TERAMO, 15.11.2014 -
Mercoledìl
19 novembre 2014 alle ore 17,45
il Salotto culturale "Prospettiva Persona" ( con
patrocinio di Fondazione Tercas, Ministero per i
Beni artistici culturali e turismo, Ufficio per
il progetto culturale della Diocesi di Teramo
Atri e Arciconfraternita SS. Annunziata) nei
locali di Via N. Palma 33 presenta la rubrica
"Poesia
al femminile"
a cura di
Modesta Corda.
Nel primo
incontro la prof. Corda illustrerà la poesia di
Cristina Campo (Vittoria Guerrini, in arte
Cristina Campo [Bologna 1923, Roma 1977]), ormai
riconosciuta come una delle voci poetiche più
alte del novecento, straordinaria ed originale
interprete della più profonda spiritualità
insita nella letteratura europea.
Cristina Campo
«Appassionata
studiosa di Hofmannsthal, rivisitò il mondo
misterioso delle fiabe svelandone le
trascendenti simbologie. Fu traduttrice e
critica di originale metodologia, enucleando
dalle opere letterarie l’idea del destino e il
dominio della legge di necessità sulle vicende
umane che l’arte esprime in una aurea di
bellezza. Appartenne al ristretto nucleo di
intellettuali che avviarono l’introduzione di
Simone Weil in Italia. Negli anni cinquanta
maturò la sua prima formazione nella Firenze dei
grandi poeti del tempo ove conobbe Gianfranco
Draghi che la indusse a pubblicare i suoi primi
saggi su “La Posta Letteraria del Corriere
dell’Adda e del Ticino”. Dal ’56 si trasferì per
sempre a Roma».
Approfondimento
Studiosa di
spessore leopardiano, stabilì intensi sodalizi
umani e spirituali e innumerevoli frequentazioni
di grandissimo rilievo, basti menzionare: Luzi,
Traverso, Turoldo, Bigongiari, Merini, Bemporad,
Bazlen, Dalmati, Pound, Montale, Williams,
Pieracci Harwell, Malaparte, Silone, Monicelli e
Scheiwiller. Tra i filosofi ricordiamo Elémire
Zolla, Andrea Emo, Lanzo del Vasto, Maria
Zambrano, Danilo Dolci che sostenne nei momenti
difficili, ed Ernst Bernhard che le fece
conoscere il pensiero di Jung, di cui era stato
allievo. Fu consulente editoriale, scrisse su
importantissime riviste e studiò l’esicasmo, la
mistica occidentale ed orientale, i grandi
classici e i poeti di ogni tempo. La sua
“metafisica della bellezza” la indusse a una
controversa e profonda riflessione sulla
liturgia, ritenendo la sacralità dei riti e la
comprensione del valore della trascendenza
efficaci difese dalla minaccia della
despiritualizzazione del mondo incombente sulla
modernità che secondo la Campo, in una certa
misura, è disattenta alla bellezza ed esposta
alla vanificazione delle intenzioni.
L’architettura culturale e spirituale
dell’universo campiano si desume anche dai tanti
e ricchi epistolari. In particolare dalle
“Lettere a Mita” (la scrittrice Margherita
Pieracci Harwell), uno degli epistolari più
affabulanti di tutta la letteratura italiana, è
infatti possibile ricostruire la storia di
un’anima che palpita per l’incanto e la tragedia
della vita. Vita che per la Campo è teatro della
sfida al destino condotta dalla poesia e dal
sacro.
fonte
http://www.cristinacampo.it/ |