PESCARA,
6.6.2014
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Domenica 8 e
lunedì 9 giugno 2014 verranno proiettati tutti i
film in concorso per la sezione ABRUZZODOC, la
sezione dedicata ai documentari che si occupano
di tematiche legate al territorio abruzzese o
girati in Abruzzo e/o realizzati da registi nati
e/o residenti nella regione di qualunque durata
prodotte dopo il 1° gennaio 2012.
Le proiezioni, presso la libreria
la Feltrinelli di Pescara, avranno inizio
alle ore 17.00
Le sezioni
VISTI DA VICINO / OPERA DIGITALE
saranno presentate
venerdi' 13, sabato 14 e domenica
15 giugno dalle ore 17.30
presso
l'Aurum di Pescara
Domenica 8 giugno
dalle ore 17.00
- ore 17.00
La vera storia dell’uomo Plasmon
di Simone Del Grosso
Fioravante Palestini, (in arte
Uomo Plasmon), giovane pescatore nell’Italia
degli anni ’50, viene travolto dal successo
quando, grazie al suo fisico statutario, diviene
un’icona pubblicitaria nell’Italia del boom
economico. Corrotto dal successo e risucchiato
dalla criminalità internazionale e poi dalla
Mafia, sconta una pena di 25 anni nel carcere
duro del Cairo, al quale sopravvive solo grazie
alla sua straordinaria forza ed integrità
fisica. La sua storia, celebrata oggi in una
graphic novel dai toni noir, racconta la
nascita, la morte e poi la resurrezione di un
mito mediatico caduto in disgrazia, poi salvato
dal suo alleato più forte: il proprio corpo. Il
documentario racconterà la vera storia dell’Uomo
Plasmon utilizzando parti della graphic novel,
repertori pubblici e privati dell’epoca, spot
pubblicitari e la presenza diretta del
protagonista alle prese con la sua ultima
impresa: attraversare il mare Adriatico da solo
in pattino per entrare nel Guinness dei primati.
Simone Del Grosso
è un filmaker dal 2002 ed ha curato l’ideazione,
la regia e il montaggio di vari documentari,
alcuni dei quali selezionati in rassegne
nazionali ed internazionali. Tra le sue opere: "Azúcar
Amargo" (2006), "La Malattia dell’Arcobaleno"
(2006), "Storie Minime" (2007), "Fiori, Polvere
e Brava Gente" (2007), "MGF"(2009), "La Vera
Storia dell'Uomo Plasmon" (2010).
- ore 18.00
Vito - Storia di un ipovedente
di Pietro Albino Di Pasquale
incontro con l’autore
Come cambia il
mondo se lo guardiamo con altri occhi.
Vito attende
l’esito di un esame importante. Entro poche ore
saprà se suo figlio soffre della sua stessa
malattia: la retinite pigmentosa.
Il film è il
tentativo di vedere attraverso questa malattia.
“Per me la
soggettiva ha un valore diverso rispetto agli
altri, ho una visione monoculare dalla nascita:
non vedo il mondo come le persone “normali”.
Credo che questa sia stata la motivazione che
mi ha spinto ad assumere il punto di vista di un
ipovedente, a fare un film interamente in
soggettiva”.
Pietro Albino Di Pasquale
ha collaborato alla sceneggiatura di
documentari, cortometraggi, lungometraggi che
hanno ottenuto l’interesse culturale nazionale e
la nomination ai David di Donatello. Questo è il
suo primo film da regista. Vive a Canzano un
paese d’Abruzzo.
- ore 18.20
Elegia per la vita
di Germano Scurti
incontro con l’autore
Negli anni '70 a Pescara, in un
periodo in cui proliferavano le "fedi", un
laico, Peppino D’Emilio, ebbe l'idea di
trasformare la città attraverso l'arte. Per
questo fondò uno spazio culturale dal nome
“Convergenze”: un luogo dove creare una nuova
visione della città, fondata sulla valenza
espressiva e creativa delle persone. A portare
in video le "tracce" del passaggio di Peppino e
del suo concetto d'arte è stato Germano Scurti
nel documentario "Elegia per la Vita".
L'opera inizia con le immagini
della Strage di Piazza Fontana per, poi, passare
al racconto della vita di Peppino D'Emilio, tra
interviste ed immagini di repertorio. Il
documentario è, infatti, un racconto dello
spaccato del nostro paese negli anni '70,
incentrato sul valore dell'arte, sia come bene
comune che di cambiamento ed innovazione. A
Pescara, grazie a Peppino, si respirò "aria
nuova", aria di contemporaneità, ed il sogno di
un uomo di voler cambiare l'animo umano tramite
la cultura prese realmente forma.
“Elegia per la Vita” è un’opera
prima. Un documentario che racconta la storia di
un uomo, Peppino D’Emilio, che nel corso degli
anni Settanta voleva trasformare la città
attraverso l’arte ed ha per questo fondato uno
spazio culturale dal nome “Convergenze”: non una
semplice galleria, non un semplice luogo
espositivo, ma la materializzazione di una
visione della città, di una idea di
trasformazione della città fondata sulla valenza
espressiva e creativa delle persone.
