PESCARA,
15.5.2014 -
Completata la prima fase di analisi sui campioni
di acque marino-costiere prelevati lungo il
litorale abruzzese, all’apertura della nuova
stagione balneare l’ARTA Abruzzo conferma la
situazione del 2013, con oltre l’80% di
costa balneabile.
E’ risultata entro i limiti di legge anche
l’acqua prelevata nella stazione di
campionamento di Alba Adriatica, a sud
del Torrente Vibrata e, se il dato positivo
verrà confermato dalle successive verifiche (la
seconda è in corso), potrà essere rimosso il
divieto di balneazione attualmente vigente.
I dati dei controlli finora effettuati sono
consultabili sul
sito ARTA,
nell’apposita sezione, attraverso l’applicazione
web sulle Acque di balneazione realizzata
dall’Agenzia.
Sono 144 i punti di osservazione
individuati lungo i 126 chilometri di fascia
costiera regionale - in media si effettua quasi
un prelievo per chilometro - e il calendario
della campagna di monitoraggio (anch’esso
disponibile on line) prevede per il periodo
aprile-settembre 6 campionamenti con
cadenza mensile, in alcuni casi quindicinale.
La normativa di riferimento per la
classificazione della qualità delle acque come
“scarsa”, “sufficiente”, “buona” ed “eccellente”
è costituita dal decreto legislativo 116/08 (che
ha recepito la Direttiva 2006/7/CE) e il Decreto
Ministeriale 30/3/2010, che definisce in
particolare i valori limite di Escherichia coli
e Enterococchi intestinali, indicatori di
rischio igienico-sanitario.
Diverso, va precisato, è parlare di “Bandiera
Blu”:
un riconoscimento internazionale volontario
assegnato alle località turistiche balneari che
tiene conto di diversi indici relativi alla
gestione sostenibile del territorio, di cui la
qualità del mare costituisce solo un aspetto.
Come anticipato lo scorso anno, per la
salvaguardia delle acque di balneazione l’ARTA
ha inserito tra gli obiettivi finalizzati alla
valutazione delle performance di
strutture e personale tre azioni che
integrano l’attività istituzionale di
competenza: l’intensificazione dei controlli
sugli impianti di depurazione delle acque reflue;
la riduzione dei tempi intercorrenti tra il
prelievo e l’emanazione del rapporto di prova
(certificato di analisi), da comunicare
immediatamente agli Organi interessati, in
primis il Comune; il “censimento delle
cavate”.
Nel corso della stagione invernale e in periodo
di pioggia, infatti, sono stati censiti i
piccolissimi corsi d’acqua non visibili, non
attivi nella stagione balneare secca, ma che
possono riattivarsi in caso di temporale e
apportare così inquinanti, soprattutto se in
essi recapitano scaricatori di piena delle
fognature urbane. Il censimento è finalizzato a
segnalare alla Regione l’esistenza di punti in
cui estendere il controllo per migliorare la
mappa del monitoraggio e costituisce uno
strumento prezioso per sapere dove intervenire
con azioni di monitoraggio e controllo in caso
di inquinamenti saltuari che interessino acque
marine destinate alla balneazione. |