L'AQUILA, 5.7.2014 -
Da
Sara Marcozzi, Capogruppo Movimento 5 Stelle
alla Regione Abruzzo,
riceviamo e pubblichiamo:
Nei giorni scorsi
abbiamo assistito alla volontaria estromissione
della prima forza politica di opposizione, il
M5S, dall’Ufficio di Presidenza. Estromissione
voluta e garantita dai voti della maggioranza di
centro sinistra che prestati al centro destra
per donargli sia un Vice presidente(FI) che un
Segretario (NCD). Resta da decidere l’altro
ruolo importante e di garanzia (per i cittadini)
quello della Presidenza della Commissione di
vigilanza.
E’ di ieri la notizia
che il PD avrebbe depositato una proposta di
modifica del Regolamento e una dello Statuto per
consentire di ampliare la composizione
dell'Ufficio di Presidenza, nello specifico si
parlerebbe di un altro posto da Segretario che
entrerebbe a mezzo “nuova elezione ad hoc” nel
già costituito Ufficio di Presidenza con ciò
dimostrando – a detta del consigliere piddino
D’Alessandro - che «nessuno ha mai escluso
nessuno, anzi, abbiamo rifiutato ogni forma di
inciucio, lasciando libertà di voto ai
consiglieri regionali. Preso atto dell'esito
della composizione dell'Ufficio di Presidenza,
ci siamo fatti carico di modificare il
regolamento che era stato immaginato per un
sistema bipolare. Ora mi auguro che tutti si
mettano a lavorare».
L’augurio del M5S è
altro, lavorare si ma lavorare bene! E forse i
consiglieri D’Alessandro, il capogruppo Mariani
e gli altri firmatari della proposta di modifica
avrebbero fatto meglio a prendere un profondo
respiro, riflettere e valutare anche le
conseguenze pratiche di detta proposta di
modifica e non solo quelle mediatiche.
Qualche piccola
osservazione sulla proposta di (finta) “buona
volontà” del PD. La prima riflessione che va da
sé è: perché inserire un terzo Segretario e non
anche/invece un terzo Vice-Presidente? Ma
tralasciando questo aspetto – ben altre sono le
evidenti criticità della avventata proposta di
modifica del PD, lungaggini (doppia approvazione
a distanza di almeno due mesi per lo statuto) e
retroattività in primis – rileviamo come i
criteri di composizione dell’Ufficio di
Presidenza nulla abbiano a che vedere con il
bipolarismo o con il bipartitismo, come
sostenuto da D’Alessandro. Hanno a che fare con
i concetti di maggioranza e opposizione.
Nelle attuali
condizioni, l’Ufficio di Presidenza adotta le
sue deliberazioni a maggioranza dei voti (art.
13. comma 2, regolamento), e dal momento che non
c’è rappresentanza proporzionale tra maggioranza
e opposizione, si potrebbe verificare il caso di
una votazione due a due (Pres + Segretario
maggioranza / Vice Pres + segretario
opposizione). In tale evenienza il voto del
Presidente prevale, vale il doppio rispetto a
quello degli altri. In tal modo viene garantito
il volere della maggioranza in assenza di
proporzionalità.
Con la proposta di
modifica del Regolamento proposta dal PD - un
segretario in più - tale meccanismo verrebbe
sovvertito e le opposizioni avrebbero la
maggioranza in seno all’ufficio di Presidenza.
Rumors sulla proposta di modifica vedrebbero
l’ufficio di presidenza ampliarsi di due unità
ossia “un segretario per ogni forza politica
di opposizione rimasta esclusa dall’ufficio di
presidenza”. Allo stato attuale, dunque, un
segretario al M5S e uno ad Abruzzo Futuro: ergo
4 per le opposizioni e 3 per la maggioranza (e
il voto del Presidente vale doppio solo in caso
di parità). Quindi, per pareggiare, bisognerebbe
prevedere l’elezione di due altri segretari per
la maggioranza. In tal caso però le forze
politiche escluse dall’ufficio di presidenza
sarebbero 4: SEL, Abruzzo Civico, Centro
Democratico e Regione Facile. Due verrebbero
comunque escluse. E per quale motivo, se tutte
le forze di opposizione hanno diritto ad essere
presenti? E con quale meccanismo elettorale si
sceglierebbero i due di maggioranza? E poi,
perché aumenterebbero i segretari e non i vice
presidenti?
Insomma, ci risiamo.
Ancora una volta siamo costretti ad assistere al
gioco delle tre carte del PD: puntare nel breve
periodo a regalare anche la Vigilanza alla
non-opposizione di CDX, nel medio periodo
illudere del contentino gli sprovveduti
grillini e infine verificare, nel lungo periodo,
magari in sede di Giunta per il Regolamento o di
Collegio per le Garanzie Statutarie (che ne
valuterebbe la legittimità, se richiesto da un
terzo del consiglio), che quella proposta di
modifica è inattuabile.
O forse,
semplicemente, i piddini non hanno approfondito
le conseguenze che avrebbe comportato la
modifica proposta, in ogni caso, hanno fatto
male i conti.
Il partito unico se ne
faccia una ragione. Il M5S dovrà vedersi
assegnata la Presidenza della Commissione di
Vigilanza in modo da assicurare la
rappresentatività della seconda forza politica
in assoluto (nonché prima di opposizione con il
21,3% dei voti) all’interno degli incarichi di
controllo. Il M5S è l’unica forza credibile per
l’incarico di vigilanza, ricordando che la
maggior parte dei consiglieri di cdx in carica
risultano attualmente indagati per peculato,
truffa aggravata, e falso dalla Procura di
Pescara nell’inchiesta sui rimborsi delle
missioni istituzionali! Quella famigerata
inchiesta – tutto da verificare, per carità,
siamo fiduciosi nella magistratura che
certamente farà chiarezza – su tanti assessori
indagati per aver goduto di un lungo elenco di
alberghi a cinque stelle, voli transoceanici,
mogli, amanti e spese pazze tutto con la carta
di credito regionale.
Ricordiamo, infine,
che il futuro Presidente a 5 stelle rinuncerà
all’indennità mensile aggiuntiva di circa €
2.000. Il M5S non è certo a caccia di poltrone.
Il partito unico se ne faccia una ragione e
compia, per una volta, un gesto di
responsabilità in favore dei cittadini abruzzesi
e non – come ahinoi ci ha abituato – sempre e
solo in favore dell’autoconservazione della
casta! |