PESCARA, 15.5.2014 -
Da
Sara Marcozzi, candidata alla Presidenza della
Regione Abruzzo del Movimento 5 Stelle,
riceviamo e pubblichiamo:
Ci risiamo.
La marcia verso la petrolizzazione dell’Abruzzo
sembra inarrestabile. Apprendiamo con sgomento e
rabbia che il Ministro per l’Ambiente ha avviato
le procedure per l’apertura di tre nuovi pozzi
di idrocarburi sulla concessione “Rospo mare”.
Si tratta di una piattaforma che era già
tristemente nota alle cronache per un presunto
sversamento di petrolio in mare nel gennaio
2013: una questione ancora non del tutto
chiarita. Dietro i tanti proclami dei politici
di destra e sinistra – da ultimo quello di
D’Alfonso sulle possibili invasioni aliene, che
sta facendo ridere l’Italia intera – la realtà
si mostra molto amara. Il governo attuale a
maggioranza PD, non diversamente dai governi
precedenti, mostra la volontà bipartisan di
procedere sulla via della petrolizzazione della
nostra Regione. E i politici locali non possono
che subire le decisioni che i loro stessi
partiti prendono a livello nazionale. Lo stesso
teatrino si è già visto per Ombrina mare. Ogni
proposta per mettere la parola fine a quella
vicenda è stata boicottata dalle maggioranze
parlamentari al Governo. Le soluzioni normative
esistono, e sono state presentate in Parlamento
in primis dal MoVimento 5 Stelle, ma non sono
state nemmeno calendarizzate per la discussione.
I Ministri Passera e Clini, dell’allora Governo
Monti, hanno individuato l’Abruzzo come
distretto petrolifero italiano, sancendo tale
prospettiva nella Strategia Energetica
Nazionale. L’attuale Ministro dello Sviluppo
Economico Guidi ha confermato questa volontà
attraverso alcune dichiarazioni. Il problema è
politico ancor prima che ambientale. La
popolazione abruzzese, gli enti locali, le
comunità territoriali, le realtà produttive e le
associazioni sono orientate ad un sistema
regionale integrato mare-montagna di sviluppo
economico e sociale ecosostenibile. Il giorno
dopo la perdita di numerose bandiere blu, ci
ritroviamo a discutere sulla opportunità di un
impianto gravrmente impattante sull'ambiente e a
pagarne le conseguenze, per primo, sarà proprio
il settore del turismo in Abruzzo. I progetti di
coltivazione di idrocarburi rischiano di
compromettere definitivamente le economie
locali. L'Abruzzo non é il Texas! Il M5S
continua la battaglia contro la petrolizzazione
a tutti i livelli, in parlamento come in
regione, mentre i partiti tutti, affetti da
sindrome bipolare, dicono una cosa e poi ne
fanno un'altra! |