La Provincia di
Teramo, con una deliberazione votata
all’unanimità dal Consiglio Provinciale, ha
deciso sin dal 2012 la messa in liquidazione di
tutte le partecipazioni societarie non
strettamente necessarie al conseguimento dei
fini istituzionali.
A seguito, nel
corso dell’ultima Assemblea del Consorzio
Ceramico Castellano, i soci Provincia di Teramo,
Regione Abruzzo e Camera di Commercio hanno
deliberato a maggioranza di porre all’ordine del
giorno lo scioglimento della società consortile.
Il Comune di
Castelli, invece, ha chiesto la convocazione di
una nuova assemblea con tutt’altro ordine del
giorno – bilancio, progetto Europeo – e di
conseguenza, la Provincia, coerentemente con
quanto deliberato dai suoi organi di vertice ha
partecipato all’assemblea con un proprio
funzionario presentando e facendo mettere a
verbale una nota ufficiale con la quale si
ribadiva che:
“non potendosi
pretendere dalla Provincia un obbligo di
partecipazione in contrasto con la volontà del
Consiglio, si disconosce a partire dal 2014 il
proprio onere di versamento del contributo
consortile annuale qualificandosi lo stesso come
danno erariale. La Provincia dichiara altresì,
nella denegata ipotesi che l’assemblea odierna
deliberasse di proseguire l’attività sociale
anziché deliberarne lo scioglimento, di
rinnovare la propria proposta di cessione delle
quote azionarie ad altri soci e, in subordine ed
in caso di mancato esercizio del diritto di
opzione, di procedere all’annullamento delle
proprie azioni con contestuale riduzione del
capitale sociale della società in quanto la
Provincia intende disconoscere ogni eventuale
nuova spesa che la società dovesse effettuare in
questo periodo”.
In riferimento al
comunicato diffuso agli organi di informazione
dal Sindaco di Castelli il presidente Catarra
dichiara: “Gravissime, diffamanti e di
cattivo gusto le affermazioni del Sindaco che,
ovviamente, ne dovrà rispondere in Tribunale. Al
di là dell’incontinenza verbale indegna di un
uomo delle istituzioni, nel merito della
vicenda, la Provincia ha tenuto un comportamento
corretto e coerente con tutti i suoi atti di
indirizzo politico e con quelli amministrativi.
La Provincia ha manifestato ufficialmente e da
tempo la sua intenzione di uscire dal Centro
ceramico Castellano ed è quindi chiaro il motivo
per il quale non poteva votare atti e impegni di
spesa di alcun genere, né garantire il numero
legale a questo scopo. Del resto era assente
anche la Camera di Commercio e la delega della
Regione Abruzzo ad un rappresentate del Comune
di Castelli è stata opposta dal notaio”.