sviluppate in questi anni sul tema della
Pubblica Amministrazione devono essere collocate
all’interno di una strategia di sviluppo
territoriale chiara e di un quadro tecnologico
coerente.
Gli obiettivi
posti dell’Agenda Digitale Italiana – così come
rilanciata e prevista dal Governo – saranno
fatti propri dalla Provincia che, quale ente di
area vasta, dovrà agire con le modalità dell’open-government,
dell’open data, della trasparenza totale.
A questo scopo vanno quindi
riorientati i settori dell’ente con adeguata
informazione e formazione. L’innovazione costa e
richiede investimenti oculati. Ma non
perseguirla costa infinitamente di più, sia in
termini di peggioramento della qualità della
vita, sia in termini di risparmi di medio
periodo e di tagli agli sprechi. |