TERAMO,
18.11.2014 -
Si
è chiuso con un mancato accordo il tentativo di
mediazione sulla vertenza Crudi D’Italia,
azienda specializzata nella lavorazione di carni
suine con uno stabilimento a Colledara.
L’azienda, dopo essersi avvalsa di un periodo di
cassa integrazione, è stata ammessa a concordato
preventivo con un piano di ristrutturazione
pluriennale del debito ed ha avviato la
procedura di licenziamento collettivo per 53
lavoratori.
Questa mattina, al tavolo delle relazioni
industriali seguito da Pierluigi Babbicola con
l’intervento del presidente Di sabatino, I
sindacati hanno manifestato “forte dissenso nei
confronti della proprietà che, con questa
decisione pone fine ad una ulteriore, importante
realtà produttiva in un’area della provincia
priva di alternative occupazionali. I sindacati,
inoltre, hanno ricordato la indisponibilità
dell'Azienda rispetto a specifiche proposte”
come quella riguardante: “la possibilità di
trasferimento di azienda ad altro soggetto
imprenditoriale”. I sindacati, infine avevano
proposto un incentivo all'esodo “a parziale
ristoro del trauma derivante dalla perdita del
posto di lavoro”. Proposte ritenute irricevibili
dall’azienda.
“Un
mancato accordo che suscita rammarico perché
ancora una volta si tratta di aziende che hanno
sede e direzione in altre regioni e che, in un
momento di crisi, tagliano fuori la realtà
produttiva teramana”
ha commentato il presidente
Di Sabatino
L’azienda era rappresentata da Lina Andrea
amministratore delegato, assistita dagli
avvocati Antonio Norscia e Luca Petrella, e
dalla consulente del lavoro Patrizia Ettorre.
Per i sindacati erano
presenti la R.S.U. assistita dai rappresentanti
territoriali Corrado Peracchia e Feliciantonio
Maurizi, rispettivamente in rappresentanza della
FLAI – C.G.I.L. Provinciale di Teramo e FAI –
C.I.S.L. Regionale per l’Abruzzo. |