Un centro culturale, un vero e
proprio Community Art Centre, attivo a Pescara
dal 1973 al 1981 in cui si formò, tra gli altri,
Andrea Pazienza, icona di un’intera generazione.
Il documentario sviluppa appunto
una storia che intreccia le grandi questioni
degli anni Settanta con i ricordi personali, le
testimonianze, di coloro che hanno conosciuto
gli anni giovanili di Andrea Pazienza e hanno
vissuto l’esperienza di “Convergenze”,
riportando alla memoria il vissuto di un
territorio, l’atmosfera degli anni Settanta così
come è stata vissuta da una città di provincia
italiana. Una trama narrativa che si dipana tra
il sogno di un uomo, di Peppino D’Emilio, che
voleva cambiare l’animo degli uomini attraverso
l’arte, la cultura, i linguaggi espressivi, e il
sogno di molti nutrito dalla speranza di
cambiare il mondo.
Si tratta dunque del racconto di
un pezzo di storia del nostro paese (focalizzato
sull’arte e la cultura) che ha trovato la sua
piena articolazione in una città di provincia.
Non un Amarcord, ma la ricostruzione di una
sperimentazione culturale e artistica esemplare
interpretata a partire dalle domande, dalle
necessità, dalle urgenze di oggi del nostro
Paese – arte e cultura come bene comune,
capacità di cambiamento, innovazione, ricerca,
formazione, mondo giovanile.
Note di regia
Oltre alle interviste a testimoni
qualificati (artisti, giornalisti, critici e
performer) il documentario usa immagini di
repertorio inedite che si riferiscono alla
presenza a Pescara nel corso degli anni Settanta
di artisti quali Joseph Beuys, Giuseppe Chiari,
Mario Merz, Gilberto Zorio, Vettor Pisani, Enzo
Cucchi, Pierpaolo Calzolari, Michelangelo
Pistoletto, Jannis Kounellis, Gino De Dominicis,
Sandro Chia, Franco Summa, Sandro Visca, Albano
Polinelli, Andrea Pazienza stesso - e immagini
inedite delle opere realizzate ed esposte in
quel periodo.
Dal punto di vista registico mi
sono posto un duplice “problema”: da una parte
la rappresentazione fotografica delle opere
d'arte, dall'altra la ri-presentazione di un
materiale che si caratterizza già in origine
come una rappresentazione documentaria dell'arte
stessa.
Il riuso d'archivio diventa in
questo caso un corpo a corpo tra passato e
presente. Memorie perdute, cercate e ritrovate,
portatrici in qualche modo di una specifica
cultura visiva dell'epoca, di uno specifico
immaginario, sottoposte a una serie di
interventi che ne forzano il carattere
espressivo ed evocativo, non meramente
descrittivo-referenziale. Ricomposizioni che
appunto forzano i materiali primigeni verso una
loro seconda vita, elaborata anche da un preciso
contrappunto sonoro che non agisce come mero
commento musicale ma che ci offre quella
convivenza di rapporti inaspettati in cui il
vedere e il sentire diventano una cosa sola.
Le immagini e le interviste sono
appunto contrappuntate da una colonna sonora che
utilizza materiali provenienti dalla musica
d’arte contemporanea. Le scelte che hanno
orientato la costruzione del sonoro trovano una
particolare concentrazione nella psichedelia
musicale, non quella espressa nella musica pop e
nel rock progressive, ma la sua rielaborazione
artistica nella musica contemporanea ad opera
soprattutto di autori quali Gerard Grisey e
Fausto Romitelli, due dei compositori principali
della corrente musicale spettrale e
post-spettralista.
Il documentario gode del
patrocinio della Rai per la sua valenza
storico-culturale e anche per l’utilizzo di
materiale di proprietà della Rai stessa prodotto
tra il 1979 e il 1983 (concesso all’autore),
anni in cui la sede Regionale della Rai
(Abruzzo) si è caratterizzata come un
formidabile centro produttivo anche grazie al
coinvolgimento di autori come Peppino D’Emilio
stesso.
Germano Scurti
sociologo e musicista, con un
dottorato in Scienze della comunicazione, svolge
una intensa attività di ricerca sui linguaggi
espressivi e le forme estetiche.
Ha insegnato Sociologia dell’arte
all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila e
attualmente insegna al Conservatorio di Musica
“Tito Schipa” di Lecce. Come musicista si dedica
principalmente alla musica contemporanea. Ha
scritto i libri: L’identità mediale degli
italiani e Visibilità e riconoscimento - Ipotesi
per una teoria sociale dei media. “Elegia per la
vita” è il suo primo documentario.
Lunedì 9 giugno
dalle ore 17.00
- ore 17.00
Guardane una e guardale tutte. Ovvero, dalla
transumanza alla globalizzazione
di Raffaella Rose.
incontro con l’autrice
I
racconti di alcuni degli ultimi pastori dei
versanti sud-ovest del Monte Magnola, Monte
Velino, Montagne della Duchessa, al confine tra
Lazio ed Abruzzo, consentono di cogliere una
realtà lontana dagli stereotipi a cui
solitamente è associato il mondo pastorale...
