TERAMO, 6.12.2014 - Venerdì
5 Dicembre si è riunita l’assemblea provinciale
di Sinistra Ecologia Libertà Federazione di
Teramo ed ha discusso , tra i vari punti
all’ordine del giorno, anche delle recenti
vicende riguardanti la scelta dei consiglieri
provinciali delegati da parte del Presidente
della Provincia Di Sabatino.
Come SEL riteniamo
inaccettabile l’operazione messa in campo nel
coinvolgere rappresentanti del centro-destra in
due settori di una certa importanza e rilevanza
come la tutela del territorio e dell’ambiente e
le politiche per il lavoro, nelle figure
dell’ex-assessore provinciale ai lavori pubblici
della giunta Catarra, Massimo Vagnoni (NCD), e
del sindaco di Alba Adriatica Tonia Piccioni
(Forza Italia).
Come SEL già in
occasione delle consultazioni del 12 Ottobre
abbiamo ribadito la nostra assoluta contrarietà,
espressa in Parlamento come forza di
opposizione, nei confronti della trasformazione
delle province operata dal governo nazionale, in
primis il forte attacco verso il tessuto
democratico del Paese con l’eliminazione
dell’elezione diretta da parte dei cittadini. A
questo si aggiungono le politiche di austerity
che stanno riversando sugli enti locali il costo
delle scelte economiche sbagliate del governo
Renzi e della Commissione Europea.
La provincia quindi
non solo non è stata abolita ma prima viene
esautorata della sua legittimità democratica e
poi colpita da restrizioni finanziarie per
quanto riguarda le aree di competenza
amministrativa. Ciononostante abbiamo scelto di
sostenere con lealtà la lista “La Casa dei
Comuni” anche per il fattore politico che la
caratterizzava come una delle poche liste
provinciali in tutta Italia dentro il perimetro
del centrosinistra senza larghe intese. Proprio
per questo, pur comprendendo le modifiche
strutturali dell’ente, come Sinistra Ecologia
Libertà crediamo che anche in questa situazione
si debba mantenere chiaro e forte il discrimine
tra una gestione di centrosinistra e una di
centrodestra, obiettivo mancato con le scelta
dal Presidente di proporre le larghe intese dopo
il voto. |