Raffaella Rose
nata a Roma nel 1962, geografa e
videomaker. Tra le sue opere: Sixteen, fifteen,
2014, I° premio Memorie migranti 2014 nella
categoria Master;
Guardane una, guardale tutte,
ovvero dalla transumanza alla globalizzazione
(Look at one of them, look at all of them. From
the transhumance to the globalization) 2013;
Luigi, the enemy alien, 2010,
Vincitore del Premio Memorie Migranti 2010 nella
categoria Master; Non ci possiamo lamentare,
2003, Finalista del premio Memorie Migranti
2008. Mandato in onda da Rai International nel
2009.
- ore 17.30
Terradentro
di Antonio Prata
La ricerca di un
luogo in cui mettere radici: l’Abruzzo, terra
d’origine, sconvolto da un violento terremoto,
che ha cancellato i ricordi e sradicato
un’identità che ora si rivela illusoria; oppure
la Svizzera…
Antonio Prata
è nato a Zurigo nel 1972 ed è vissuto e ha
frequentato le scuole in Italia fino al 1989. Ha
proseguito gli studi a Zurigo fino al 1995 anno
in cui si è definitivamente trasferito nel
Canton Ticino dove ha frequentato il
conservatorio di Scienze Audiovisive Pio Bordoni
di Lugano. Si è diplomato come cineasta nel 2007
con il documentario "Il resto di una storia".
- ore 18.00
Calle Cortes
di Antonella Deplano e Stefano Ricci
incontro con gli autori
Il documentario
ha come soggetto artisti e associazioni di
riciclaggio creativo a Bilbao. Un viaggio
attraverso la comprensione di un mondo
sostenibile tutto da scoprire.
Antonella Deplano,
nata a Termoli frequenta l’Università degli
studi di Urbino con indirizzo comunicazione
pubblicitaria. Nel 2007 si iscrive all’Accademia
dell’Immagine per portare avanti la passione per
i documentari, partecipa alla realizzazione di
alcuni lavori come: Il gioco del silenzio( di R.
Milani), 180 bpm(per cinema e psichiatria),
L'essenziale è invisibile agli occhi
(cortometraggio realizzato con il supporto di M.
Incagnoli), Sangue e Cemento (di F. Fracassi e
Gruppo Zero), Notte Bianca a Varese e Venezia a
L’Aquila, Calle Cortes prima opera indipendente,
Dreams From The Bin documentario, diversi spot
pubblicitari e videoclip e uno degli ultimi
lavori Un Paso Más documentario
sull'integrazione delle donne paraguaiane a
Bilbao.
Stefano Ricci
nato a Tocco da Casauria in provincia di Pescara
frequenta l'Università di architettura di
Pescara.
Nel 2005 si iscrive all'Accademia
di belle arti di L'Aquila indirizzo
progettazione multimediale. Ha collaborato in
vari progetti come "Tutto esaurito", "Ultime dal
popolo", inCONSAPEVOLMENTECONSAPEVOLE Progetto
di video arte, Montaggio intervista Arabian
Knightz (egipto),Video musical “Crisi?”, "Dreams
from the bin" documentario,"Calle Cortes" primo
documentario indipendente, spot pubblicitari e
aziendali,"Un Paso Más documentario".
Ricordiamo
che le sezioni
VISTI DA VICINO / OPERA DIGITALE
saranno presentate
Venerdi' 13 giugno Sabato 14
giugno e Domenica 15 giugno dalle ore 17.30
presso
l'Aurum di Pescara
venerdi' 13 giugno
ore 17.30
SARAJEVOLUTION by
Rocco Riccio, 89’ Italy
Concorso "Visti da vicino"
ore 19.10 LA MAQUINA DE LOS
RUSOS by Octavio Guerra, 9’ Spain
Concorso "Visti da vicino"
ore 21.00
MI OJO DERECHO by
Josecho de Linares, 13’ Spain
Concorso "Opera digitale"
ore 21.30 ADELANTE by Noam A.
Osband, 50’ USA
Concorso "Visti da vicino"
sabato 14 giugno
ore 17.30
CHAJA E MIMI by
Eric Esser, 10’35’ Germany
Concorso "Visti da vicino"
ore 17.50 FARID by Pino
Esposito, 87’ Switzerland
Concorso "Visti da vicino"
ore 21.00
LA MIRADA PERDIDA
by Damián Dionisio, 11’ Argentine Concorso
"Opera digitale"
ore 21.20 THE FADING VALLEY by
Irit Gal, 54’ Israel
Concorso "Visti da vicino"
domenica 15 giugno
ore 17.30
BOOKS AND CLOUDS
by Pier Paolo Giarolo, 85’ France/Italy
Concorso "Visti da vicino"
ore 19.00 FULGENZIO by Aldo
Iuliano, 13’45” Italy
Concorso "Opera digitale"
domenica 15 giugno
ore 21.00
Cerimonia
di premiazione -
Awards Ceremony |